Il lavoro di ricerca dottorale ha indagato a livello teorico ed empirico un oggetto di studio poco esplorato nell’ambito della ricerca sociologica, ossia la mediazione in ambito urbano, più nello specifico nei contesti abitativi, sia pubblici che privati, ossia il quartiere e l’abitazione. La scelta di studiare la mediazione a partire dalla sua implementazione nei contesti abitativi è motivata da alcune riflessioni derivanti sia dall’ambito del dibattito teorico che dai risultati di alcune ricerche empiriche. Tali riflessioni, riguardanti i principali mutamenti sociali nei contesti urbani, sottolineano - tra le altre cose – aspetti caratterizzanti la società contemporanea, ossia l’indebolimento del legame sociale e di forme tradizionali di appartenenza. Tali dinamiche sono particolarmente evidenti nel caso dei rapporti di vicinato in cui tendenzialmente ad una prossimità di tipo spaziale – essere ‘vicini’ di casa o di quartiere – è tutt’altro che scontato associare anche una prossimità di tipo sociale. A partire da questa apparente contraddizione, si è sviluppata una riflessione in grado di cogliere gli aspetti teorici riguardanti il rapporto tra processi di urbanizzazione e forme di socialità, sia grazie alla ricognizione delle letteratura in merito, sia grazie alle riflessioni emergenti dalla ricerca sul capo. Se questo è il contesto generale di impostazione dell’ambito della ricerca, a livello empirico si è cercato di osservare tali fenomeni a partire proprio dalle pratiche di mediazione. Più specificamente la ricerca dottorale ha inteso comprendere: 1) Come nascono i progetti di mediazione di vicinato, in particolare quali sono le condizioni di contesto che favoriscono la nascita e l’implementazione dei progetti di mediazione di vicinato e chi sono gli attori coinvolti in questa fase (ad. Es. enti locali, Terzo settore); 2) Come funziona la mediazione nelle pratiche concrete e nelle strategie adottate dai mediatori; 3) Gli elementi di successo e le criticità riscontrabili nelle pratiche di mediazione di vicinato. Per raggiungere tali finalità la ricerca empirica si è basata su metodi prevalentemente qualitativi, in linea con gli obiettivi della ricerca e la prospettiva teorica adottata. Per quanto riguarda gli strumenti e le tecniche di ricerca, si è condotta un’analisi documentale approfondita dei progetti e delle iniziative che hanno come oggetto la mediazione di vicinato; sono state somministrate 40 interviste semi-strutturate ai mediatori che operano presso i centri di mediazione di vicinato e, laddove possibile, sono state effettuate osservazioni partecipanti delle attività di mediazione. Per quanto riguarda la scelta del campione, sono state individuate le realtà più significative che in Italia si occupano di mediazione di vicinato. Sono state così rintracciate circa 15 realtà di mediazione di vicinato, concentrate soprattutto nell’area centro-settentrionale del Paese. All’interno di ciascuna struttura di mediazione sono stati poi intervistati i mediatori che ivi operano. In realtà, essi rappresentano i testimoni privilegiati sia delle pratiche di mediazione, sia delle dinamiche sociali nei contesti urbani. Sin dalle prime interviste si è rivelata con chiarezza l’importanza del modello francese, ed in particolare lionese, di mediazione per i mediatori italiani. Per tale ragione si è ritenuto necessario recarsi a Lione presso l’Association de Médiation Lyonnaise (Amély) per effettuare le medesime interviste condotte in Italia con i mediatori lionesi. In tale contesto si è venuti a conoscenza di un’ulteriore esperienza di mediazione nella città di Lione, ossia l’esperienza dell’Association Lyonnaise pour la Tranquillité et la Médiation (ALTM), che, per il fatto di ispirarsi ad un approccio molto diverso alla mediazione rispetto all’associazione Amély, ha costituito un elemento interessante per effettuare un ulteriore approfondimento empirico, intervistando così anche i mediatori che lavorano presso l’ALTM. I dati raccolti sono stati analizzati facendo costantemente dialogare gli aspetti teorici e quelli empirici al fine di ricostruire un panorama dettagliato degli approcci e delle pratiche di mediazione, nonché fornire una lettura accurata delle dinamiche sociali in gioco nei contesti abitativi. I risultati emergenti dalla ricerca, oltre a chiarire quali siano le concezioni che soggiacciono alle pratiche di mediazione in Italia in comparazione con l’esperienza lionese, mettono in luce alcuni aspetti originali e, per certi versi, inaspettati. Di particolare interesse è la concezione della mediazione come spazio di ascolto e riconoscimento, piuttosto che mera tecnica di gestione dei conflitti.

The research mainly carried out in Italy is focused on mediation, its theoretical orientations and practices. In Italy the culture of mediation is not well-rooted in the social and institutional fabric. However, during the last decade mediation has known a significant development in several areas of social life, such as family and school, urban space and workplace, civil and penal controversies. The outbreak of the phenomenon has not been followed by systematic studies which could help to comprehend the state of art of Italian mediation. Therefore, the main goal is to close the gap between practice and theory. We draw up an overview of mediation in Italy by analysing representations, different processes and practices of implementation, policies of mediation promoted by local authorities. In order to reach this aim, we decided to interview Italian mediators who work in the area of 'social' mediation, which seem to be one of the least clear because of the confusion concerning its purposes and contexts of implementation. Participant observation and documental analyses also have been done in order to deepen the comprehension of the phenomenon. During the fieldwork we discovered the influence of the 'French model' on the Italian mediation. For this reason we decided to empirically investigate an experience very often quoted by Italian mediators, namely the Amely Association and the ALTM Association in Lyon, France.

Leggere il mondo urbano alla luce delle pratiche di mediazione di vicinato. Il caso italiano in prospettiva comparata

Volturo, Stella
2014-01-01

Abstract

The research mainly carried out in Italy is focused on mediation, its theoretical orientations and practices. In Italy the culture of mediation is not well-rooted in the social and institutional fabric. However, during the last decade mediation has known a significant development in several areas of social life, such as family and school, urban space and workplace, civil and penal controversies. The outbreak of the phenomenon has not been followed by systematic studies which could help to comprehend the state of art of Italian mediation. Therefore, the main goal is to close the gap between practice and theory. We draw up an overview of mediation in Italy by analysing representations, different processes and practices of implementation, policies of mediation promoted by local authorities. In order to reach this aim, we decided to interview Italian mediators who work in the area of 'social' mediation, which seem to be one of the least clear because of the confusion concerning its purposes and contexts of implementation. Participant observation and documental analyses also have been done in order to deepen the comprehension of the phenomenon. During the fieldwork we discovered the influence of the 'French model' on the Italian mediation. For this reason we decided to empirically investigate an experience very often quoted by Italian mediators, namely the Amely Association and the ALTM Association in Lyon, France.
2014
mediazione sociale in ambito urbano
Il lavoro di ricerca dottorale ha indagato a livello teorico ed empirico un oggetto di studio poco esplorato nell’ambito della ricerca sociologica, ossia la mediazione in ambito urbano, più nello specifico nei contesti abitativi, sia pubblici che privati, ossia il quartiere e l’abitazione. La scelta di studiare la mediazione a partire dalla sua implementazione nei contesti abitativi è motivata da alcune riflessioni derivanti sia dall’ambito del dibattito teorico che dai risultati di alcune ricerche empiriche. Tali riflessioni, riguardanti i principali mutamenti sociali nei contesti urbani, sottolineano - tra le altre cose – aspetti caratterizzanti la società contemporanea, ossia l’indebolimento del legame sociale e di forme tradizionali di appartenenza. Tali dinamiche sono particolarmente evidenti nel caso dei rapporti di vicinato in cui tendenzialmente ad una prossimità di tipo spaziale – essere ‘vicini’ di casa o di quartiere – è tutt’altro che scontato associare anche una prossimità di tipo sociale. A partire da questa apparente contraddizione, si è sviluppata una riflessione in grado di cogliere gli aspetti teorici riguardanti il rapporto tra processi di urbanizzazione e forme di socialità, sia grazie alla ricognizione delle letteratura in merito, sia grazie alle riflessioni emergenti dalla ricerca sul capo. Se questo è il contesto generale di impostazione dell’ambito della ricerca, a livello empirico si è cercato di osservare tali fenomeni a partire proprio dalle pratiche di mediazione. Più specificamente la ricerca dottorale ha inteso comprendere: 1) Come nascono i progetti di mediazione di vicinato, in particolare quali sono le condizioni di contesto che favoriscono la nascita e l’implementazione dei progetti di mediazione di vicinato e chi sono gli attori coinvolti in questa fase (ad. Es. enti locali, Terzo settore); 2) Come funziona la mediazione nelle pratiche concrete e nelle strategie adottate dai mediatori; 3) Gli elementi di successo e le criticità riscontrabili nelle pratiche di mediazione di vicinato. Per raggiungere tali finalità la ricerca empirica si è basata su metodi prevalentemente qualitativi, in linea con gli obiettivi della ricerca e la prospettiva teorica adottata. Per quanto riguarda gli strumenti e le tecniche di ricerca, si è condotta un’analisi documentale approfondita dei progetti e delle iniziative che hanno come oggetto la mediazione di vicinato; sono state somministrate 40 interviste semi-strutturate ai mediatori che operano presso i centri di mediazione di vicinato e, laddove possibile, sono state effettuate osservazioni partecipanti delle attività di mediazione. Per quanto riguarda la scelta del campione, sono state individuate le realtà più significative che in Italia si occupano di mediazione di vicinato. Sono state così rintracciate circa 15 realtà di mediazione di vicinato, concentrate soprattutto nell’area centro-settentrionale del Paese. All’interno di ciascuna struttura di mediazione sono stati poi intervistati i mediatori che ivi operano. In realtà, essi rappresentano i testimoni privilegiati sia delle pratiche di mediazione, sia delle dinamiche sociali nei contesti urbani. Sin dalle prime interviste si è rivelata con chiarezza l’importanza del modello francese, ed in particolare lionese, di mediazione per i mediatori italiani. Per tale ragione si è ritenuto necessario recarsi a Lione presso l’Association de Médiation Lyonnaise (Amély) per effettuare le medesime interviste condotte in Italia con i mediatori lionesi. In tale contesto si è venuti a conoscenza di un’ulteriore esperienza di mediazione nella città di Lione, ossia l’esperienza dell’Association Lyonnaise pour la Tranquillité et la Médiation (ALTM), che, per il fatto di ispirarsi ad un approccio molto diverso alla mediazione rispetto all’associazione Amély, ha costituito un elemento interessante per effettuare un ulteriore approfondimento empirico, intervistando così anche i mediatori che lavorano presso l’ALTM. I dati raccolti sono stati analizzati facendo costantemente dialogare gli aspetti teorici e quelli empirici al fine di ricostruire un panorama dettagliato degli approcci e delle pratiche di mediazione, nonché fornire una lettura accurata delle dinamiche sociali in gioco nei contesti abitativi. I risultati emergenti dalla ricerca, oltre a chiarire quali siano le concezioni che soggiacciono alle pratiche di mediazione in Italia in comparazione con l’esperienza lionese, mettono in luce alcuni aspetti originali e, per certi versi, inaspettati. Di particolare interesse è la concezione della mediazione come spazio di ascolto e riconoscimento, piuttosto che mera tecnica di gestione dei conflitti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/663771
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