La crescente diffusione di discipline volte a tutelare imprenditori considerati tipicamente deboli – quali, in particolare, la l. 18 giugno 1998, n. 192, in tema di subfornitura nelle attività produttive; il d.lgs. 9 ottobre 2002, n. 231, attuativo della direttiva 2000/35/CE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali e, infine, la l. 6 maggio 2004, n. 129, in materia di affiliazione commerciale (franchising) – ha indotto la dottrina a interrogarsi in merito alla possibilità di ricostruire una categoria giuridica – ascrivibile ai rapporti contrattuali dei quali parte sia un imprenditore debole –, denominata «Terzo contratto», che, laddove realmente esistente, consentirebbe di applicare a favore di qualsiasi imprenditore debole le singole disposizioni dettate a favore di determinati imprenditori deboli. Il volume si occupa per prima cosa di vagliare suddetta ipotesi ricostruttiva, andando ad analizzare le discipline di protezione al fine di verificare se nell’ambito delle stesse sussistano, realmente, linee di tendenza ricorrenti, caratterizzate dalla comune ratio di proteggere l’imprenditore debole. In secondo luogo, ravvisata l’impossibilità di ricostruire la categoria del Terzo contratto – se non in termini di categoria descrittiva – l’analisi prosegue alla ricerca di strumenti funzionali a garantire una tutela più elevata a detti contraenti deboli: in particolare, rilevato che le scelte attuate dal legislatore risultano non così di rado «contraddittorie», una soluzione che viene indicata come percorribile, al fine di garantire una maggiore protezione agli imprenditori deboli e restituire coerenza al sistema, è quella dell’applicazione analogica.
"Forza contrattuale" e rapporti tra imprese
PARINI, Maria Margherita
2013-01-01
Abstract
La crescente diffusione di discipline volte a tutelare imprenditori considerati tipicamente deboli – quali, in particolare, la l. 18 giugno 1998, n. 192, in tema di subfornitura nelle attività produttive; il d.lgs. 9 ottobre 2002, n. 231, attuativo della direttiva 2000/35/CE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali e, infine, la l. 6 maggio 2004, n. 129, in materia di affiliazione commerciale (franchising) – ha indotto la dottrina a interrogarsi in merito alla possibilità di ricostruire una categoria giuridica – ascrivibile ai rapporti contrattuali dei quali parte sia un imprenditore debole –, denominata «Terzo contratto», che, laddove realmente esistente, consentirebbe di applicare a favore di qualsiasi imprenditore debole le singole disposizioni dettate a favore di determinati imprenditori deboli. Il volume si occupa per prima cosa di vagliare suddetta ipotesi ricostruttiva, andando ad analizzare le discipline di protezione al fine di verificare se nell’ambito delle stesse sussistano, realmente, linee di tendenza ricorrenti, caratterizzate dalla comune ratio di proteggere l’imprenditore debole. In secondo luogo, ravvisata l’impossibilità di ricostruire la categoria del Terzo contratto – se non in termini di categoria descrittiva – l’analisi prosegue alla ricerca di strumenti funzionali a garantire una tutela più elevata a detti contraenti deboli: in particolare, rilevato che le scelte attuate dal legislatore risultano non così di rado «contraddittorie», una soluzione che viene indicata come percorribile, al fine di garantire una maggiore protezione agli imprenditori deboli e restituire coerenza al sistema, è quella dell’applicazione analogica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.