I problemi centrali dell’esistenza umana non si risolvono stabilendo un insieme di norme da imporre all’individuo (cadendo nelle contrapposizioni ideologiche che segnano la morale), quanto cercando di non disperdere un sapere (phronesis) e una «tecnica del risveglio» (etica come Vor-Bildung) che si sono sedimentati in millenni di storia culturale. In questo percorso la filosofia può ritornare a svolgere un ruolo centrale, purché abbia l’accortezza di mantenere distinto il suo compito da quello del conferimento di senso. Stabilendo “sensi” per l’esistenza umana la filosofia ritornerebbe a essere ideologia e morale. Questo non accadeva nella phronesis di Platone e neppure nella fenomenologia di Scheler: nella prospettiva che qui si apre il problema della filosofia diventa in primo luogo quello di individuare e descrivere le tecniche terapeutiche più efficaci a far rinascere e fiorire gli strati affettivi più profondi; una volta risvegliati saranno questi strati ad attivarsi per trovare un proprio percorso e individuare le soluzioni ad esso più convenienti. Sarebbe ingenuo pensare che la diffusa sensazione di insensatezza e la fragilità dell’attuale quadro di orientamento generale siano dovuti solo dalla mancanza di una “teoria”: derivano piuttosto da una diffusa disattivazione degli strati affettivi più profondi della persona, da una carenza di sapere e di esperienze vissute circa le tecniche atte a riattivarli e portarli a maturazione. È di questi strati affettivi il mestiere di produrre orientamento e conferire un senso all’esistenza umana.

Strati affettivi e vocazione terapeutica della filosofia

CUSINATO, Guido
2007-01-01

Abstract

I problemi centrali dell’esistenza umana non si risolvono stabilendo un insieme di norme da imporre all’individuo (cadendo nelle contrapposizioni ideologiche che segnano la morale), quanto cercando di non disperdere un sapere (phronesis) e una «tecnica del risveglio» (etica come Vor-Bildung) che si sono sedimentati in millenni di storia culturale. In questo percorso la filosofia può ritornare a svolgere un ruolo centrale, purché abbia l’accortezza di mantenere distinto il suo compito da quello del conferimento di senso. Stabilendo “sensi” per l’esistenza umana la filosofia ritornerebbe a essere ideologia e morale. Questo non accadeva nella phronesis di Platone e neppure nella fenomenologia di Scheler: nella prospettiva che qui si apre il problema della filosofia diventa in primo luogo quello di individuare e descrivere le tecniche terapeutiche più efficaci a far rinascere e fiorire gli strati affettivi più profondi; una volta risvegliati saranno questi strati ad attivarsi per trovare un proprio percorso e individuare le soluzioni ad esso più convenienti. Sarebbe ingenuo pensare che la diffusa sensazione di insensatezza e la fragilità dell’attuale quadro di orientamento generale siano dovuti solo dalla mancanza di una “teoria”: derivano piuttosto da una diffusa disattivazione degli strati affettivi più profondi della persona, da una carenza di sapere e di esperienze vissute circa le tecniche atte a riattivarli e portarli a maturazione. È di questi strati affettivi il mestiere di produrre orientamento e conferire un senso all’esistenza umana.
2007
9788846486875
strati affettivi; Bildung; Gefühl; libertà; risentimento
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