Lo straordinario progresso tecno-scientifico che caratterizza la nostra epoca contemporanea ha scaturito una serie di delicate problematiche di carattere etico e giuridico. Le costanti innovazioni biotecnologiche hanno infatti messo in discussione i tratti distintivi della condizione umana stessa, ed alcuni dei concetti fondamentali che essa racchiude. Le nozioni di autonomia e dignità della persona, così come la consapevolezza della nostra vulnerabilità e finitudine devono essere rivalutati alla luce di sempre nuove possibilità di intervento artificiale sulla nascita e sulla morte. Di conseguenza, l’entusiasmo della tecnica è inevitabilmente costretto a misurarsi con la preoccupazione etica, al fine di determinare la liceità di tale pervasiva intrusione nella ridefinizione della natura umana. L’incontro interdisciplinare tra letteratura, bioetica e biodiritto offre un fondamentale locus culturale dove cercare di far luce sui nuovi parametri che andranno a costituire la nostra identità ed il concetto stesso di “persona”, in ottica sia morale che legale. Avvicinare tali discipline è la via da seguire per condurre accurati confronti tra le ragioni della tecnologia ed i dettami della coscienza individuale, i principi etici e la dottrina legale. Nell’ampio spettro di testi letterari che trattano questioni bioetiche e bio-legali, questo studio si concentra sulla moderna letteratura inglese ed anglo-americana. Nello specifico, vengono presi in attenta considerazione due romanzi della scrittrice americana contemporanea Jodi Picoult. La sua produzione letteraria è propriamente rivolta a sondare i dilemmi afferenti alla sfera medica che affliggono la nostra società, ed a valutarne le ripercussioni morali e legali, sia sulla vita del singolo individuo, che sulle generazioni a venire. Nei romanzi selezionati, l’autrice indaga le tematiche dell’ingegneria genetica e dei “savior siblings” (My Sister’s Keeper, 2004) ed il disturbante contesto delle decisioni di fine vita (Mercy, 1996). L’esemplificazione narrativa fornita dalla Picoult contribuisce in modo significativo ad approfondire i dialoghi esistenti tra letteratura, bioetica e biodiritto.

In our contemporary times the increasing progress in biotechnologies has paved the way to profound challenges to basic notions defining our human existence. The meddling of technology with matters of life and death has led to the emergence of new forms of “liminal beings” and to the subsequent crisis of personhood, in moral and legal terms. Paramount concepts, such as autonomy, dignity and the very assumption of human finitude, need to be reframed in the light of unprecedented innovations and possibilities. Technical enthusiasm is inevitably compelled to be confronted with ethical anxiety, in order to evaluate the licitness of pervasive interventions into human nature. The multidisciplinary encounter of literature, bioethics and biolaw offers the opportunity to investigate the impacts on human life stemming from scientific potentialities and pretensions. Within the body of literary works dealing with bioethical and bio-legal issues, this study focuses on modern English and Anglo-American Literature. Two novels of the contemporary American writer, Jodi Picoult, are scrutinised in detail. Her literary production is chiefly devoted to inspect medical moral dilemmas that affect our society, providing a compelling framework for discussion on their legal implications on individual life and on generations to come. In the selected novels, the author delves into the topics of bioengineering and “savior siblings” (My Sister’s Keeper, 2004) and into the context of end-of-life decision-making (Mercy, 1996). Her narrative example significantly deepens the dialogues interlinking literature, bioethics and biolaw.

Literary Investigations into Bioethics and Biolaw. The Example of Jodi Picoult.

APOSTOLI, Laura
2011-01-01

Abstract

In our contemporary times the increasing progress in biotechnologies has paved the way to profound challenges to basic notions defining our human existence. The meddling of technology with matters of life and death has led to the emergence of new forms of “liminal beings” and to the subsequent crisis of personhood, in moral and legal terms. Paramount concepts, such as autonomy, dignity and the very assumption of human finitude, need to be reframed in the light of unprecedented innovations and possibilities. Technical enthusiasm is inevitably compelled to be confronted with ethical anxiety, in order to evaluate the licitness of pervasive interventions into human nature. The multidisciplinary encounter of literature, bioethics and biolaw offers the opportunity to investigate the impacts on human life stemming from scientific potentialities and pretensions. Within the body of literary works dealing with bioethical and bio-legal issues, this study focuses on modern English and Anglo-American Literature. Two novels of the contemporary American writer, Jodi Picoult, are scrutinised in detail. Her literary production is chiefly devoted to inspect medical moral dilemmas that affect our society, providing a compelling framework for discussion on their legal implications on individual life and on generations to come. In the selected novels, the author delves into the topics of bioengineering and “savior siblings” (My Sister’s Keeper, 2004) and into the context of end-of-life decision-making (Mercy, 1996). Her narrative example significantly deepens the dialogues interlinking literature, bioethics and biolaw.
2011
literature; bioethics; biolaw; Jodi Picoult
Lo straordinario progresso tecno-scientifico che caratterizza la nostra epoca contemporanea ha scaturito una serie di delicate problematiche di carattere etico e giuridico. Le costanti innovazioni biotecnologiche hanno infatti messo in discussione i tratti distintivi della condizione umana stessa, ed alcuni dei concetti fondamentali che essa racchiude. Le nozioni di autonomia e dignità della persona, così come la consapevolezza della nostra vulnerabilità e finitudine devono essere rivalutati alla luce di sempre nuove possibilità di intervento artificiale sulla nascita e sulla morte. Di conseguenza, l’entusiasmo della tecnica è inevitabilmente costretto a misurarsi con la preoccupazione etica, al fine di determinare la liceità di tale pervasiva intrusione nella ridefinizione della natura umana. L’incontro interdisciplinare tra letteratura, bioetica e biodiritto offre un fondamentale locus culturale dove cercare di far luce sui nuovi parametri che andranno a costituire la nostra identità ed il concetto stesso di “persona”, in ottica sia morale che legale. Avvicinare tali discipline è la via da seguire per condurre accurati confronti tra le ragioni della tecnologia ed i dettami della coscienza individuale, i principi etici e la dottrina legale. Nell’ampio spettro di testi letterari che trattano questioni bioetiche e bio-legali, questo studio si concentra sulla moderna letteratura inglese ed anglo-americana. Nello specifico, vengono presi in attenta considerazione due romanzi della scrittrice americana contemporanea Jodi Picoult. La sua produzione letteraria è propriamente rivolta a sondare i dilemmi afferenti alla sfera medica che affliggono la nostra società, ed a valutarne le ripercussioni morali e legali, sia sulla vita del singolo individuo, che sulle generazioni a venire. Nei romanzi selezionati, l’autrice indaga le tematiche dell’ingegneria genetica e dei “savior siblings” (My Sister’s Keeper, 2004) ed il disturbante contesto delle decisioni di fine vita (Mercy, 1996). L’esemplificazione narrativa fornita dalla Picoult contribuisce in modo significativo ad approfondire i dialoghi esistenti tra letteratura, bioetica e biodiritto.
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