La straordinaria eredità mistagogica legata alla scuola della “mistica renana” trecentesca affronta indirettamente il tema della melancholia nell’ambito dell’itinerario spirituale che i suoi autori propongono. Sebbene nello stesso scorcio di tempo il termine medio alto tedesco melancolie venga forgiato da Konrad von Megenberg nella sua opera enciclopedica Buch der Natur, volgarizzando l’eredità scolastica della biologia greco-araba, nella letteratura della scuola eckhartiana questo campo semantico si declina in altre parole che definiscono la stessa sintomatologia melancholica come trurikeit, swermutikeit, getrenge. L’utilizzo di tali termini in contesti differenti esprime l'ambivalenza degli stati d'animo legati alla melancholia all’interno dell'itinerario spirituale. Se esiste una “ungeordente trurikeit – swermutikeit / tristezza, malinconia disordinata” che precede la conversione, sul versante del perfezionamento termini come “getrenge / oppressione” definiscono invece la fase mediana del processo di perfezionamento, il “wetůndem undergene / doloroso soggiogamento” che ha come fine l’estinzione di quanto separa dalla deiformità. Questa è la “wilden weg, der gar vinster und ellent ist / la via selvaggia, che è assai oscura e aliena”, in cui l’uomo si trova come sospeso tra due muri, “bilde und unbilde / immagine e senza-immagine”, tra la psiche e lo spirito, ciò che gli provoca alla massima intensità tutto il corredo dei sintomi melancholici. L'analisi sarà compiuta sui testi dei continuatori della scuola eckhartiana, Heinrich Seuse (1295/7-1366), Johannes Tauler (c. 1300-1361) e sui documenti del polo spirituale strasburghese della Grúnewert, sorto intorno alla figura dell’“amico di Dio” Rulmann Merswin (c. 1307-1382).

La melancholia nella scuola eckhartiana

SALZANI, Stefano
2010-01-01

Abstract

La straordinaria eredità mistagogica legata alla scuola della “mistica renana” trecentesca affronta indirettamente il tema della melancholia nell’ambito dell’itinerario spirituale che i suoi autori propongono. Sebbene nello stesso scorcio di tempo il termine medio alto tedesco melancolie venga forgiato da Konrad von Megenberg nella sua opera enciclopedica Buch der Natur, volgarizzando l’eredità scolastica della biologia greco-araba, nella letteratura della scuola eckhartiana questo campo semantico si declina in altre parole che definiscono la stessa sintomatologia melancholica come trurikeit, swermutikeit, getrenge. L’utilizzo di tali termini in contesti differenti esprime l'ambivalenza degli stati d'animo legati alla melancholia all’interno dell'itinerario spirituale. Se esiste una “ungeordente trurikeit – swermutikeit / tristezza, malinconia disordinata” che precede la conversione, sul versante del perfezionamento termini come “getrenge / oppressione” definiscono invece la fase mediana del processo di perfezionamento, il “wetůndem undergene / doloroso soggiogamento” che ha come fine l’estinzione di quanto separa dalla deiformità. Questa è la “wilden weg, der gar vinster und ellent ist / la via selvaggia, che è assai oscura e aliena”, in cui l’uomo si trova come sospeso tra due muri, “bilde und unbilde / immagine e senza-immagine”, tra la psiche e lo spirito, ciò che gli provoca alla massima intensità tutto il corredo dei sintomi melancholici. L'analisi sarà compiuta sui testi dei continuatori della scuola eckhartiana, Heinrich Seuse (1295/7-1366), Johannes Tauler (c. 1300-1361) e sui documenti del polo spirituale strasburghese della Grúnewert, sorto intorno alla figura dell’“amico di Dio” Rulmann Merswin (c. 1307-1382).
2010
9788862742542
melancholia; mistica renana; scuola eckhartiana
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/348019
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