Il tema delle famiglie ricomposte è un tema di grande attualità oggi se si considera l’aumento delle separazioni e dei divorzi nelle coppie e il conseguente incremento di percorsi di riorganizzazione familiare post separazione, che danno vita ad una molteplicità di intrecci relazionali. Di fatto però, le famiglie ricomposte trovano una collocazione piuttosto incerta e difficilmente operativizzabile sia in campo statistico che demografico, costituendo un universo complesso sotto il profilo relazionale e strutturale, qualitativamente variegato e quantitativamente in crescita anche in Italia (Volpi 2007). L’estrema variabilità e complessità, insita nelle formazioni familiari ricomposte, è confermata dalla mancanza di un linguaggio univoco, in campo scientifico e socialmente condiviso, che le rappresenti. La famiglia che si viene a formare per processo di ricomposizione perde la sua forma nucleare, per assumere una configurazione di tipo plurinucleare, in cui si inserisce una complessa articolazione tra legami biologici e legami sociali, tra relazioni affettive e nuove interazioni familiari e sociali (Théry 2002). In queste configurazioni familiari piuttosto eterogenee e multiformi nelle loro strutture e relazioni, prive di forme di riconoscimento dei legami familiari diversi da quelli di consanguineità e affinità, si originano nuovi bisogni da parte dei membri. Quello che abbiamo di fronte oggi è, dunque, un panorama in cui entro il contenitore delle ricomposizioni familiari troviamo realtà sociali e relazionali anche molto diverse, le cui criticità e difficoltà hanno origine nel fatto che esse si fondano su giochi relazionali altamente privatizzati, i cui ruoli all’interno della famiglia non sono socialmente definiti e riconosciuti, ovvero sono privi di una connotazione istituzionale. Sulla base di queste considerazioni, è nato l’interesse di esplorare ciò che accade entro le mura domestiche di queste famiglie e di comprendere i fattori e i meccanismi relazionali che ne influenzano la stabilità e qualità dei legami tra i suoi membri e tra queste famiglie e il contesto sociale di riferimento. L’obiettivo di fondo del presente lavoro è quello di comprendere i processi di organizzazione materiale e relazionale, di cogliere secondo quali direttrici costruiscono le proprie relazioni interne e quelle con l’esterno, in assenza di modelli istituzionalizzati di comportamento. Partendo dal presupposto che la famiglia è l’ambito privilegiato degli affetti e della socializzazione, ma anche quello in cui vengono formulati impliciti “contratti”, anche a valenza economica tra i componenti (Facchini 2008), ci si è domandati come e in che misura il livello di soddisfazione e di stabilità della coppia nelle famiglie ricomposte siano connesse a determinati modelli di gestione delle risorse economiche. La scelta di usare il “denaro” come chiave di lettura per indagare, secondo un approccio relazionale le dinamiche di coppia in queste forme familiari, nasce dalla considerazione che le risorse economiche occupino una posizione fondamentale nel consentire il funzionamento della vita familiare (Facchini 2004;2008). Il fine è quello di fare emergere come le risorse economiche vengono prodotte, scambiate e gestite all’interno delle famiglie ricomposte, come esse influenzino la negoziazione delle identità di genere e le dinamiche di potere e dipendenza tra i partner, come si strutturino le responsabilità economiche e di cura secondo le direttrici di genere e di generazione, e come i processi decisionali, alla base delle decisioni strategiche che nelle famiglie prendano forma, ne condizionino la stabilità, il benessere e la qualità di vita per i suoi membri. In effetti, se si pensa alla questione dell’economia domestica e al ruolo che il denaro assume nella famiglia, emerge come il suo significato, il suo uso, la sua allocazione e produzione, eccedano il mero dato economico ma siano intrinsecamente legati a fattori di tipo sociale e culturale che hanno a che vedere con le dinamiche di potere nelle relazioni, con il genere e la classe sociale (Zalizer 1989). Le finalità conoscitive che ci si è prefissati di raggiungere nella presente ricerca hanno condotto ad assegnare un’attenzione specifica alla dimensione esperienziale degli individui nelle famiglie ricomposte e a rilevare l’importanza della vita quotidiana, come spazio in cui i soggetti costruiscono il senso del loro agire e in cui sperimentano le opportunità e i limiti per l’azione. Tenuto conto degli obiettivi preposti è stato scelto di utilizzare un approccio di ricerca di tipo qualitativo ad orientamento fenomenologico, data la volontà e l’interesse di esplorare i processi di costruzione di significato e la prospettiva che gli individui intervistati posseggono rispetto al tema in oggetto. Date le finalità di tipo esplorativo e la delicatezza delle questioni da affrontare, che riguardano comunque una quota di famiglie ancora statisticamente poco diffuse in Italia, unitamente ad una insufficiente conoscenza dell’universo di riferimento, fin da subito, si è optato per l’individuazione di un campione non probabilistico costituito da 8 nuclei familiari ricostituiti. Nello specifico si è trattati di coppie conviventi in cui almeno uno dei due partner abbia figli nati da precedenti unioni. Entrambi i partner sono stati intervistai seguendo una traccia di intervista semi-strutturata, in momenti separati, per cogliere le diversità di genere. Da tale percorso si può desumere come la struttura della coppia, l’età del matrimonio, i modelli di residenza, gli stili di convivenza tra figli naturali e acquisiti e le tipologie di composizione dei nuclei hanno importanti ripercussioni sui modi con cui queste famiglie si organizzano rispetto alla produzione delle risorse e alla loro allocazione. In generale si può cogliere come nei modelli di gestione del denaro di queste famiglie stiano accadendo cambiamenti significativi verso forme che tendono all’individualizzazione delle finanze e all’autonomia tra i partner entro le mura domestiche, tanto da far intravedere un progressivo spostamento dall’idea di solidarietà collettiva a quella di responsabilità individuale. Le parole degli intervistati hanno portano a concludere la presente ricerca non già con delle risposte, bensì ad aprire delle nuove domande. La dinamica che muove i legami familiari (tra generi, generazioni e stirpi) circola entro azioni specifiche, azioni che si collegano le une alle altre (rel-azioni appunto). Esse si identificano nella trilogia: dare, ricevere, ricambiare, in cui la generatività familiare e sociale ne è il prodotto virtuoso. I processi di ricomposizione familiare, a partire dai profondi sconvolgimenti delle reti familiari, portano a rendere meno chiari e più complessi i circuiti di reciprocità che fanno riferimento al dono e al debito generazionale. Ci domandiamo allora, di fronte alla variabilità di forme e di relazioni che i processi di ricomposizione familiare post-separazione e divorzio determinano, come poter sostenere gli aspetti fondanti la relazione familiare? Forse non soltanto la famiglia ma l’intera organizzazione sociale ha bisogno di ripensarsi: solo promuovendo azioni che aprono alla riflessività e meta riflessività sociale dei legami familiari, si può pensare di aprire la strada verso il riconoscimento delle diversità che il fare famiglia può assumere, senza perderne però le sue qualità specifiche e peculiari, che la rendono una relazione sociale sui generis.

Stepfamily have been around for a long time and they are unlikely to go away. They are one of the fastest growing family types in industrial nation. Stepfamilies are complex and diverse: adding a stepparent post-divorce created new level of kin and new interaction pattern. This research seeks to highlight that there is a practical urgency to address such matters about stepfamily because there is little awareness of stepfamily issue at a policy level. Excluding collection of information on stepfamilies re-affirms their invisibility and reinforce the notion that their situation is a private matter and not a public concern. The aim of this study is to highlight the current state of national and international researches and to explores patterns of control and management of money by means of data from semi-structured interviews with 8 stepfamilies couples in which one partner or both have had children from previous relationship not necessarely living together. The men and the women were interviewed separately. It’s used a qualitative data analysis with a phenomenological approach to understand the meanings, interpretation and subjective experiences of family members. The choice of using money as the reading key for the analysis of the processes of reconstruction after family separation and divorce, is very easy to explain. Money plays a very important role, it represents a major learning source for studying family dynamics. In stepfamilies facing with everyday costs is not an easy operation. Different interests and roles take part and own responsabilities often are not clear, neither legally defined, therefore everyday life is not regulated by the law, rather by everyday situations. The economic factors may be closely related to one’s global assessment of life and general sense of well-being. Many studies (Coleman and Ganong 1989; Jacobson 1993; Pasley, Sandras, Edmondson 1994), argued that finances can be a major source of stress for stepfamilies, not only because they have manage the “generic” issues normally associated with married life but also the finance circumstances unique to remarriage. Increased stress from financial issues in stepfamilies households may stem from fluctuating numbers of household members, negative experience with finances in prior marriage, child support obligations and miscellaneous expenses owing to the merging of two households. So their financial affairs are likely to be more complex and conflictual than for first-married couples, but there has been little research attention paid to this group in Italy. The purpose of the present study is to understand the economic behaviour of stepfamilies, the beliefs and values about household finances, and the relationship of financial management behaviour to family quality. The study points out that within stepfamilies the inclination towards individualization between partners plays a stronger role as far as economics management is concerned. Models of money management in stepfamilies are moving increasingly towards an individualized strategy, where the couple comprises two free individuals who have at least a certain degree of autonomy in making decisions. The financial autonomy, however, can create inequalities in spending power within the same pair, both partners can enjoy a degree of autonomy and personal freedom as long as their income is in principle equivalent. The individualization of money could be a path that opens new inequalities and new areas of conflict. Under certain conditions (such as disparity in resources between the partners), these strategies of economic management that enhance the independence and autonomy of individuals, may lead to a reinforcement of inequality between partners, causing potential problems on each partner’s life, on the different opportunities that stepchildren and natural kids may have. In general you could understand how patterns of money management are major changes happening, which may be linked to larger cultural trends related to the processes of individualization that underlie the progressive shift from the idea of collective solidarity to that of individual responsibility.

Famiglie ricomposte e gestione delle risorse una ricerca relazionale

DOTTO, Valentina
2011-01-01

Abstract

Stepfamily have been around for a long time and they are unlikely to go away. They are one of the fastest growing family types in industrial nation. Stepfamilies are complex and diverse: adding a stepparent post-divorce created new level of kin and new interaction pattern. This research seeks to highlight that there is a practical urgency to address such matters about stepfamily because there is little awareness of stepfamily issue at a policy level. Excluding collection of information on stepfamilies re-affirms their invisibility and reinforce the notion that their situation is a private matter and not a public concern. The aim of this study is to highlight the current state of national and international researches and to explores patterns of control and management of money by means of data from semi-structured interviews with 8 stepfamilies couples in which one partner or both have had children from previous relationship not necessarely living together. The men and the women were interviewed separately. It’s used a qualitative data analysis with a phenomenological approach to understand the meanings, interpretation and subjective experiences of family members. The choice of using money as the reading key for the analysis of the processes of reconstruction after family separation and divorce, is very easy to explain. Money plays a very important role, it represents a major learning source for studying family dynamics. In stepfamilies facing with everyday costs is not an easy operation. Different interests and roles take part and own responsabilities often are not clear, neither legally defined, therefore everyday life is not regulated by the law, rather by everyday situations. The economic factors may be closely related to one’s global assessment of life and general sense of well-being. Many studies (Coleman and Ganong 1989; Jacobson 1993; Pasley, Sandras, Edmondson 1994), argued that finances can be a major source of stress for stepfamilies, not only because they have manage the “generic” issues normally associated with married life but also the finance circumstances unique to remarriage. Increased stress from financial issues in stepfamilies households may stem from fluctuating numbers of household members, negative experience with finances in prior marriage, child support obligations and miscellaneous expenses owing to the merging of two households. So their financial affairs are likely to be more complex and conflictual than for first-married couples, but there has been little research attention paid to this group in Italy. The purpose of the present study is to understand the economic behaviour of stepfamilies, the beliefs and values about household finances, and the relationship of financial management behaviour to family quality. The study points out that within stepfamilies the inclination towards individualization between partners plays a stronger role as far as economics management is concerned. Models of money management in stepfamilies are moving increasingly towards an individualized strategy, where the couple comprises two free individuals who have at least a certain degree of autonomy in making decisions. The financial autonomy, however, can create inequalities in spending power within the same pair, both partners can enjoy a degree of autonomy and personal freedom as long as their income is in principle equivalent. The individualization of money could be a path that opens new inequalities and new areas of conflict. Under certain conditions (such as disparity in resources between the partners), these strategies of economic management that enhance the independence and autonomy of individuals, may lead to a reinforcement of inequality between partners, causing potential problems on each partner’s life, on the different opportunities that stepchildren and natural kids may have. In general you could understand how patterns of money management are major changes happening, which may be linked to larger cultural trends related to the processes of individualization that underlie the progressive shift from the idea of collective solidarity to that of individual responsibility.
2011
famiglie ricomposte; denaro; relazioni di coppia
Il tema delle famiglie ricomposte è un tema di grande attualità oggi se si considera l’aumento delle separazioni e dei divorzi nelle coppie e il conseguente incremento di percorsi di riorganizzazione familiare post separazione, che danno vita ad una molteplicità di intrecci relazionali. Di fatto però, le famiglie ricomposte trovano una collocazione piuttosto incerta e difficilmente operativizzabile sia in campo statistico che demografico, costituendo un universo complesso sotto il profilo relazionale e strutturale, qualitativamente variegato e quantitativamente in crescita anche in Italia (Volpi 2007). L’estrema variabilità e complessità, insita nelle formazioni familiari ricomposte, è confermata dalla mancanza di un linguaggio univoco, in campo scientifico e socialmente condiviso, che le rappresenti. La famiglia che si viene a formare per processo di ricomposizione perde la sua forma nucleare, per assumere una configurazione di tipo plurinucleare, in cui si inserisce una complessa articolazione tra legami biologici e legami sociali, tra relazioni affettive e nuove interazioni familiari e sociali (Théry 2002). In queste configurazioni familiari piuttosto eterogenee e multiformi nelle loro strutture e relazioni, prive di forme di riconoscimento dei legami familiari diversi da quelli di consanguineità e affinità, si originano nuovi bisogni da parte dei membri. Quello che abbiamo di fronte oggi è, dunque, un panorama in cui entro il contenitore delle ricomposizioni familiari troviamo realtà sociali e relazionali anche molto diverse, le cui criticità e difficoltà hanno origine nel fatto che esse si fondano su giochi relazionali altamente privatizzati, i cui ruoli all’interno della famiglia non sono socialmente definiti e riconosciuti, ovvero sono privi di una connotazione istituzionale. Sulla base di queste considerazioni, è nato l’interesse di esplorare ciò che accade entro le mura domestiche di queste famiglie e di comprendere i fattori e i meccanismi relazionali che ne influenzano la stabilità e qualità dei legami tra i suoi membri e tra queste famiglie e il contesto sociale di riferimento. L’obiettivo di fondo del presente lavoro è quello di comprendere i processi di organizzazione materiale e relazionale, di cogliere secondo quali direttrici costruiscono le proprie relazioni interne e quelle con l’esterno, in assenza di modelli istituzionalizzati di comportamento. Partendo dal presupposto che la famiglia è l’ambito privilegiato degli affetti e della socializzazione, ma anche quello in cui vengono formulati impliciti “contratti”, anche a valenza economica tra i componenti (Facchini 2008), ci si è domandati come e in che misura il livello di soddisfazione e di stabilità della coppia nelle famiglie ricomposte siano connesse a determinati modelli di gestione delle risorse economiche. La scelta di usare il “denaro” come chiave di lettura per indagare, secondo un approccio relazionale le dinamiche di coppia in queste forme familiari, nasce dalla considerazione che le risorse economiche occupino una posizione fondamentale nel consentire il funzionamento della vita familiare (Facchini 2004;2008). Il fine è quello di fare emergere come le risorse economiche vengono prodotte, scambiate e gestite all’interno delle famiglie ricomposte, come esse influenzino la negoziazione delle identità di genere e le dinamiche di potere e dipendenza tra i partner, come si strutturino le responsabilità economiche e di cura secondo le direttrici di genere e di generazione, e come i processi decisionali, alla base delle decisioni strategiche che nelle famiglie prendano forma, ne condizionino la stabilità, il benessere e la qualità di vita per i suoi membri. In effetti, se si pensa alla questione dell’economia domestica e al ruolo che il denaro assume nella famiglia, emerge come il suo significato, il suo uso, la sua allocazione e produzione, eccedano il mero dato economico ma siano intrinsecamente legati a fattori di tipo sociale e culturale che hanno a che vedere con le dinamiche di potere nelle relazioni, con il genere e la classe sociale (Zalizer 1989). Le finalità conoscitive che ci si è prefissati di raggiungere nella presente ricerca hanno condotto ad assegnare un’attenzione specifica alla dimensione esperienziale degli individui nelle famiglie ricomposte e a rilevare l’importanza della vita quotidiana, come spazio in cui i soggetti costruiscono il senso del loro agire e in cui sperimentano le opportunità e i limiti per l’azione. Tenuto conto degli obiettivi preposti è stato scelto di utilizzare un approccio di ricerca di tipo qualitativo ad orientamento fenomenologico, data la volontà e l’interesse di esplorare i processi di costruzione di significato e la prospettiva che gli individui intervistati posseggono rispetto al tema in oggetto. Date le finalità di tipo esplorativo e la delicatezza delle questioni da affrontare, che riguardano comunque una quota di famiglie ancora statisticamente poco diffuse in Italia, unitamente ad una insufficiente conoscenza dell’universo di riferimento, fin da subito, si è optato per l’individuazione di un campione non probabilistico costituito da 8 nuclei familiari ricostituiti. Nello specifico si è trattati di coppie conviventi in cui almeno uno dei due partner abbia figli nati da precedenti unioni. Entrambi i partner sono stati intervistai seguendo una traccia di intervista semi-strutturata, in momenti separati, per cogliere le diversità di genere. Da tale percorso si può desumere come la struttura della coppia, l’età del matrimonio, i modelli di residenza, gli stili di convivenza tra figli naturali e acquisiti e le tipologie di composizione dei nuclei hanno importanti ripercussioni sui modi con cui queste famiglie si organizzano rispetto alla produzione delle risorse e alla loro allocazione. In generale si può cogliere come nei modelli di gestione del denaro di queste famiglie stiano accadendo cambiamenti significativi verso forme che tendono all’individualizzazione delle finanze e all’autonomia tra i partner entro le mura domestiche, tanto da far intravedere un progressivo spostamento dall’idea di solidarietà collettiva a quella di responsabilità individuale. Le parole degli intervistati hanno portano a concludere la presente ricerca non già con delle risposte, bensì ad aprire delle nuove domande. La dinamica che muove i legami familiari (tra generi, generazioni e stirpi) circola entro azioni specifiche, azioni che si collegano le une alle altre (rel-azioni appunto). Esse si identificano nella trilogia: dare, ricevere, ricambiare, in cui la generatività familiare e sociale ne è il prodotto virtuoso. I processi di ricomposizione familiare, a partire dai profondi sconvolgimenti delle reti familiari, portano a rendere meno chiari e più complessi i circuiti di reciprocità che fanno riferimento al dono e al debito generazionale. Ci domandiamo allora, di fronte alla variabilità di forme e di relazioni che i processi di ricomposizione familiare post-separazione e divorzio determinano, come poter sostenere gli aspetti fondanti la relazione familiare? Forse non soltanto la famiglia ma l’intera organizzazione sociale ha bisogno di ripensarsi: solo promuovendo azioni che aprono alla riflessività e meta riflessività sociale dei legami familiari, si può pensare di aprire la strada verso il riconoscimento delle diversità che il fare famiglia può assumere, senza perderne però le sue qualità specifiche e peculiari, che la rendono una relazione sociale sui generis.
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