Nella filosofia di Max Scheler la tesi di una rilevanza ontologica ed etica delle emozioni, come di una loro funzione cognitiva, si inserisce all’interno di un progetto piuttosto ambizioso e volto alla riabilitazione delle emozioni. Tuttavia non si tratta di una riabilitazione indiscriminata, al contrario l’interesse di Scheler si rivolge ad un attento lavoro di distinzione e d’individuazione delle differenze di natura. Molte delle analisi di Scheler fanno poi riferimento ad una classe di emozioni particolari, quella connotata da un desiderio che eccede la logica del sopravvivere e che risulta determinante per mettere a fuoco la natura dell’uomo e della libertà. Secondo Scheler ciò che distingue l’uomo dall’animale non è infatti l’intelligenza quanto uno sfondamento emozionale capace di situare il centro dell’uomo al di là della rilevanza dell’utile-dannoso: l’uomo è infatti l’essere ex-centrico che sente di avere il proprio centro al di fuori della propria presenza, al di là di quel mondo-ambiente su cui è invece centrato l’animale. L’uomo è l’essere che sente questa mancanza e questa insufficienza, e che di riflesso è capace di desiderare qualcosa in modo nuovo. Nell’ottica di Scheler è necessario tracciare subito una distinzione fra due forme di desiderio, fra il bisogno – orientato dai valori dell’utile, e teso al possesso di qualcosa con il fine di rafforzare e sostenere il soggetto – e il desiderio ex-centrico che invece si connette ad una insoddisfazione di tipo destabilizzante per la logica del soggetto. I desideri a cui Scheler rivolge la propria attenzione hanno appunto la caratteristica essenziale di essere alla ricerca di qualcosa che non è dato direttamente nella sensazione e che implica una sorta di mediazione culturale e simbolica assente nell’istinto.

Il desiderio ex-centrico. Max Scheler e la riabilitazione delle emozioni

CUSINATO, Guido
2003-01-01

Abstract

Nella filosofia di Max Scheler la tesi di una rilevanza ontologica ed etica delle emozioni, come di una loro funzione cognitiva, si inserisce all’interno di un progetto piuttosto ambizioso e volto alla riabilitazione delle emozioni. Tuttavia non si tratta di una riabilitazione indiscriminata, al contrario l’interesse di Scheler si rivolge ad un attento lavoro di distinzione e d’individuazione delle differenze di natura. Molte delle analisi di Scheler fanno poi riferimento ad una classe di emozioni particolari, quella connotata da un desiderio che eccede la logica del sopravvivere e che risulta determinante per mettere a fuoco la natura dell’uomo e della libertà. Secondo Scheler ciò che distingue l’uomo dall’animale non è infatti l’intelligenza quanto uno sfondamento emozionale capace di situare il centro dell’uomo al di là della rilevanza dell’utile-dannoso: l’uomo è infatti l’essere ex-centrico che sente di avere il proprio centro al di fuori della propria presenza, al di là di quel mondo-ambiente su cui è invece centrato l’animale. L’uomo è l’essere che sente questa mancanza e questa insufficienza, e che di riflesso è capace di desiderare qualcosa in modo nuovo. Nell’ottica di Scheler è necessario tracciare subito una distinzione fra due forme di desiderio, fra il bisogno – orientato dai valori dell’utile, e teso al possesso di qualcosa con il fine di rafforzare e sostenere il soggetto – e il desiderio ex-centrico che invece si connette ad una insoddisfazione di tipo destabilizzante per la logica del soggetto. I desideri a cui Scheler rivolge la propria attenzione hanno appunto la caratteristica essenziale di essere alla ricerca di qualcosa che non è dato direttamente nella sensazione e che implica una sorta di mediazione culturale e simbolica assente nell’istinto.
2003
883430988X
himeros; potos; eros; Sehnsucht; ordo amoris
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