Nel tentativo di assegnare un’identità alla statua di una divinità femminile armata che coronava l'acroterio del santuario romano di Fortuna e Mater Matuta nella fase edilizia pertinente all'attività di Tarquinio il Superbo, l’autore identifica lo schema compositivo dell’intero gruppo acroteriale come presentazione del mito corinzio di Ino e Melicerte, cui si affianca l’autorappresentazione dell’ultimo sovrano di Roma e della divinità femminile tutelare del suo potere personale e dell’intera dinastia dei Tarquini, famiglia di origine corinzia. Viene pertanto rivisitata la documentazione archeologica e letteraria sulla natura di alcune divinità femminili greche di tradizione esiodea e omerica in cui si riconoscono tratti arcaici dovuti alla contaminazione con la divinità fenicia Astarte; tale interazione è particolarmente profonda per le figure di Astarte e della Afrodite di Corinto, che solo in età classica perderà gli attributi courotrophici e bellici per essere destinata a diverse competenze, ma che nelle attestazioni d'età arcaica è una divinità militare che riveste un ruolo tutelare sulla città e sulle dinastie che vi sovrintendono. Gli aspetti orientali riconosciuti al culto della Fortuna-Afrodite romana potrebbero, dunque, derivare da una mediazione dovuta alla cultura religiosa greca piuttosto che da un diretto apporto di mercanti fenici presenti nell’area emporica del Foro Boario. Intorno ai motivi cultuali che risiedono nel patrimonio mitopoietico romano a proposito degli ultimi sovrani di Roma e delle divinità che li investono del potere regale, si ipotizza che essi derivino da una doppia tradizione costruita al principio del V secolo a.C. nel momento in cui il Senato di Roma e Aristodemo di Cuma sono avversari in un pubblico processo per l'assegnazione dell'eredità di Tarquinio il Superbo; le parti in causa avrebbero, pertanto, utilizzato ricostruzioni genealogiche opposte tra loro perché riferite a diversi personaggi mitici che legittimassero le rispettive richieste di assegnazione di tale eredità.

In an attempt to assign an identity to the statue of a female deity armed the crowning acroterion of the Roman sanctuary of Fortuna and Mater Matuta in the building phase relevant to the activity of Tarquinius Superbus, the author identifies the compositional scheme of the entire group acroterial as presentation of the Corinthian myth of Ino and Melicertes, which is accompanied by the self-representation of the last ruler of Rome and the female deity of his personal power and protect the entire dynasty of Tarquini, family of Corinthian origin. It is therefore revisited the sources archaeological and literary about the nature of some Greek goddesses of Hesiod and the Homeric tradition in which we can recognize archaic features due to contamination with the Phoenician goddess Astarte, and this interaction is particularly profound for the figures of Astarte and Aphrodite in Corinth that only in the classical age of war and lose the attributes courotrophici to be allocated to different skills, but that in the proof of the Archaic period is a deity who plays a military role to protect the city and the dynasties that they oversee. Aspects eastern recognized to the cult of Aphrodite Fortuna-Roman might, therefore, result from a mediation due to the Greek religious culture rather than a direct contribution of Phoenician merchants in the area of the Forum Boarium. Around the grounds cult residing in the Roman heritage mitopoietico about the last sovereign of Rome and the gods who invest them with royal power, it is assumed that they stem from a double tradition built at the beginning of the fifth century BC when the Senate of Rome and Aristodemus of Cumae are opponents in a public process for the allocation of the legacy of Tarquinius Superbus, the parties would, therefore, used genealogical reconstructions opposed to each other because they refer to different mythical characters that legitimize their requests for allocation of this legacy.

La religione romana di VI secolo a.C.; dialettica interna ed interazioni con le culture greca e fenicia nelle tradizioni tarquinie e serviane.

SCALFARI, VINCENZO EUGENIO
2013-01-01

Abstract

In an attempt to assign an identity to the statue of a female deity armed the crowning acroterion of the Roman sanctuary of Fortuna and Mater Matuta in the building phase relevant to the activity of Tarquinius Superbus, the author identifies the compositional scheme of the entire group acroterial as presentation of the Corinthian myth of Ino and Melicertes, which is accompanied by the self-representation of the last ruler of Rome and the female deity of his personal power and protect the entire dynasty of Tarquini, family of Corinthian origin. It is therefore revisited the sources archaeological and literary about the nature of some Greek goddesses of Hesiod and the Homeric tradition in which we can recognize archaic features due to contamination with the Phoenician goddess Astarte, and this interaction is particularly profound for the figures of Astarte and Aphrodite in Corinth that only in the classical age of war and lose the attributes courotrophici to be allocated to different skills, but that in the proof of the Archaic period is a deity who plays a military role to protect the city and the dynasties that they oversee. Aspects eastern recognized to the cult of Aphrodite Fortuna-Roman might, therefore, result from a mediation due to the Greek religious culture rather than a direct contribution of Phoenician merchants in the area of the Forum Boarium. Around the grounds cult residing in the Roman heritage mitopoietico about the last sovereign of Rome and the gods who invest them with royal power, it is assumed that they stem from a double tradition built at the beginning of the fifth century BC when the Senate of Rome and Aristodemus of Cumae are opponents in a public process for the allocation of the legacy of Tarquinius Superbus, the parties would, therefore, used genealogical reconstructions opposed to each other because they refer to different mythical characters that legitimize their requests for allocation of this legacy.
2013
Foro Boario; Servio Tullio; Fortuna e Mater Matuta; Tanaquil; Tarquini; religione greca; religione romana; Fenici
Nel tentativo di assegnare un’identità alla statua di una divinità femminile armata che coronava l'acroterio del santuario romano di Fortuna e Mater Matuta nella fase edilizia pertinente all'attività di Tarquinio il Superbo, l’autore identifica lo schema compositivo dell’intero gruppo acroteriale come presentazione del mito corinzio di Ino e Melicerte, cui si affianca l’autorappresentazione dell’ultimo sovrano di Roma e della divinità femminile tutelare del suo potere personale e dell’intera dinastia dei Tarquini, famiglia di origine corinzia. Viene pertanto rivisitata la documentazione archeologica e letteraria sulla natura di alcune divinità femminili greche di tradizione esiodea e omerica in cui si riconoscono tratti arcaici dovuti alla contaminazione con la divinità fenicia Astarte; tale interazione è particolarmente profonda per le figure di Astarte e della Afrodite di Corinto, che solo in età classica perderà gli attributi courotrophici e bellici per essere destinata a diverse competenze, ma che nelle attestazioni d'età arcaica è una divinità militare che riveste un ruolo tutelare sulla città e sulle dinastie che vi sovrintendono. Gli aspetti orientali riconosciuti al culto della Fortuna-Afrodite romana potrebbero, dunque, derivare da una mediazione dovuta alla cultura religiosa greca piuttosto che da un diretto apporto di mercanti fenici presenti nell’area emporica del Foro Boario. Intorno ai motivi cultuali che risiedono nel patrimonio mitopoietico romano a proposito degli ultimi sovrani di Roma e delle divinità che li investono del potere regale, si ipotizza che essi derivino da una doppia tradizione costruita al principio del V secolo a.C. nel momento in cui il Senato di Roma e Aristodemo di Cuma sono avversari in un pubblico processo per l'assegnazione dell'eredità di Tarquinio il Superbo; le parti in causa avrebbero, pertanto, utilizzato ricostruzioni genealogiche opposte tra loro perché riferite a diversi personaggi mitici che legittimassero le rispettive richieste di assegnazione di tale eredità.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Copia di Tesi finita Scalfari.pdf

non disponibili

Tipologia: Tesi di dottorato
Licenza: Accesso ristretto
Dimensione 10.84 MB
Formato Adobe PDF
10.84 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/580550
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact