Il saggio analizza la commedia "Il vampiro" scritta da Angelo Brofferio nel 1827 e mette in luce come la particolare figura di vampiro posta in scena dallo scrittore astigiano sia piuttosto degradata rispetto al celebre modello polidoriano, “addomesticata” al punto che invece di spaventare con i propri eccessi finisce per incarnare esclusivamente il tema del tormento affettivo. A sostegno di questa prospettiva, analogamente a quanto avviene in un’omonima comédie-vaudeville di Scribe del 1820, la chiave dell’opera è proposta a conclusione della pièce in una considerazione razionale dai risvolti pragmatici: il vampiro che tortura le ragazze è l’amore e solo il matrimonio è in grado di scacciarlo. Modellato sugli attori della compagnia Reale Sarda prima e riplasmato dagli interpreti che l’hanno rappresentato poi, "Il vampiro" di Brofferio rivela inoltre un inaspettato versante “domestico” anche nel percorso che lo fa approdare alla sua forma finale, a stampa, nel 1835, dando un’idea di come potesse essere la prassi compositiva di un “poeta di compagnia” del diciannovesimo secolo.
Il vampiro "domestico" di Angelo Brofferio
BRUNETTI, SIMONA
2013-01-01
Abstract
Il saggio analizza la commedia "Il vampiro" scritta da Angelo Brofferio nel 1827 e mette in luce come la particolare figura di vampiro posta in scena dallo scrittore astigiano sia piuttosto degradata rispetto al celebre modello polidoriano, “addomesticata” al punto che invece di spaventare con i propri eccessi finisce per incarnare esclusivamente il tema del tormento affettivo. A sostegno di questa prospettiva, analogamente a quanto avviene in un’omonima comédie-vaudeville di Scribe del 1820, la chiave dell’opera è proposta a conclusione della pièce in una considerazione razionale dai risvolti pragmatici: il vampiro che tortura le ragazze è l’amore e solo il matrimonio è in grado di scacciarlo. Modellato sugli attori della compagnia Reale Sarda prima e riplasmato dagli interpreti che l’hanno rappresentato poi, "Il vampiro" di Brofferio rivela inoltre un inaspettato versante “domestico” anche nel percorso che lo fa approdare alla sua forma finale, a stampa, nel 1835, dando un’idea di come potesse essere la prassi compositiva di un “poeta di compagnia” del diciannovesimo secolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.