Soprattutto il vorticoso sviluppo tecnologico e il dinamismo inarrestabile delle economie determinano un accrescimento delle attese regolative in settori dell’esperienza sempre più ampi e sfuggenti dal controllo di un unico centro politico di decisione normativa. La ricerca della “norma positiva” diviene vieppiù problematica in un contesto di frammentazione dei centri istituzionali di produzione, di affermazione “multilivello” di principi e di organizzazione delle tutele, di limitazioni sempre più estese della sovranità statuale, di conseguente crisi delle categorie giuridiche tradizionali legate a rigide concezioni moniste e legaliste. L’esperienza giuridica contemporanea mostra di conseguenza una forte e consaputa tendenza ad individuare la pronuncia giurisdizionale quale momento di positivizzazione giuridica per eccellenza, specialmente quand’essa proviene da una Corte “suprema”, sia questa in posizione di vertice di un’organizzazione giudiziaria locale o sovranazionale o internazionale. La ricerca della “norma giuridica”, intesa come un positum, un dato riscontrabile indipendente dai desiderata soggettivi, secondo una tradizione metodologica tuttora diffusa negli studi giuridici, si sposta quindi verso il momento di produzione istituzionale “dell’ultimo testo”, la res iudicata sulla quale vengono a concentrarsi non solo le aspettative di soluzione del caso concreto ma anche quelle di una regolazione generale ed astratta, di una normativa nel senso più pieno del termine. Nei dieci contributi di cui l’opera consiste, provenienti da diversi settori della ricerca giuridica (filosofia del diritto, diritto civile, diritto processuale civile, diritto commerciale, diritto amministrativo, diritto penale, diritto europeo), si dispiega un’ampia riflessione sulla “crisi” della positività giuridica ricontrabile intorno al tema del valore della giurisprudenza e in particolare della cosa giudicata. Con libertà di approccio, le diverse competenze e sensibilità mostrano in corpore vili le fattezze e criticità di questi gangli dell’esperienza giuridica. A quest’opera hanno partecipato: Stefano Bertea, Maurizio Bianchini, Riccardo Borsari, Alessandro Calegari, Paolo Moro, Federico Reggio, Claudio Sarra, Alberto Tedoldi, Daniele Velo dal Brenta.
Res iudicata. Figure della positività giuridica nell'esperienza contemporanea
VELO DALBRENTA, Daniele
2013-01-01
Abstract
Soprattutto il vorticoso sviluppo tecnologico e il dinamismo inarrestabile delle economie determinano un accrescimento delle attese regolative in settori dell’esperienza sempre più ampi e sfuggenti dal controllo di un unico centro politico di decisione normativa. La ricerca della “norma positiva” diviene vieppiù problematica in un contesto di frammentazione dei centri istituzionali di produzione, di affermazione “multilivello” di principi e di organizzazione delle tutele, di limitazioni sempre più estese della sovranità statuale, di conseguente crisi delle categorie giuridiche tradizionali legate a rigide concezioni moniste e legaliste. L’esperienza giuridica contemporanea mostra di conseguenza una forte e consaputa tendenza ad individuare la pronuncia giurisdizionale quale momento di positivizzazione giuridica per eccellenza, specialmente quand’essa proviene da una Corte “suprema”, sia questa in posizione di vertice di un’organizzazione giudiziaria locale o sovranazionale o internazionale. La ricerca della “norma giuridica”, intesa come un positum, un dato riscontrabile indipendente dai desiderata soggettivi, secondo una tradizione metodologica tuttora diffusa negli studi giuridici, si sposta quindi verso il momento di produzione istituzionale “dell’ultimo testo”, la res iudicata sulla quale vengono a concentrarsi non solo le aspettative di soluzione del caso concreto ma anche quelle di una regolazione generale ed astratta, di una normativa nel senso più pieno del termine. Nei dieci contributi di cui l’opera consiste, provenienti da diversi settori della ricerca giuridica (filosofia del diritto, diritto civile, diritto processuale civile, diritto commerciale, diritto amministrativo, diritto penale, diritto europeo), si dispiega un’ampia riflessione sulla “crisi” della positività giuridica ricontrabile intorno al tema del valore della giurisprudenza e in particolare della cosa giudicata. Con libertà di approccio, le diverse competenze e sensibilità mostrano in corpore vili le fattezze e criticità di questi gangli dell’esperienza giuridica. A quest’opera hanno partecipato: Stefano Bertea, Maurizio Bianchini, Riccardo Borsari, Alessandro Calegari, Paolo Moro, Federico Reggio, Claudio Sarra, Alberto Tedoldi, Daniele Velo dal Brenta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.