L'oggetto di questa tesi è il topos del 'libro-fonte' nei romanzi francesi medievali del XII e XIII secolo. Il topos è, in primo luogo, il rinvio a un modello indistinto (es. «com l'estoire dist, et il est verités»): il poeta, con lo scopo di avvalorare le proprie dichiarazioni, ricorre all'auctoritas di una fonte generica Il topos inoltre, per essere tale, deve esibire dei tratti di riconoscibilità o, meglio ancora, di formularità: il locus è communis, ossia gli elementi costitutivi sono condivisi e condivisibili alla communitas formata dall'autore e dal suo pubblico. I principali costituenti formali del topos sono: la fonte, generalmente espressa attraverso un sostantivo (escripture, estoire, leçon, ecc.) e il verbum dicendi (dit, enseigne, ecc.), introdotti da una congiunzione (com) o da un avverbio (si) o, ancora, da un pronome dimostrativo (ce). Il luogo privilegiato della dichiarazione (topica o meno) riguardante la fonte è - molto spesso, ma non esclusivamente - il limen del testo, ossia il prologo e/o l'epilogo. Le zone liminari sono infatti i segmenti testuali nevralgici per il dispiegamento dell'armamentario topico relativo al rapporto tra l'autore e il proprio testo, tra il poeta e il proprio pubblico. Per quanto riguarda l'oggetto di indagine, si è deciso di restringere opportunamente il campo di analisi, studiando il topos nei romanzi francesi del XII e XIII secolo. La scelta è dettata più da una necessità operativa che da una reale esigenza critica: è difficile, innanzitutto, stabilire per i récit antichi un confine netto e assoluto di genere. All'interno della griglia definita (romanzo / secoli XII e XIII), è stata operata un'ulteriore selezione: non sono state censite sistematicamente tutte le occorrenze del topos, ma si è operata una scelta. Un tentativo di classificazione se non sistematica, quantomeno esaustiva, è stato successivamente abbandonato: in primo luogo perché l'accumulo dei dati e materiali decontestualizzati avrebbe reso praticabile un'indagine semplicemente 'orizzontale' sui costituenti del topos, destituendo di fatto la complessità del meccanismo retorico. L'elaborato si articola, sostanzialmente, in due sezioni. Nel capitolo I, Il topos del libro-fonte: prove tecniche di classificazione, il topos è inteso nella sua definizione abituale, cioè come rinvio a un modello probabilmente inventato. Si presta una particolare attenzione ai casi di translatio: spesso infatti il topos è implicato con la (pretesa?) traduzione da una fonte. La seconda parte della tesi consta di due capitoli (II e III) e mette in campo la nozione 'problematica' del topos, quella in cui trovano spazio un'analisi 'allargata' delle dichiarazioni relative alle fonti chiamando in causa, contestualmente, la tradizione dei testi. Il capitolo II (La storia e le storie di Alessandro Magno) prende in esame la materia di Alessandro in francese antico dall'Alexandre di Auberi fino alle venjances: vengono in particolar modo analizzate le fonti dichiarate in rapporto alla divisione in branches e alle altre articolazioni interne del roman, anche in relazione ala tradizione manoscritta dell'opera. Il capitolo III (Il topos del libro-fonte nei romanzi 'antichi') costituisce una prosecuzione - anche dal punto di vista metodologico - del capitolo II. Viene infatti presa in esame quella che è stata definita la 'problematicità del concetto di fonte' in altri romanzi 'antichi', in particolare nel Roman de Thèbes, dove Stazio è sostanzialmente chiamato in causa per avvalorare le invenzioni del romanzo in volgare (§ 1); e nel Roman de Troie, dove il discorso sulle fonti acquisisce una straordinaria importanza nel prologo: al topos del libro-fonte si affianca anche quello del manoscritto ritrovato nell'armadio di biblioteca (§ 2). In un'apposita Appendice, La fonte pericolosa: Amors ke nature consent, vengono analizzate - dal punto di vista stilistico - due tessere ovidiane tradotte e condensate nel Roman d'Alexandre (si tratta delle storie di Narciso e Aracne), dove vengono presentate – attraverso il topos del libro-fonte – come di autore ignoto. La sezione 'Schede' consiste in una formalizzazione del materiale censito nei capitoli II-III. Chiudono la tesi: l''Elenco delle figure', l''Elenco delle sigle', e la 'Bibliografia'.

The purpose of this dissertation is to investigate the topos of the book intended as a model - namely the reference to a fictitious source (for example «com l’estoire dist, il est verités») - in Twelfth and Thirteenth-Centuries French romances : in order to justify his assertions, the poet refers to a generic and indefinite source as an auctoritas. The first section of the thesis (chapter I) defines the research field and establishes the methodology adopted for this survey by studying the development of this topos in a series of selected texts. This section gives also an overview of the literary gender, defines the chronological boundaries of the study and shows the evolution of the topos in Medieval French literature. The second section of the dissertation, consisting of two chapters (II and III), analyzes the problematic notion of this topos, explores in depth the declarations concerning the sources and examines the textual tradition. The second chapter studies the Old French ‘matière d’Alexandre’ from Auberi’s Alexandre to the venjeances, while the third chapter focuses on the ‘problematic notion of source’ in the Roman de Thèbes and in the Roman de Troie. The Appendix contains a stylistic study of two borrowings from Ovid translated and abridged in the Roman d’Alexandre (the stories of Narcissus and Arachnes) which are claimed to be taken from an unknown source by using the topos of the ‘model book’. The sections ‘Fiches’ and ‘Tables’ are a formalisation of materials examined in chapters II-III. The study provides two indexes and is accompanied by bibliography.

Le topos du 'livre-source' dans les romans français du XIIe et XIIIe siècle

BORRIERO, Giovanni
2011-01-01

Abstract

The purpose of this dissertation is to investigate the topos of the book intended as a model - namely the reference to a fictitious source (for example «com l’estoire dist, il est verités») - in Twelfth and Thirteenth-Centuries French romances : in order to justify his assertions, the poet refers to a generic and indefinite source as an auctoritas. The first section of the thesis (chapter I) defines the research field and establishes the methodology adopted for this survey by studying the development of this topos in a series of selected texts. This section gives also an overview of the literary gender, defines the chronological boundaries of the study and shows the evolution of the topos in Medieval French literature. The second section of the dissertation, consisting of two chapters (II and III), analyzes the problematic notion of this topos, explores in depth the declarations concerning the sources and examines the textual tradition. The second chapter studies the Old French ‘matière d’Alexandre’ from Auberi’s Alexandre to the venjeances, while the third chapter focuses on the ‘problematic notion of source’ in the Roman de Thèbes and in the Roman de Troie. The Appendix contains a stylistic study of two borrowings from Ovid translated and abridged in the Roman d’Alexandre (the stories of Narcissus and Arachnes) which are claimed to be taken from an unknown source by using the topos of the ‘model book’. The sections ‘Fiches’ and ‘Tables’ are a formalisation of materials examined in chapters II-III. The study provides two indexes and is accompanied by bibliography.
2011
retorica medievale; topica; libro-fonte; romanzi francesi medievali
L'oggetto di questa tesi è il topos del 'libro-fonte' nei romanzi francesi medievali del XII e XIII secolo. Il topos è, in primo luogo, il rinvio a un modello indistinto (es. «com l'estoire dist, et il est verités»): il poeta, con lo scopo di avvalorare le proprie dichiarazioni, ricorre all'auctoritas di una fonte generica Il topos inoltre, per essere tale, deve esibire dei tratti di riconoscibilità o, meglio ancora, di formularità: il locus è communis, ossia gli elementi costitutivi sono condivisi e condivisibili alla communitas formata dall'autore e dal suo pubblico. I principali costituenti formali del topos sono: la fonte, generalmente espressa attraverso un sostantivo (escripture, estoire, leçon, ecc.) e il verbum dicendi (dit, enseigne, ecc.), introdotti da una congiunzione (com) o da un avverbio (si) o, ancora, da un pronome dimostrativo (ce). Il luogo privilegiato della dichiarazione (topica o meno) riguardante la fonte è - molto spesso, ma non esclusivamente - il limen del testo, ossia il prologo e/o l'epilogo. Le zone liminari sono infatti i segmenti testuali nevralgici per il dispiegamento dell'armamentario topico relativo al rapporto tra l'autore e il proprio testo, tra il poeta e il proprio pubblico. Per quanto riguarda l'oggetto di indagine, si è deciso di restringere opportunamente il campo di analisi, studiando il topos nei romanzi francesi del XII e XIII secolo. La scelta è dettata più da una necessità operativa che da una reale esigenza critica: è difficile, innanzitutto, stabilire per i récit antichi un confine netto e assoluto di genere. All'interno della griglia definita (romanzo / secoli XII e XIII), è stata operata un'ulteriore selezione: non sono state censite sistematicamente tutte le occorrenze del topos, ma si è operata una scelta. Un tentativo di classificazione se non sistematica, quantomeno esaustiva, è stato successivamente abbandonato: in primo luogo perché l'accumulo dei dati e materiali decontestualizzati avrebbe reso praticabile un'indagine semplicemente 'orizzontale' sui costituenti del topos, destituendo di fatto la complessità del meccanismo retorico. L'elaborato si articola, sostanzialmente, in due sezioni. Nel capitolo I, Il topos del libro-fonte: prove tecniche di classificazione, il topos è inteso nella sua definizione abituale, cioè come rinvio a un modello probabilmente inventato. Si presta una particolare attenzione ai casi di translatio: spesso infatti il topos è implicato con la (pretesa?) traduzione da una fonte. La seconda parte della tesi consta di due capitoli (II e III) e mette in campo la nozione 'problematica' del topos, quella in cui trovano spazio un'analisi 'allargata' delle dichiarazioni relative alle fonti chiamando in causa, contestualmente, la tradizione dei testi. Il capitolo II (La storia e le storie di Alessandro Magno) prende in esame la materia di Alessandro in francese antico dall'Alexandre di Auberi fino alle venjances: vengono in particolar modo analizzate le fonti dichiarate in rapporto alla divisione in branches e alle altre articolazioni interne del roman, anche in relazione ala tradizione manoscritta dell'opera. Il capitolo III (Il topos del libro-fonte nei romanzi 'antichi') costituisce una prosecuzione - anche dal punto di vista metodologico - del capitolo II. Viene infatti presa in esame quella che è stata definita la 'problematicità del concetto di fonte' in altri romanzi 'antichi', in particolare nel Roman de Thèbes, dove Stazio è sostanzialmente chiamato in causa per avvalorare le invenzioni del romanzo in volgare (§ 1); e nel Roman de Troie, dove il discorso sulle fonti acquisisce una straordinaria importanza nel prologo: al topos del libro-fonte si affianca anche quello del manoscritto ritrovato nell'armadio di biblioteca (§ 2). In un'apposita Appendice, La fonte pericolosa: Amors ke nature consent, vengono analizzate - dal punto di vista stilistico - due tessere ovidiane tradotte e condensate nel Roman d'Alexandre (si tratta delle storie di Narciso e Aracne), dove vengono presentate – attraverso il topos del libro-fonte – come di autore ignoto. La sezione 'Schede' consiste in una formalizzazione del materiale censito nei capitoli II-III. Chiudono la tesi: l''Elenco delle figure', l''Elenco delle sigle', e la 'Bibliografia'.
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Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/373008
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