Solo negli ultimi anni si è fatta chiara la percezione della biodiversità come un bene economico da valutare in sé. La valutazione della biodiversità riguarda il valore intrinseco delle risorse ed i servizi ad essa legati (principi attivi, controllo dell’erosione, stoccaggio di CO2, benessere fisico e spirituale, processi biologici che assicurano l’evoluzione della vita e degli ecosistemi) e di conseguenza i benefici che può trarne l’uomo. Tra questi benefici devono essere inclusi quelli realizzabili attraverso le accessioni presenti nelle collezioni ex situ del germoplasma. Un altro aspetto della valutazione ha come oggetto i danni provocati ll’ambiente e all’uomo quando lo stock di biodiversità (ed i servizi che da essa si originano) viene compromesso da scelte economiche basate sui soli meccanismi di mercato e/o da politiche errate o dall’assenza di politiche di tutela. Dal punto di vista della conservazione ex situ tali costi sono ascrivibili alle trasformazioni del territorio che provocano perdite di biodiversità prima che questa venga conosciuta e conservata, o si configurano come costi del non-intervento, ossia la mancata realizzazione di azioni di conservazione.
Economia della Conservazione della Biodiversità Ex-Situ
VERONESI, Marcella
2010-01-01
Abstract
Solo negli ultimi anni si è fatta chiara la percezione della biodiversità come un bene economico da valutare in sé. La valutazione della biodiversità riguarda il valore intrinseco delle risorse ed i servizi ad essa legati (principi attivi, controllo dell’erosione, stoccaggio di CO2, benessere fisico e spirituale, processi biologici che assicurano l’evoluzione della vita e degli ecosistemi) e di conseguenza i benefici che può trarne l’uomo. Tra questi benefici devono essere inclusi quelli realizzabili attraverso le accessioni presenti nelle collezioni ex situ del germoplasma. Un altro aspetto della valutazione ha come oggetto i danni provocati ll’ambiente e all’uomo quando lo stock di biodiversità (ed i servizi che da essa si originano) viene compromesso da scelte economiche basate sui soli meccanismi di mercato e/o da politiche errate o dall’assenza di politiche di tutela. Dal punto di vista della conservazione ex situ tali costi sono ascrivibili alle trasformazioni del territorio che provocano perdite di biodiversità prima che questa venga conosciuta e conservata, o si configurano come costi del non-intervento, ossia la mancata realizzazione di azioni di conservazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.