L’analisi, lo studio e l’approfondimento del pregiudizio sull’handicap e della sua origine, ma soprattutto l’esplorazione delle possibili vie per superarlo attraverso l’educazione, rappresenta uno tra i più significativi ambiti di ricerca per il pedagogista speciale. Da qui, l’indagine sulle motivazioni per cui il termine handicappato ha identificato una “specie umana” dentro il “genere” uomini. Infatti, è proprio questa la logica illogica che si nasconde dietro l’abuso della parola handicap, divenuta per antonomasia giudizio di quasi umanità. Questo è anche il malinteso di fondo che sottende il pregiudizio sull’handicap. Sono infatti i pregiudizi e gli stereotipi che legittimano culturalmente ogni separazione tra normali e diversi. Il pregiudizio sull’handicap – come emerge nel testo - fa riferimento ad un sistema simbolico definibile come cultura dello scarto, che funziona come anestetico della coscienza di fronte alla fragilità insita nella natura dell’uomo, la cui essenza è il limite. Tuttavia, seppur vero che la natura a volte è causa di sofferenza e disperazione, molto di più lo è l’uomo quando al dolore sovrappone dolore, alla sofferenza ulteriore sofferenza e al limite altro limite. Eppure, lo stesso, ha il potere di lenire il dolore, calmare la sofferenza e ridurre il limite. Ma per far questo bisogna riuscire a vedere l’uomo al di là e oltre gli handicap, il limite connaturato ad ogni vita umana, abile o disabile che sia. Non riuscire a vedere tutto ciò, non è imputabile a un difetto di natura, bensì alle distorsioni del senso operate dal pregiudizio.
Handicap e pregiudizio. Le radici culturali
LASCIOLI, Angelo
2011-01-01
Abstract
L’analisi, lo studio e l’approfondimento del pregiudizio sull’handicap e della sua origine, ma soprattutto l’esplorazione delle possibili vie per superarlo attraverso l’educazione, rappresenta uno tra i più significativi ambiti di ricerca per il pedagogista speciale. Da qui, l’indagine sulle motivazioni per cui il termine handicappato ha identificato una “specie umana” dentro il “genere” uomini. Infatti, è proprio questa la logica illogica che si nasconde dietro l’abuso della parola handicap, divenuta per antonomasia giudizio di quasi umanità. Questo è anche il malinteso di fondo che sottende il pregiudizio sull’handicap. Sono infatti i pregiudizi e gli stereotipi che legittimano culturalmente ogni separazione tra normali e diversi. Il pregiudizio sull’handicap – come emerge nel testo - fa riferimento ad un sistema simbolico definibile come cultura dello scarto, che funziona come anestetico della coscienza di fronte alla fragilità insita nella natura dell’uomo, la cui essenza è il limite. Tuttavia, seppur vero che la natura a volte è causa di sofferenza e disperazione, molto di più lo è l’uomo quando al dolore sovrappone dolore, alla sofferenza ulteriore sofferenza e al limite altro limite. Eppure, lo stesso, ha il potere di lenire il dolore, calmare la sofferenza e ridurre il limite. Ma per far questo bisogna riuscire a vedere l’uomo al di là e oltre gli handicap, il limite connaturato ad ogni vita umana, abile o disabile che sia. Non riuscire a vedere tutto ciò, non è imputabile a un difetto di natura, bensì alle distorsioni del senso operate dal pregiudizio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.