I versi 450-57 dell’Antigone di Sofocle sono oggetto di esegesi filosofica almeno a partire da Aristotele per arrivare fino a Hegel e oltre. Meno frequenti sono stati i tentativi di comprendere a cosa si riferisse concretamente e storicamente Sofocle nel mettere in bocca al suo personaggio quelle parole. Tra le caratteristiche dei nomima cui si appella Antigone (origine divina, eternità, immutabilità, sacralità) si è molto insistito sull’aspetto della loro “non scrittura” focalizzando una contrapposizione tra leggi “scritte” e leggi “non scritte” il cui esame coinvolge una serie di problematiche complesse, quali per esempio il ruolo della fissazione scritta nell’elaborazione dei codici legislativi nella Grecia arcaica e classica e il rapporto tra scrittura e democrazia ad Atene. Il rischio è quello di generalizzazioni schematiche che comportano improbabili equivalenze per cui il modello delle leggi scritte viene inteso come specifico della mentalità democratica, mentre quello delle leggi non scritte è avvertito come tipicamente oligarchico. Per comprendere la tematica e la posizione sofoclea nel contesto del V sec. a.C. occorre tenere presente tra gli altri i due seguenti elementi: 1) la tematica delle cosiddette leggi non scritte si riferisce innanzi tutto a questioni di diritto funerario, ovvero ad un divieto di sepoltura comminato dall’autorità politica (tematica cara a Sofocle e trattata anche nell’Aiace); 2) esistenza ad Atene in età periclea di residui arcaici di amministrazione della giustizia (collegi sacerdotali che mantengono prerogative peculiari al’interno del contesto politico-giuridico della polis). Oltre all’Antigone, la tematica delle leggi divine è accennata anche in altre tragedie sofoclee (Aiace, Edipo re, Edipo a Colono). Per il tragediografo doveva essere un punto essenziale e irrinunciabile su cui richiamare l’attenzione del pubblico proprio negli anni in cui si affermava la democrazia di stampo pericleo ed era massimo il suo impegno personale in campo politico.
Titolo: | Il tema delle leggi non scritte nella drammaturgia sofoclea |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2011 |
Abstract: | I versi 450-57 dell’Antigone di Sofocle sono oggetto di esegesi filosofica almeno a partire da Aristotele per arrivare fino a Hegel e oltre. Meno frequenti sono stati i tentativi di comprendere a cosa si riferisse concretamente e storicamente Sofocle nel mettere in bocca al suo personaggio quelle parole. Tra le caratteristiche dei nomima cui si appella Antigone (origine divina, eternità, immutabilità, sacralità) si è molto insistito sull’aspetto della loro “non scrittura” focalizzando una contrapposizione tra leggi “scritte” e leggi “non scritte” il cui esame coinvolge una serie di problematiche complesse, quali per esempio il ruolo della fissazione scritta nell’elaborazione dei codici legislativi nella Grecia arcaica e classica e il rapporto tra scrittura e democrazia ad Atene. Il rischio è quello di generalizzazioni schematiche che comportano improbabili equivalenze per cui il modello delle leggi scritte viene inteso come specifico della mentalità democratica, mentre quello delle leggi non scritte è avvertito come tipicamente oligarchico. Per comprendere la tematica e la posizione sofoclea nel contesto del V sec. a.C. occorre tenere presente tra gli altri i due seguenti elementi: 1) la tematica delle cosiddette leggi non scritte si riferisce innanzi tutto a questioni di diritto funerario, ovvero ad un divieto di sepoltura comminato dall’autorità politica (tematica cara a Sofocle e trattata anche nell’Aiace); 2) esistenza ad Atene in età periclea di residui arcaici di amministrazione della giustizia (collegi sacerdotali che mantengono prerogative peculiari al’interno del contesto politico-giuridico della polis). Oltre all’Antigone, la tematica delle leggi divine è accennata anche in altre tragedie sofoclee (Aiace, Edipo re, Edipo a Colono). Per il tragediografo doveva essere un punto essenziale e irrinunciabile su cui richiamare l’attenzione del pubblico proprio negli anni in cui si affermava la democrazia di stampo pericleo ed era massimo il suo impegno personale in campo politico. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11562/392667 |
ISBN: | 9788843060320 |
Appare nelle tipologie: | 02.01 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |
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