Il saggio prende in considerazione un aspetto particolare della scrittura in una lingua diversa da quella materna, vale a dire un caso in cui il fenomeno non è limitato al singolo individuo, ma è esteso a una comunità più o meno vasta, in un determinato arco di tempo, come il francese scritto da italiani nel periodo che va all’incirca dalla metà del tredicesimo secolo sino al 1407, comunemente denominato franco-veneto, franco-italiano o francese di Lombardia. Dopo una sintesi che ripercorre i caratteri generali del fenomeno e rende conto dei principali contributi critici inerenti l’argomento, il saggio prende in esame il romanzo “Aquilon de Bavière” di Raffaele da Verona, scritto probabilmente tra il 1379 e il 1407, che è testimonianza tardiva di un sogno tardogotico di continuare a narrare le imprese dei paladini di Francia che lottano contro i pagani e che chiude la stagione della letteratura franco-veneta.
Scrivere in francese in Italia nel XIII secolo
BABBI, Anna Maria
2011-01-01
Abstract
Il saggio prende in considerazione un aspetto particolare della scrittura in una lingua diversa da quella materna, vale a dire un caso in cui il fenomeno non è limitato al singolo individuo, ma è esteso a una comunità più o meno vasta, in un determinato arco di tempo, come il francese scritto da italiani nel periodo che va all’incirca dalla metà del tredicesimo secolo sino al 1407, comunemente denominato franco-veneto, franco-italiano o francese di Lombardia. Dopo una sintesi che ripercorre i caratteri generali del fenomeno e rende conto dei principali contributi critici inerenti l’argomento, il saggio prende in esame il romanzo “Aquilon de Bavière” di Raffaele da Verona, scritto probabilmente tra il 1379 e il 1407, che è testimonianza tardiva di un sogno tardogotico di continuare a narrare le imprese dei paladini di Francia che lottano contro i pagani e che chiude la stagione della letteratura franco-veneta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.