La ricerca ha per oggetto le autorizzazioni a manipolare e vendere medicamenti rilasciate fra XVI e XVIII secolo dai provveditori alla Sanità di Venezia a 375 fra medici, speziali, droghieri, etc. ma anche figure non appartenenti alla professione medica (eccetto ciarlatani, già ben indagati dalla letteratura come dalla recente produzione accademica). Nella prima parte si esamina l’evoluzione normativa fra gli anni 1549-1798, estremi della prima ed ultima autorizzazione rilasciata per segreti medicinali. Evoluzione che evidenzia come i soggetti produttori di segreti non siano solo ciarlatani, opinione invalsa negli studi, ma appartengano a varie categorie professionali, che negli anni si definiscono sempre più dettagliatamente. La manipolazione dei segreti si innesta quindi nel circuito del mercato della cura condividendo un tratto peculiare della farmacopea veneta: l’assenza di un codice farmaceutico di riferimento, che determina una grande libertà di invenzione e soprattutto una grande inclinazione chimica, spesso bandita dalle prime farmacopee ufficiali. La parte centrale della tesi si cerca di ricostruire, nei limiti concessi dalle fonti, le basi culturali che muovono i manipolatori di segreti ad interessarsi agli studi naturalistici e chimici, passando in rassegna una serie di casi-studio. Sulla base della variazione in percentuale delle professioni lungo i secoli XVI-XVIII, i manipolatori di segreti vengono così inseriti nella tradizione locale di studi chimici, botanici e di farmacopea. Nella terza parte si prende in esame l’ultima stagione dei segreti medicinali, la produzione tardo settecentesca, in cui vengono a maturazione una serie di caratteristiche di fondo: esigenza di rinnovamento e originalità, ricerca di un impatto terapeutico dolce e non invasivo, tendenza a costruire reti commerciali sovranazionali. Tra i manipolatori di segreti, gli speziali sono i professionisti che più sono aumentati dal XVI secolo, assecondati in ciò anche dalle autorità che vogliono ricondurre la produzione e vendita di segreti nelle botteghe medicinali. Il crepuscolo dei segreti è alle porte: la creatività di professionisti e praticanti è ricondotta nell’alveo di un sempre più capillare programma di disciplinamento socio-culturale.

The purpose of the research are the medicines and remedies (“secrets”) patented by Venetian Health authorities to 375 among physicians, apothecaries, grocers, practitioners etc. (except “charlatans”, already well explored) in sixteenth- to eighteenth-century Venice. In the first part we analyse the development of the regulatory framework from 1549 to 1798, dates of first and last licence for secrets. Development that highlights how the secrets manipulators are not exclusively charlatans, as most of the academic studies support, but they belong to various professional groups, defining them more and more minutely over the years. The manipulation of remedies and medicines is part of the care market, sharing a peculiar feature with the Venetian pharmacopoea: the lack of a binding pharmaceutical code, exciting a great deal of inventivness and above all a good tendency to chemical studies, usually avoided from the official pharmacopoeias. The central part of the research tries to reconstruct, to the extent permitted by sources, the socio-cultural background inducing the secrets manipulators to engage in naturalistic and chemical studies. We browse then a series of case studies along the XVI-XVIII centuries, concernig professionals and non professionals, inserting them in the local tradition of chemical, botanical and pharmaceutical tradition. The third part of the research is devoted to the last flowering of secrets, the late seventeenth-century one, when many features mature: the pursuit of therapeutical sweetness, together with a noninvasive therapeutical impact and the tendency to build large commercial networks. From the sixteenth century, among the manipulators of secrets, apothecaries are the most increasing group of professionals, facilitated by Health authorities that want to bring the care market back into the medicine shops. This is the twilight of the medicinal secrets: creativity of professionals and practitioners is shrinking day by day, while authorities are creating an increasingly widespread system of socio-cultural disciplining.

Sul filo dei segreti medicinali: praticanti e professionisti del mercato della cura a Venezia (secoli XVI-XVIII)

MINUZZI, Sabrina
2012-01-01

Abstract

The purpose of the research are the medicines and remedies (“secrets”) patented by Venetian Health authorities to 375 among physicians, apothecaries, grocers, practitioners etc. (except “charlatans”, already well explored) in sixteenth- to eighteenth-century Venice. In the first part we analyse the development of the regulatory framework from 1549 to 1798, dates of first and last licence for secrets. Development that highlights how the secrets manipulators are not exclusively charlatans, as most of the academic studies support, but they belong to various professional groups, defining them more and more minutely over the years. The manipulation of remedies and medicines is part of the care market, sharing a peculiar feature with the Venetian pharmacopoea: the lack of a binding pharmaceutical code, exciting a great deal of inventivness and above all a good tendency to chemical studies, usually avoided from the official pharmacopoeias. The central part of the research tries to reconstruct, to the extent permitted by sources, the socio-cultural background inducing the secrets manipulators to engage in naturalistic and chemical studies. We browse then a series of case studies along the XVI-XVIII centuries, concernig professionals and non professionals, inserting them in the local tradition of chemical, botanical and pharmaceutical tradition. The third part of the research is devoted to the last flowering of secrets, the late seventeenth-century one, when many features mature: the pursuit of therapeutical sweetness, together with a noninvasive therapeutical impact and the tendency to build large commercial networks. From the sixteenth century, among the manipulators of secrets, apothecaries are the most increasing group of professionals, facilitated by Health authorities that want to bring the care market back into the medicine shops. This is the twilight of the medicinal secrets: creativity of professionals and practitioners is shrinking day by day, while authorities are creating an increasingly widespread system of socio-cultural disciplining.
2012
storia della medicina; libri scientifici; tradizione botanica e chimica; farmacopea; Venezia
La ricerca ha per oggetto le autorizzazioni a manipolare e vendere medicamenti rilasciate fra XVI e XVIII secolo dai provveditori alla Sanità di Venezia a 375 fra medici, speziali, droghieri, etc. ma anche figure non appartenenti alla professione medica (eccetto ciarlatani, già ben indagati dalla letteratura come dalla recente produzione accademica). Nella prima parte si esamina l’evoluzione normativa fra gli anni 1549-1798, estremi della prima ed ultima autorizzazione rilasciata per segreti medicinali. Evoluzione che evidenzia come i soggetti produttori di segreti non siano solo ciarlatani, opinione invalsa negli studi, ma appartengano a varie categorie professionali, che negli anni si definiscono sempre più dettagliatamente. La manipolazione dei segreti si innesta quindi nel circuito del mercato della cura condividendo un tratto peculiare della farmacopea veneta: l’assenza di un codice farmaceutico di riferimento, che determina una grande libertà di invenzione e soprattutto una grande inclinazione chimica, spesso bandita dalle prime farmacopee ufficiali. La parte centrale della tesi si cerca di ricostruire, nei limiti concessi dalle fonti, le basi culturali che muovono i manipolatori di segreti ad interessarsi agli studi naturalistici e chimici, passando in rassegna una serie di casi-studio. Sulla base della variazione in percentuale delle professioni lungo i secoli XVI-XVIII, i manipolatori di segreti vengono così inseriti nella tradizione locale di studi chimici, botanici e di farmacopea. Nella terza parte si prende in esame l’ultima stagione dei segreti medicinali, la produzione tardo settecentesca, in cui vengono a maturazione una serie di caratteristiche di fondo: esigenza di rinnovamento e originalità, ricerca di un impatto terapeutico dolce e non invasivo, tendenza a costruire reti commerciali sovranazionali. Tra i manipolatori di segreti, gli speziali sono i professionisti che più sono aumentati dal XVI secolo, assecondati in ciò anche dalle autorità che vogliono ricondurre la produzione e vendita di segreti nelle botteghe medicinali. Il crepuscolo dei segreti è alle porte: la creatività di professionisti e praticanti è ricondotta nell’alveo di un sempre più capillare programma di disciplinamento socio-culturale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/397742
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