Il matrimonio medievale è stato considerato a lungo come un istituto sociale statico, quasi monolitico, soggetto ad una stretta disciplina da parte dei poteri costituiti, fossero essi la famiglia, la comunità, l’autorità pubblica o la chiesa. Solo di recente è maturata una consapevolezza diversa dell’istituzione, che ne ha colto – come nel presente volume – gli aspetti di movimento e dinamicità e le capacità di adattamento alle sollecitazioni provenienti dalla società. Quello del matrimonio era stato, per tutta l’età di mezzo, uno spazio partecipato e disponibile al confronto; al suo interno il movimento era determinato dalla conflittualità latente tra i diversi poteri, ciascuno desideroso di imporre un proprio modello coniugale. Nonostante la vivacità della contrapposizione dialettica, tuttavia, l’antagonismo non aveva comportato la prevaricazione completa di un sistema sull’altro, semmai uno stato di patente concorrenza. Inoltre, proprio in ragione della sua flessibilità (e talora fragilità), il matrimonio formale e disciplinato aveva finito per interagire con diversi altri comportamenti irregolari e spuri; alle pratiche convenzionali si erano sommate quelle spontanee, atipiche o liminali, spesso accettate (o quantomeno tollerate) dalla società, anche se avversate dai poteri di fatto e dal diritto. La conseguenza era stata quella, come ampliamente esemplificato nel volume, di arricchire di nuove forme e prassi le geometrie, già di per sé mutevoli e variabili, del matrimonio medievale.
Sposarsi nel medioevo. Percorsi coniugali tra Venezia, mare e continente
ORLANDO, Ermanno
2010-01-01
Abstract
Il matrimonio medievale è stato considerato a lungo come un istituto sociale statico, quasi monolitico, soggetto ad una stretta disciplina da parte dei poteri costituiti, fossero essi la famiglia, la comunità, l’autorità pubblica o la chiesa. Solo di recente è maturata una consapevolezza diversa dell’istituzione, che ne ha colto – come nel presente volume – gli aspetti di movimento e dinamicità e le capacità di adattamento alle sollecitazioni provenienti dalla società. Quello del matrimonio era stato, per tutta l’età di mezzo, uno spazio partecipato e disponibile al confronto; al suo interno il movimento era determinato dalla conflittualità latente tra i diversi poteri, ciascuno desideroso di imporre un proprio modello coniugale. Nonostante la vivacità della contrapposizione dialettica, tuttavia, l’antagonismo non aveva comportato la prevaricazione completa di un sistema sull’altro, semmai uno stato di patente concorrenza. Inoltre, proprio in ragione della sua flessibilità (e talora fragilità), il matrimonio formale e disciplinato aveva finito per interagire con diversi altri comportamenti irregolari e spuri; alle pratiche convenzionali si erano sommate quelle spontanee, atipiche o liminali, spesso accettate (o quantomeno tollerate) dalla società, anche se avversate dai poteri di fatto e dal diritto. La conseguenza era stata quella, come ampliamente esemplificato nel volume, di arricchire di nuove forme e prassi le geometrie, già di per sé mutevoli e variabili, del matrimonio medievale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.