Se in Nietzsche l’oltreuomo è qualcosa che non c’è ancora e che permane aristocraticamente incommensurabile rispetto all’uomo presente, così come il fulmine rispetto alla nuvola, per Scheler invece questa eccedenza è rintracciabile in ogni uomo: non si ha a che fare con un passaggio netto, ma con un processo educativo graduale. L’uomo in Scheler deve essere accettato per quello che è già adesso. L’eccedenza lo abita già: l’eccedenza è l’uomo stesso, non qualcosa che ha un fine oltre l’uomo. Se Nietzsche mette un filo spinato fra l’uomo e l’oltreuomo, Scheler ritiene che ogni uomo possa compiere dentro di sé quel passaggio che in Nietzsche invece rimaneva escluso.
Titolo: | L’uomo come eccedenza. Nietzsche e l’antropologia filosofica di Max Scheler | |
Autori: | ||
Data di pubblicazione: | 2002 | |
Abstract: | Se in Nietzsche l’oltreuomo è qualcosa che non c’è ancora e che permane aristocraticamente incommensurabile rispetto all’uomo presente, così come il fulmine rispetto alla nuvola, per Scheler invece questa eccedenza è rintracciabile in ogni uomo: non si ha a che fare con un passaggio netto, ma con un processo educativo graduale. L’uomo in Scheler deve essere accettato per quello che è già adesso. L’eccedenza lo abita già: l’eccedenza è l’uomo stesso, non qualcosa che ha un fine oltre l’uomo. Se Nietzsche mette un filo spinato fra l’uomo e l’oltreuomo, Scheler ritiene che ogni uomo possa compiere dentro di sé quel passaggio che in Nietzsche invece rimaneva escluso. | |
Handle: | http://hdl.handle.net/11562/473511 | |
ISBN: | 8843021028 | |
Appare nelle tipologie: | 02.01 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |