Nei Quattro Libri dell’Architettura, Andrea Palladio ricorda due palazzi e due ville progettati o edificati a Verona o nel territorio veronese, menzionando i committenti Marcantonio e Annibale Serego e Giambattista Della Torre. In seguito ad alcune scoperte archivistiche dovute a Giuseppe Biadego, nuovi documenti attestarono che Palladio lavorò anche ad istanza di Federico ed Antonio Maria Serego nel Colognese. La ricerca, attraverso uno spoglio sistematico di archivi pubblici e privati e del Carteggio Serego conservato presso la Biblioteca Civica di Verona, ha inteso approfondire storicamente le biografie dei committenti veronesi di Palladio, con particolare attenzione alla rete di relazioni che intrattennero con altri nobili di Verona, di Vicenza e di Venezia, specialmente quelli legati all’architetto vicentino. Ne è emerso un quadro di relazioni che ha permesso di collocare in particolar modo i Serego nell’ambito della più stretta élite di committenti palladiani. Allo stesso modo, i rapporti intrattenuti da Giambattista Della Torre e dai Serego con letterati ed artisti hanno confermato la loro assidua frequentazione di ambienti particolarmente prossimi a Palladio. Numerosi documenti inediti hanno inoltre consentito di meglio determinare la cronologia e la consistenza di alcune fabbriche palladiane, e l’operatività di maestranze legate o a precedenti cantieri sanmicheliani, o impiegate da Palladio in altre sue imprese. L’approfondimento sulla committenza veronese di Andrea Palladio ha pertanto consentito di rivalutare le opere scaligere dell’architetto, contestualizzandole non più in maniera marginale rispetto agli edifici e il milieu vicentino, ma al centro di una vasta serie di interessi e di legami che allacciavano i suoi committenti di Verona con quelli di Vicenza e di Venezia.

In the Four Books of Architecture, Andrea Palladio recalls two palaces and two villas designed or built in Verona or in veronese area, mentioning the patrons Marcantonio and Annibale Serego and Giambattista Della Torre. After some archival discoveries due to Giuseppe Biadego, new documents testified Palladio also worked at the request of Federico and Antonio Maria Serego near Cologna Veneta. The research, through a systematic examination of public and private archives and the “Carteggio Serego” kept at the Public Library of Verona, has historically sought to deepen the biographies of the pallandian’s patrons of Verona, with particular attention to the network of relationships that entertained with other nobles of Verona , Vicenza and Venice, especially those related to Palladio. What emerged was a framework of relations that has allowed us to place especially in the context of the Serego closer palladian’s patrons. Similarly, the relations maintained by Giambattista Della Torre and the Serego family with artists have confirmed their assiduous of context particularly close to Palladio. Several unpublished documents have also allowed us to better determine the history and texture of some palladian buildings, and some workers linked to sites or previous buildings of Sanmicheli, or used by Palladio in his other constructions. Deepening the patronage Veronese of Andrea Palladio therefore allowed to re-evaluate the work in Verona of the architect, contextualizing no longer a marginal compared to the buildings and the milieu of Vicenza, but at the center of a wide range of interests and ties that laced his purchasers of Verona with those of Vicenza and Venice.

Andrea Palladio e Verona. Committenti, progetti e opere

ZAVATTA, Giulio
2013-01-01

Abstract

In the Four Books of Architecture, Andrea Palladio recalls two palaces and two villas designed or built in Verona or in veronese area, mentioning the patrons Marcantonio and Annibale Serego and Giambattista Della Torre. After some archival discoveries due to Giuseppe Biadego, new documents testified Palladio also worked at the request of Federico and Antonio Maria Serego near Cologna Veneta. The research, through a systematic examination of public and private archives and the “Carteggio Serego” kept at the Public Library of Verona, has historically sought to deepen the biographies of the pallandian’s patrons of Verona, with particular attention to the network of relationships that entertained with other nobles of Verona , Vicenza and Venice, especially those related to Palladio. What emerged was a framework of relations that has allowed us to place especially in the context of the Serego closer palladian’s patrons. Similarly, the relations maintained by Giambattista Della Torre and the Serego family with artists have confirmed their assiduous of context particularly close to Palladio. Several unpublished documents have also allowed us to better determine the history and texture of some palladian buildings, and some workers linked to sites or previous buildings of Sanmicheli, or used by Palladio in his other constructions. Deepening the patronage Veronese of Andrea Palladio therefore allowed to re-evaluate the work in Verona of the architect, contextualizing no longer a marginal compared to the buildings and the milieu of Vicenza, but at the center of a wide range of interests and ties that laced his purchasers of Verona with those of Vicenza and Venice.
2013
Palladio; Serego; Miega; Cucca; Santa Sofia
Nei Quattro Libri dell’Architettura, Andrea Palladio ricorda due palazzi e due ville progettati o edificati a Verona o nel territorio veronese, menzionando i committenti Marcantonio e Annibale Serego e Giambattista Della Torre. In seguito ad alcune scoperte archivistiche dovute a Giuseppe Biadego, nuovi documenti attestarono che Palladio lavorò anche ad istanza di Federico ed Antonio Maria Serego nel Colognese. La ricerca, attraverso uno spoglio sistematico di archivi pubblici e privati e del Carteggio Serego conservato presso la Biblioteca Civica di Verona, ha inteso approfondire storicamente le biografie dei committenti veronesi di Palladio, con particolare attenzione alla rete di relazioni che intrattennero con altri nobili di Verona, di Vicenza e di Venezia, specialmente quelli legati all’architetto vicentino. Ne è emerso un quadro di relazioni che ha permesso di collocare in particolar modo i Serego nell’ambito della più stretta élite di committenti palladiani. Allo stesso modo, i rapporti intrattenuti da Giambattista Della Torre e dai Serego con letterati ed artisti hanno confermato la loro assidua frequentazione di ambienti particolarmente prossimi a Palladio. Numerosi documenti inediti hanno inoltre consentito di meglio determinare la cronologia e la consistenza di alcune fabbriche palladiane, e l’operatività di maestranze legate o a precedenti cantieri sanmicheliani, o impiegate da Palladio in altre sue imprese. L’approfondimento sulla committenza veronese di Andrea Palladio ha pertanto consentito di rivalutare le opere scaligere dell’architetto, contestualizzandole non più in maniera marginale rispetto agli edifici e il milieu vicentino, ma al centro di una vasta serie di interessi e di legami che allacciavano i suoi committenti di Verona con quelli di Vicenza e di Venezia.
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