Sconvolto da una serie di catastrofi naturali, quello che parte dalla metà del sec. XIV è la fine di un mondo. Questo è lo scenario in cui nasce e si diffonde, per vie a tutt’oggi per molti versi ignote, il Libro delle nove rupi (Neufelsenbuch), attribuito allo strasburghese Rulman Merswin (1307-1382) di cui si presenta la prima traduzione italiana dal medioalto tedesco. Il Libro delle nove rupi è un dialogo tra un’ipostasi divina e un uomo, costretto a scrivere a dispetto della sua volontà per divulgare un ammonimento alla cristianità in quei «pericolosi tempi presenti». La narrazione (meglio: la serie di parabole organicamente collegate tra loro), si sviluppa in due parti: una descrizione dai toni apocalittici dello stato preoccupante degli ordini della cristianità e la classificazione di una gerarchia spirituale occulta: gli abitanti delle nove rupi dell’orrida montagna che sovrasta il mondo. Solo gli abitanti dell’ultima rupe, i rarissimi e nobili «amici di Dio», possono fermare il giudizio e l’ira divina che incombono. Essi sono i detentori di ogni potere, perché sono «divenuti per grazia, ciò che Dio è per natura». Laico, discepolo di Taulero (uno dei grandi maestri della mistica renana), membro della misteriosa cerchia degli «amici di Dio», l’ex-banchiere Rulman Merswin fonda una commanderia dell’ordine cavalleresco di San Giovanni sulla Grunewert, un’isola del canale intorno a Strasburgo, in cui aristocratici e borghesi possono ritirarsi in solitudine. Egli stesso morirà qui recluso, dopo avere distrutto tutti i suoi scritti, copie dei quali verranno però recuperati dai suoi seguaci. La letteratura che dalla Grunewert si diffonde è di attribuzione controversa: Merswin è creduto essere in stretto contatto con un misterioso «Amico di Dio dell’Oberland», rappresentante della più alta gerarchia dei santi viventi che reggono le sorti del mondo, di cui divulga scritti e corrispondenza. Il Libro delle nove rupi rimane l’opera maggiore attribuita a Merswin. Pur ponendo non pochi problemi riguardo le sue origini e la sua paternità, essa godrà di una notevole fortuna in una versione più breve, veicolata nella produzione letteraria di altri autori più famosi della cerchia eckhartiana: Taulero, Susone, Herp; influenzerà inoltre mistici del calibro di san Giovanni della Croce. Un’ampia comparazione dei temi del cristiano Libro delle nove rupi con analoghi fenomeni riscontrabili nelle altre religioni abramitiche (islam e giudaismo) mette in evidenza le straordinarie consonanze nel nucleo profondo delle rispettive dottrine teologico-politiche.

RULMAN MERSWIN. Il libro delle nove rupi (Neunfelsenbuch).

SALZANI, Stefano
2010-01-01

Abstract

Sconvolto da una serie di catastrofi naturali, quello che parte dalla metà del sec. XIV è la fine di un mondo. Questo è lo scenario in cui nasce e si diffonde, per vie a tutt’oggi per molti versi ignote, il Libro delle nove rupi (Neufelsenbuch), attribuito allo strasburghese Rulman Merswin (1307-1382) di cui si presenta la prima traduzione italiana dal medioalto tedesco. Il Libro delle nove rupi è un dialogo tra un’ipostasi divina e un uomo, costretto a scrivere a dispetto della sua volontà per divulgare un ammonimento alla cristianità in quei «pericolosi tempi presenti». La narrazione (meglio: la serie di parabole organicamente collegate tra loro), si sviluppa in due parti: una descrizione dai toni apocalittici dello stato preoccupante degli ordini della cristianità e la classificazione di una gerarchia spirituale occulta: gli abitanti delle nove rupi dell’orrida montagna che sovrasta il mondo. Solo gli abitanti dell’ultima rupe, i rarissimi e nobili «amici di Dio», possono fermare il giudizio e l’ira divina che incombono. Essi sono i detentori di ogni potere, perché sono «divenuti per grazia, ciò che Dio è per natura». Laico, discepolo di Taulero (uno dei grandi maestri della mistica renana), membro della misteriosa cerchia degli «amici di Dio», l’ex-banchiere Rulman Merswin fonda una commanderia dell’ordine cavalleresco di San Giovanni sulla Grunewert, un’isola del canale intorno a Strasburgo, in cui aristocratici e borghesi possono ritirarsi in solitudine. Egli stesso morirà qui recluso, dopo avere distrutto tutti i suoi scritti, copie dei quali verranno però recuperati dai suoi seguaci. La letteratura che dalla Grunewert si diffonde è di attribuzione controversa: Merswin è creduto essere in stretto contatto con un misterioso «Amico di Dio dell’Oberland», rappresentante della più alta gerarchia dei santi viventi che reggono le sorti del mondo, di cui divulga scritti e corrispondenza. Il Libro delle nove rupi rimane l’opera maggiore attribuita a Merswin. Pur ponendo non pochi problemi riguardo le sue origini e la sua paternità, essa godrà di una notevole fortuna in una versione più breve, veicolata nella produzione letteraria di altri autori più famosi della cerchia eckhartiana: Taulero, Susone, Herp; influenzerà inoltre mistici del calibro di san Giovanni della Croce. Un’ampia comparazione dei temi del cristiano Libro delle nove rupi con analoghi fenomeni riscontrabili nelle altre religioni abramitiche (islam e giudaismo) mette in evidenza le straordinarie consonanze nel nucleo profondo delle rispettive dottrine teologico-politiche.
2010
9788895925141
Rulman Merswin; mistica renana; mittelhochdeutsch
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/348001
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact