La didattica che questo libro intende mettere a fuoco è “al lavoro” in molteplici sensi: lo è innanzitutto in quanto azione didattica che valorizza l’esperienza lavorativa come fonte di apprendimenti rilevanti e significativi; lo è poi come azione didattica rappresentata nel vivo del suo svolgersi, “al lavoro” appunto; lo è poi in quanto “pratica”, se pensiamo al fatto che l’intima qualità della pratica stessa – e dunque anche di quella formativa – è di essere sempre in corso d’opera, ancora una volta “al lavoro”. Il titolo indica dunque che ci si è voluti “tuffare” nelle pratiche formative, immergere in un’analisi delle stesse, che ne consentisse una specifica tematizzazione, capace di farne emergere tratti vivi ed essenziali, in particolare la loro centratura sul lavoro come ambito ricco di sapere. Le pratiche che vengono esplorate sono quelle di circa un centinaio di formatori e formatrici che operano nell’area dei cosiddetti “assi culturali”, all’interno dei Centri di formazione professionale (Cfp) salesiani, in otto regioni italiane. Questi enti svolgono un importante servizio per una fascia di utenza spesso segnata da un difficile rapporto con altri contesti scolastici e formativi. Ciò che emerge dalla ricerca, sia dal punto di vista metodologico che dal punto di vista dei risultati, assume però un valore che va oltre le realtà indagate. Esplorare le pratiche didattiche dei docenti di area culturale nei Cfp significa infatti illuminare la possibilità di accompagnare riflessivamente l’esperienza del lavoro e di allargare il concetto di formazione professionale alla formazione personale dei soggetti in essa coinvolti. L’esperienza lavorativa – sia quella dei docenti che hanno partecipato alla ricerca, sia quella degli allievi dei percorsi di Istruzione e formazione professionale (Ifp) – si configura come luogo pregno di saperi e generativo di sempre nuove conoscenze. Dopo un’introduzione che illustra i principi di fondo a cui si ispira una ricerca che voglia essere al tempo stesso utile e rigorosa, il libro dedica la prima parte a presentare i presupposti e le varie fasi del lavoro di ricerca condotto. Viene offerta una specifica declinazione di quel tipo di ricerca che va sotto il nome di “analisi delle pratiche educative” e che, nel panorama della ricerca pedagogica e didattica, rappresenta una delle modalità più interessanti di intrecciare ricerca, riflessione e formazione dei formatori. La seconda parte, articolata in cinque capitoli, dà conto delle principali dimensioni di qualità dell’agire didattico che sono emerse dall’analisi dei dati raccolti. Si tratta delle strategie per aver cura della relazione, per gestire efficacemente la lezione, per valorizzare ai fini dell’apprendimento la concreta esperienza di vita degli allievi e regalare pensiero in particolare all’esperienza lavorativa, per impostare la valutazione come risorsa per l’apprendimento. La conclusione traccia un quadro di sintesi e nomina le questioni aperte su cui sembra opportuno continuare a pensare. Anche chi ha responsabilità per la formazione dei formatori o per le decisioni politiche riguardanti il sistema dell’Ifp nelle varie regioni e province autonome del nostro Paese, potrà trovare, in ciò che emerge da questa ricerca, indicazioni e spunti utili per valorizzare sempre di più il sapere che nasce dall’esperienza e la professionalità di tanti docenti e formatori che, nonostante un processo di delegittimazione in atto riguardo a tutte le figure che si occupano di insegnamento e formazione, fanno bene il loro mestiere.

La didattica al lavoro. Analisi delle pratiche educative nell'istruzione e formazione professionale

TACCONI, Giuseppe
2011-01-01

Abstract

La didattica che questo libro intende mettere a fuoco è “al lavoro” in molteplici sensi: lo è innanzitutto in quanto azione didattica che valorizza l’esperienza lavorativa come fonte di apprendimenti rilevanti e significativi; lo è poi come azione didattica rappresentata nel vivo del suo svolgersi, “al lavoro” appunto; lo è poi in quanto “pratica”, se pensiamo al fatto che l’intima qualità della pratica stessa – e dunque anche di quella formativa – è di essere sempre in corso d’opera, ancora una volta “al lavoro”. Il titolo indica dunque che ci si è voluti “tuffare” nelle pratiche formative, immergere in un’analisi delle stesse, che ne consentisse una specifica tematizzazione, capace di farne emergere tratti vivi ed essenziali, in particolare la loro centratura sul lavoro come ambito ricco di sapere. Le pratiche che vengono esplorate sono quelle di circa un centinaio di formatori e formatrici che operano nell’area dei cosiddetti “assi culturali”, all’interno dei Centri di formazione professionale (Cfp) salesiani, in otto regioni italiane. Questi enti svolgono un importante servizio per una fascia di utenza spesso segnata da un difficile rapporto con altri contesti scolastici e formativi. Ciò che emerge dalla ricerca, sia dal punto di vista metodologico che dal punto di vista dei risultati, assume però un valore che va oltre le realtà indagate. Esplorare le pratiche didattiche dei docenti di area culturale nei Cfp significa infatti illuminare la possibilità di accompagnare riflessivamente l’esperienza del lavoro e di allargare il concetto di formazione professionale alla formazione personale dei soggetti in essa coinvolti. L’esperienza lavorativa – sia quella dei docenti che hanno partecipato alla ricerca, sia quella degli allievi dei percorsi di Istruzione e formazione professionale (Ifp) – si configura come luogo pregno di saperi e generativo di sempre nuove conoscenze. Dopo un’introduzione che illustra i principi di fondo a cui si ispira una ricerca che voglia essere al tempo stesso utile e rigorosa, il libro dedica la prima parte a presentare i presupposti e le varie fasi del lavoro di ricerca condotto. Viene offerta una specifica declinazione di quel tipo di ricerca che va sotto il nome di “analisi delle pratiche educative” e che, nel panorama della ricerca pedagogica e didattica, rappresenta una delle modalità più interessanti di intrecciare ricerca, riflessione e formazione dei formatori. La seconda parte, articolata in cinque capitoli, dà conto delle principali dimensioni di qualità dell’agire didattico che sono emerse dall’analisi dei dati raccolti. Si tratta delle strategie per aver cura della relazione, per gestire efficacemente la lezione, per valorizzare ai fini dell’apprendimento la concreta esperienza di vita degli allievi e regalare pensiero in particolare all’esperienza lavorativa, per impostare la valutazione come risorsa per l’apprendimento. La conclusione traccia un quadro di sintesi e nomina le questioni aperte su cui sembra opportuno continuare a pensare. Anche chi ha responsabilità per la formazione dei formatori o per le decisioni politiche riguardanti il sistema dell’Ifp nelle varie regioni e province autonome del nostro Paese, potrà trovare, in ciò che emerge da questa ricerca, indicazioni e spunti utili per valorizzare sempre di più il sapere che nasce dall’esperienza e la professionalità di tanti docenti e formatori che, nonostante un processo di delegittimazione in atto riguardo a tutte le figure che si occupano di insegnamento e formazione, fanno bene il loro mestiere.
2011
9788856846034
didattica; lavoro; analisi delle pratiche educative; istruzione e formazione professionale; ricerca; assi culturali
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