"Nel seguito, si ripercorrerà dunque una serie di fonti che ci restituiscono un’immagine assai frequente del nero che suona, canta, ma soprattutto balla: un’immagine piuttosto familiare e riconoscibile all’epoca nostra, del successo della world music e della compiuta incorporazione nello stile di vita diffuso europeo e nordamericano di adattamenti e rielaborazioni di forme musicali e coreutiche con chiare radici e connessioni africane e afro-americane. D’altra parte, un’immagine anch’essa complessa, in cui s’intrecciano segni di un’ammirazione ai limiti dell’invidia (per l’agilità o il senso del ritmo) con antichi pregiudizi e stereotipi di tutt’altro segno. Una presenza dominante è quella dell’attribuzione al nero di scarsa voglia di lavorare. Un altro prevedibile ambito di sovrapposizioni e cortocircuiti è quello rappresentato dalla varietà delle forme della vita religiosa, o comunque rituale e cerimoniale. Gli esiti di questi incroci, come si vedrà, non sono univoci, e un’analisi, per quanto sommaria, dovrà lasciare spazio alla variazione, lungo le coordinate geografiche e l’asse cronologico, delle pratiche censite in culture diverse e dei giudizi espressi da osservatori differenti. Che la ragione della presenza di un numero consistente dei nostri testimoni fosse la loro opera missionaria connota evidentemente in un modo tutto particolare il loro sguardo."
Fonti europee e cultura arabo-islamica di fronte ai balli africani: missionari, viaggiatori, trattatisti
ARCANGELI, Alessandro
2011-01-01
Abstract
"Nel seguito, si ripercorrerà dunque una serie di fonti che ci restituiscono un’immagine assai frequente del nero che suona, canta, ma soprattutto balla: un’immagine piuttosto familiare e riconoscibile all’epoca nostra, del successo della world music e della compiuta incorporazione nello stile di vita diffuso europeo e nordamericano di adattamenti e rielaborazioni di forme musicali e coreutiche con chiare radici e connessioni africane e afro-americane. D’altra parte, un’immagine anch’essa complessa, in cui s’intrecciano segni di un’ammirazione ai limiti dell’invidia (per l’agilità o il senso del ritmo) con antichi pregiudizi e stereotipi di tutt’altro segno. Una presenza dominante è quella dell’attribuzione al nero di scarsa voglia di lavorare. Un altro prevedibile ambito di sovrapposizioni e cortocircuiti è quello rappresentato dalla varietà delle forme della vita religiosa, o comunque rituale e cerimoniale. Gli esiti di questi incroci, come si vedrà, non sono univoci, e un’analisi, per quanto sommaria, dovrà lasciare spazio alla variazione, lungo le coordinate geografiche e l’asse cronologico, delle pratiche censite in culture diverse e dei giudizi espressi da osservatori differenti. Che la ragione della presenza di un numero consistente dei nostri testimoni fosse la loro opera missionaria connota evidentemente in un modo tutto particolare il loro sguardo."I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.