Lo scopo di questa tesi è di analizzare le molteplici metafore celesti della filosofia di Friedrich Nietzsche e di individuare, oltre al lato puramente estetico, la visione scientifico-astronomica in esse contenuta. A tal fine sarà necessario, dapprima, esaminare le nozioni scientifiche del filosofo tedesco. Si prenderanno allora in considerazione i prestiti effettuati da Nietzsche presso la biblioteca universitaria di Basilea, i suoi acquisti, testimoniati a distanza d’anni dai volumi presenti nella sua biblioteca personale (oggi presso lo Studienzentrum della Herzogin Anna Amalia Bibliothek di Weimar), gli scambi epistolari contenenti le richieste di libri da parte di Nietzsche agli amici, le ricevute dei librai e gli incontri personali (Parte Prima). Per chiarire la quantità e la qualità di tali letture si analizzeranno gli studi di Pforta, Bonn e Lipsia. L’attenzione si polarizzerà tuttavia su due periodi di interesse nietzscheano per le scienze naturali: gli anni Settanta (Capitolo Primo) e gli anni Ottanta (Capitolo Secondo). Durante il primo lasso di tempo Nietzsche consultò diverse riviste ed enciclopedie a carattere scientifico, effettuò prestiti di testi di matematica, astronomia, meteorologia e filosofia naturale. A partire dal 1872, anno del passaggio della celebre cometa di Biela, si dedicò esplicitamente alla lettura di libri divulgativi di astronomia. Durante gli anni Ottanta, dopo il congedo di Basilea, Nietzsche riprese gli studi di filosofia naturale, astronomia, meteorologia e infine, ad Arcetri, incontrò l’autorevole astronomo Ernst Wilhelm Leberecht Tempel. Si confronteranno in seguito, gli scritti di Nietzsche con le sue letture scientifiche e con il contesto astronomico a lui contemporaneo, e si riconoscerà così la non piccola influenza che questi ultimi esercitarono sul suo pensiero (Parte Seconda). Si ricondurranno allora alcuni dei più noti pensieri nietzscheani a precisi riferimenti astronomici (Capitolo Primo). Dietro la visione antiantropocentrica e afinalistica di Nietzsche si riconoscerà una particolare rielaborazione dell’eliocentrismo copernicano. Dietro le ricorrenti metafore solari si rinverranno le attente analisi ottocentesche degli studi spettroscopici condotti sul corpo solare. Si spiegherà il prospettivismo nietzscheano alla luce dell’importante sviluppo dei telescopi [Perspektive] nel XIX secolo e dello studio dello spostamento apparente delle stelle rispetto allo sfondo in seguito al cambiamento del punto di vista dell’osservatore (parallasse). Si chiarirà inoltre la concezione nietzscheana della verità, esemplificata dalle note figure della morte di Dio e dell’avvento di Zarathustra per mezzo delle novità astronomiche ottocentesche: la misurazione della velocità della luce e della distanza delle stelle, l’introduzione del termine “anno luce” e l’idea della nascita e della morte delle stelle. Si rinverranno infine, dietro alcune oscure espressioni metaforiche nietzscheane, dotte nozioni d’astronomia (Capitolo Secondo). Dietro la figura di Talete delle lezioni di Basilea si individuerà lo scrupoloso studio da parte di Nietzsche della datazione dell’eclisse di sole predetta dal filosofo preplatonico. Nelle affermazioni sulle irregolarità della Via Lattea (La gaia scienza 109 e 322) si riconosceranno le accurate analisi astronomiche della nostra galassia. Si dimostrerà la derivazione delle poetiche metafore lunari presenti nel Così parlò Zarathustra da specifiche caratteristiche fisiche del corpo lunare. Si ravviseranno nel frammento postumo 25 [528] della primavera del 1884 puntigliosi riferimenti a passi dell’opera Le stelle dell’astronomo italiano Padre Pietro Angelo Secchi: l’infinità spaziale, le stelle variabili ad eclissi, le stelle doppie e il movimento dell’intero sistema solare verso la costellazione di Ercole. Infine si ricondurranno le enigmatiche espressioni nietzscheane sulle macchie solari a particolari tecniche d’osservazione del corpo solare (proiezione) e alla periodicità di tali macchie. Dal sostanzioso confronto tra la filosofia nietzscheana e l’astronomia ottocentesca emergerà una nuova profondità storico-scientifica del profilo intellettuale di Nietzsche. Si concluderà infatti non solo l’ampia acquisizione da parte Nietzsche di precise nozioni astronomiche ma anche e soprattutto la sua sorprendente capacità di rigiocare quelle nozioni in un ambito diverso da quello scientifico: la speculazione filosofica.

The purpose of this thesis is to analyze the several celestial metaphors of Friedrich Nietzsche’s philosophy and to identify, beyond the purely aesthetical side, the scientific-astronomical view contained in them. For such a purpose it is necessary at first to examine the scientific notions of the German philosopher. We consider Nietzsche’s loans of books at University Library in Basel; his purchases, attested by the volumes present in his personal library (found today at the Studienzentrum of Herzogin Anna Amalia Bibliothek in Weimar); his personal correspondences, which contain Nietzsche’s book requests to friends; the receipts of his booksellers; and his personal encounters (First Part). In order to clarify the quantity and the quality of such readings, we analyze the studies of Pforta, Bonn and Leipzig, but we focus our attention particularly on two periods where Nietzsche’s interest centered on natural sciences: the 1870s (First Chapter) and the 1880s (Second Chapter). During the first period Nietzsche consulted several scientific journals and encyclopedias, borrowed mathematics, astronomy, meteorology and natural philosophy texts. After 1872, the year of the passage of the famous Comet Biela, he dedicated himself completely to the reading of books of popular astronomy. During the 1880s, after he took leave of the University of Basel, Nietzsche resumed his studies in natural philosophy, astronomy and meteorology. During this time, in Arcetri (Florence), he also met the astronomer Ernst Wilhelm Leberecht Tempel. Through the comparison of Nietzsche’s writings, his scientific readings, and the astronomical context of his time, it is possible to recognize the considerable influence that the latter exerted on his thoughts (Second Part). Therefore we trace some of Nietzsche’s best known thoughts back to precise astronomical references (First Chapter). Behind Nietzsche’s anti-anthropocentric and a-finalistic vision we do recognize a particular reworking of the Copernican heliocentrism. Behind the frequent solar metaphors we discover the nineteenth-century careful analysis of the spectroscopic studies conducted on the solar body. We interpret Nietzsche’s perspectivism in light of the important development of telescopes [Perspektive] during the nineteenth-century and considering the study of the alteration of the relative apparent position of the stars due to changes in the point of view of the observer (parallax). Furthermore we clarify Nietzsche’s conception of truth, exemplified by the figures of the death of God and of Zarathustra’s coming, by means of the nineteenth-century astronomical novelties: the measuring of the speed of light and of the distance of the stars, the introduction of the term “light-year” and the idea of the birth and death of the stars. Finally we discover, behind some of Nietzsche’s obscure expressions, erudite notions of astronomy (Second Chapter). Behind the figure of Thales in the lectures of Basel, we identify Nietzsche’s scrupulous study of the dating of the solar eclipse predicted by the pre-Platonic philosopher. In the assertions on the irregular form of the Milky Way (The Gay Science 109 and 322) we recognize the accurate astronomical analysis of our galaxy. We demonstrate the derivation of the poetic lunar metaphors present in Thus spoke Zarathustra from the specific physical characteristics of the moon. We recognize within the posthumous fragment 25 [518] dating back to spring 1884 punctilious references to the work The stars of the astronomer Father Pietro Angelo Secchi: spatial infinity, double stars and the motion of the whole solar system towards the constellation Hercules. Lastly we trace Nietzsche’s enigmatic expressions on sunspots back to the precise observational techniques of the solar body (projection) and to the periodicity of such spots. From the significant comparison between Nietzsche’s philosophy and nineteenth-century astronomy a new historical-scientific depth of Nietzsche’s intellectual profile emerges. We conclude, in fact, not only Nietzsche’s wide acquisitions of precise astronomical notions but also, and above all, his amazing ability to reuse those notions in an area different from the scientific one – philosophical speculation.

Nietzsche e l'astronomia del XIX secolo

TRECCANI, Irene
2012-01-01

Abstract

The purpose of this thesis is to analyze the several celestial metaphors of Friedrich Nietzsche’s philosophy and to identify, beyond the purely aesthetical side, the scientific-astronomical view contained in them. For such a purpose it is necessary at first to examine the scientific notions of the German philosopher. We consider Nietzsche’s loans of books at University Library in Basel; his purchases, attested by the volumes present in his personal library (found today at the Studienzentrum of Herzogin Anna Amalia Bibliothek in Weimar); his personal correspondences, which contain Nietzsche’s book requests to friends; the receipts of his booksellers; and his personal encounters (First Part). In order to clarify the quantity and the quality of such readings, we analyze the studies of Pforta, Bonn and Leipzig, but we focus our attention particularly on two periods where Nietzsche’s interest centered on natural sciences: the 1870s (First Chapter) and the 1880s (Second Chapter). During the first period Nietzsche consulted several scientific journals and encyclopedias, borrowed mathematics, astronomy, meteorology and natural philosophy texts. After 1872, the year of the passage of the famous Comet Biela, he dedicated himself completely to the reading of books of popular astronomy. During the 1880s, after he took leave of the University of Basel, Nietzsche resumed his studies in natural philosophy, astronomy and meteorology. During this time, in Arcetri (Florence), he also met the astronomer Ernst Wilhelm Leberecht Tempel. Through the comparison of Nietzsche’s writings, his scientific readings, and the astronomical context of his time, it is possible to recognize the considerable influence that the latter exerted on his thoughts (Second Part). Therefore we trace some of Nietzsche’s best known thoughts back to precise astronomical references (First Chapter). Behind Nietzsche’s anti-anthropocentric and a-finalistic vision we do recognize a particular reworking of the Copernican heliocentrism. Behind the frequent solar metaphors we discover the nineteenth-century careful analysis of the spectroscopic studies conducted on the solar body. We interpret Nietzsche’s perspectivism in light of the important development of telescopes [Perspektive] during the nineteenth-century and considering the study of the alteration of the relative apparent position of the stars due to changes in the point of view of the observer (parallax). Furthermore we clarify Nietzsche’s conception of truth, exemplified by the figures of the death of God and of Zarathustra’s coming, by means of the nineteenth-century astronomical novelties: the measuring of the speed of light and of the distance of the stars, the introduction of the term “light-year” and the idea of the birth and death of the stars. Finally we discover, behind some of Nietzsche’s obscure expressions, erudite notions of astronomy (Second Chapter). Behind the figure of Thales in the lectures of Basel, we identify Nietzsche’s scrupulous study of the dating of the solar eclipse predicted by the pre-Platonic philosopher. In the assertions on the irregular form of the Milky Way (The Gay Science 109 and 322) we recognize the accurate astronomical analysis of our galaxy. We demonstrate the derivation of the poetic lunar metaphors present in Thus spoke Zarathustra from the specific physical characteristics of the moon. We recognize within the posthumous fragment 25 [518] dating back to spring 1884 punctilious references to the work The stars of the astronomer Father Pietro Angelo Secchi: spatial infinity, double stars and the motion of the whole solar system towards the constellation Hercules. Lastly we trace Nietzsche’s enigmatic expressions on sunspots back to the precise observational techniques of the solar body (projection) and to the periodicity of such spots. From the significant comparison between Nietzsche’s philosophy and nineteenth-century astronomy a new historical-scientific depth of Nietzsche’s intellectual profile emerges. We conclude, in fact, not only Nietzsche’s wide acquisitions of precise astronomical notions but also, and above all, his amazing ability to reuse those notions in an area different from the scientific one – philosophical speculation.
2012
Nietzsche; astronomia; prospettivismo; punti di vista; eliocentrismo; Copernico; nichilismo; dissipazione di energia; sole; morte termica; morte di Dio; verità; tempo; velocità della luce; anno luce
Lo scopo di questa tesi è di analizzare le molteplici metafore celesti della filosofia di Friedrich Nietzsche e di individuare, oltre al lato puramente estetico, la visione scientifico-astronomica in esse contenuta. A tal fine sarà necessario, dapprima, esaminare le nozioni scientifiche del filosofo tedesco. Si prenderanno allora in considerazione i prestiti effettuati da Nietzsche presso la biblioteca universitaria di Basilea, i suoi acquisti, testimoniati a distanza d’anni dai volumi presenti nella sua biblioteca personale (oggi presso lo Studienzentrum della Herzogin Anna Amalia Bibliothek di Weimar), gli scambi epistolari contenenti le richieste di libri da parte di Nietzsche agli amici, le ricevute dei librai e gli incontri personali (Parte Prima). Per chiarire la quantità e la qualità di tali letture si analizzeranno gli studi di Pforta, Bonn e Lipsia. L’attenzione si polarizzerà tuttavia su due periodi di interesse nietzscheano per le scienze naturali: gli anni Settanta (Capitolo Primo) e gli anni Ottanta (Capitolo Secondo). Durante il primo lasso di tempo Nietzsche consultò diverse riviste ed enciclopedie a carattere scientifico, effettuò prestiti di testi di matematica, astronomia, meteorologia e filosofia naturale. A partire dal 1872, anno del passaggio della celebre cometa di Biela, si dedicò esplicitamente alla lettura di libri divulgativi di astronomia. Durante gli anni Ottanta, dopo il congedo di Basilea, Nietzsche riprese gli studi di filosofia naturale, astronomia, meteorologia e infine, ad Arcetri, incontrò l’autorevole astronomo Ernst Wilhelm Leberecht Tempel. Si confronteranno in seguito, gli scritti di Nietzsche con le sue letture scientifiche e con il contesto astronomico a lui contemporaneo, e si riconoscerà così la non piccola influenza che questi ultimi esercitarono sul suo pensiero (Parte Seconda). Si ricondurranno allora alcuni dei più noti pensieri nietzscheani a precisi riferimenti astronomici (Capitolo Primo). Dietro la visione antiantropocentrica e afinalistica di Nietzsche si riconoscerà una particolare rielaborazione dell’eliocentrismo copernicano. Dietro le ricorrenti metafore solari si rinverranno le attente analisi ottocentesche degli studi spettroscopici condotti sul corpo solare. Si spiegherà il prospettivismo nietzscheano alla luce dell’importante sviluppo dei telescopi [Perspektive] nel XIX secolo e dello studio dello spostamento apparente delle stelle rispetto allo sfondo in seguito al cambiamento del punto di vista dell’osservatore (parallasse). Si chiarirà inoltre la concezione nietzscheana della verità, esemplificata dalle note figure della morte di Dio e dell’avvento di Zarathustra per mezzo delle novità astronomiche ottocentesche: la misurazione della velocità della luce e della distanza delle stelle, l’introduzione del termine “anno luce” e l’idea della nascita e della morte delle stelle. Si rinverranno infine, dietro alcune oscure espressioni metaforiche nietzscheane, dotte nozioni d’astronomia (Capitolo Secondo). Dietro la figura di Talete delle lezioni di Basilea si individuerà lo scrupoloso studio da parte di Nietzsche della datazione dell’eclisse di sole predetta dal filosofo preplatonico. Nelle affermazioni sulle irregolarità della Via Lattea (La gaia scienza 109 e 322) si riconosceranno le accurate analisi astronomiche della nostra galassia. Si dimostrerà la derivazione delle poetiche metafore lunari presenti nel Così parlò Zarathustra da specifiche caratteristiche fisiche del corpo lunare. Si ravviseranno nel frammento postumo 25 [528] della primavera del 1884 puntigliosi riferimenti a passi dell’opera Le stelle dell’astronomo italiano Padre Pietro Angelo Secchi: l’infinità spaziale, le stelle variabili ad eclissi, le stelle doppie e il movimento dell’intero sistema solare verso la costellazione di Ercole. Infine si ricondurranno le enigmatiche espressioni nietzscheane sulle macchie solari a particolari tecniche d’osservazione del corpo solare (proiezione) e alla periodicità di tali macchie. Dal sostanzioso confronto tra la filosofia nietzscheana e l’astronomia ottocentesca emergerà una nuova profondità storico-scientifica del profilo intellettuale di Nietzsche. Si concluderà infatti non solo l’ampia acquisizione da parte Nietzsche di precise nozioni astronomiche ma anche e soprattutto la sua sorprendente capacità di rigiocare quelle nozioni in un ambito diverso da quello scientifico: la speculazione filosofica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/412139
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