Questo studio sul lessico di Luigi Pintor, giornalista dell’Unità e fondatore del Manifesto, si propone di tracciare alcune prime linee di ricerca sul linguaggio politico dell’intellettuale comunista sardo attraverso l’analisi lessicale degli articoli giornalistici. I testi oggetto di studio, che costituiscono il corpus documentario (Appendice I), appartengono al periodo 1947-’65 in cui Pintor lavora per i principali organi di stampa del Pci: la rivista Rinascita, il settimanale Vie nuove, il quotidiano l’Unità. Il corpus attinge da uno spoglio accurato, che si è spinto fino ai primi anni del Manifesto e della cui consistenza dà conto l’Inventario degli articoli giornalistici dell’Appendice II. La ricerca linguistica vorrebbe individuare, attraverso l’analisi delle parole-chiave della propaganda comunista, in quale contesto storico-linguistico si sia formata la scrittura giornalistica pintoriana, in che modo essa si sia evoluta all’interno dell’ideologia comunista e del linguaggio politico comunista e, infine, quale efficacia comunicativa abbia raggiunto e quale portata storica e capacità ideale questa scrittura abbia mostrato e trasmesso. Lo spoglio lessicale è stato molto ampio: ha interessato, infatti, oltre 1500 termini (si veda l’Indice delle parole) e ha restituito un ricco quadro del lessico impiegato in funzione politica. Innanzitutto è emerso l’uso di parole, più o meno frequenti, che immediatamente identificano il testo come ‘politico’ in quanto indicano le ‘cose’ della politica (ciò che riguarda il suo esercizio, le istituzioni ecc.) e parole che denotano l’ideologia comunista. A queste si devono aggiungere i termini appartenenti al sistema retorico ‘tradizionale’ del linguaggio politico (termini bellici e religiosi) e, infine, le categorie di parole che riguardano l’uso della forza, le antinomie nuovo/vecchio, chiaro/nascosto, unito/diviso. Lo studio delle parole, attraverso l’analisi di tutte le occorrenze, della connotazione dei termini e del loro valore politico, vorrebbe illustrare come è descritto e presentato nel mezzo propagandistico il rapporto tra identità e politica (Capitolo I), tra politica ed esercizio del potere (Capitolo II), per guidare alla comprensione del ruolo del lessico nell’interpretazione dei fatti storici e nella loro divulgazione. E, perché no, scoprire quanto autenticamente la politica possa essere ritenuta «uno strumento di una trasformazione dell’intero ordine sociale, e, ancora più profondamente, degli stessi rapporti tra le persone».

This lexical study upon Luigi Pintor, journalist of l’Unità and founder of Manifesto, proposes to trace the first few lines of research on the political language of the Sardinian Communist intellectual through lexical analysis of newspaper articles. The texts investigated, which form the documentary corpus (Appendix I), belong to the period 1947-'65 when Pintor used to work for the mainstream press of the PCI: the magazine Rinascita, the weekly Vie nuove, the newspaper l’Unità. The corpus originates from a careful research and review, which has led to the early years of Manifesto, and the Inventory of newspaper articles in Appendix II gives an account of its consistency. The linguistic research identifies, through the analysis of the keywords of Communist propaganda, in which historical-linguistic context pintorian journalistic writing developed, how it evolved within the communist ideology and political communist language, and, lastly, how effective it was and which historical and ideal value this writing showed and transmitted. The lexical catalogue, very wide, consists of more than 1500 words (see words index) and gives a rich picture of the vocabulary used with political purpose. First of all the research highlights the use of words, more or less frequent, which immediately identifies the text as 'political' as indicating the 'things' of policy (as regards application, institutions etc.) and words denoting the Communist ideology. To these ones we must add words belonging to the 'traditional' rhetorical system of the political language (religious and war terms) and, finally, the categories of words relating to the use of force, the antinomies new / old, clear / hidden, united / divided. Through the analysis of all occurrences, of the connotation of words and their political value, the study of words demonstrates how the relationship between identity and politics (Chapter I) and between politics and the exercise of power (Chapter II) are described and presented in the propagandist media, in order to lead to the understanding of the role of vocabulary in the interpretation and popularization of historical events, and to see how politics can truly be considered "uno strumento di una trasformazione dell’intero ordine sociale, e, ancora più profondamente, degli stessi rapporti tra le persone".

"Incrociare parole e maneggiare tarocchi": sul lessico di Luigi Pintor giornalista (1947-1965)

FERRI, Francesca
2010-01-01

Abstract

This lexical study upon Luigi Pintor, journalist of l’Unità and founder of Manifesto, proposes to trace the first few lines of research on the political language of the Sardinian Communist intellectual through lexical analysis of newspaper articles. The texts investigated, which form the documentary corpus (Appendix I), belong to the period 1947-'65 when Pintor used to work for the mainstream press of the PCI: the magazine Rinascita, the weekly Vie nuove, the newspaper l’Unità. The corpus originates from a careful research and review, which has led to the early years of Manifesto, and the Inventory of newspaper articles in Appendix II gives an account of its consistency. The linguistic research identifies, through the analysis of the keywords of Communist propaganda, in which historical-linguistic context pintorian journalistic writing developed, how it evolved within the communist ideology and political communist language, and, lastly, how effective it was and which historical and ideal value this writing showed and transmitted. The lexical catalogue, very wide, consists of more than 1500 words (see words index) and gives a rich picture of the vocabulary used with political purpose. First of all the research highlights the use of words, more or less frequent, which immediately identifies the text as 'political' as indicating the 'things' of policy (as regards application, institutions etc.) and words denoting the Communist ideology. To these ones we must add words belonging to the 'traditional' rhetorical system of the political language (religious and war terms) and, finally, the categories of words relating to the use of force, the antinomies new / old, clear / hidden, united / divided. Through the analysis of all occurrences, of the connotation of words and their political value, the study of words demonstrates how the relationship between identity and politics (Chapter I) and between politics and the exercise of power (Chapter II) are described and presented in the propagandist media, in order to lead to the understanding of the role of vocabulary in the interpretation and popularization of historical events, and to see how politics can truly be considered "uno strumento di una trasformazione dell’intero ordine sociale, e, ancora più profondamente, degli stessi rapporti tra le persone".
2010
Luigi Pintor; lessico; linguaggio politico
Questo studio sul lessico di Luigi Pintor, giornalista dell’Unità e fondatore del Manifesto, si propone di tracciare alcune prime linee di ricerca sul linguaggio politico dell’intellettuale comunista sardo attraverso l’analisi lessicale degli articoli giornalistici. I testi oggetto di studio, che costituiscono il corpus documentario (Appendice I), appartengono al periodo 1947-’65 in cui Pintor lavora per i principali organi di stampa del Pci: la rivista Rinascita, il settimanale Vie nuove, il quotidiano l’Unità. Il corpus attinge da uno spoglio accurato, che si è spinto fino ai primi anni del Manifesto e della cui consistenza dà conto l’Inventario degli articoli giornalistici dell’Appendice II. La ricerca linguistica vorrebbe individuare, attraverso l’analisi delle parole-chiave della propaganda comunista, in quale contesto storico-linguistico si sia formata la scrittura giornalistica pintoriana, in che modo essa si sia evoluta all’interno dell’ideologia comunista e del linguaggio politico comunista e, infine, quale efficacia comunicativa abbia raggiunto e quale portata storica e capacità ideale questa scrittura abbia mostrato e trasmesso. Lo spoglio lessicale è stato molto ampio: ha interessato, infatti, oltre 1500 termini (si veda l’Indice delle parole) e ha restituito un ricco quadro del lessico impiegato in funzione politica. Innanzitutto è emerso l’uso di parole, più o meno frequenti, che immediatamente identificano il testo come ‘politico’ in quanto indicano le ‘cose’ della politica (ciò che riguarda il suo esercizio, le istituzioni ecc.) e parole che denotano l’ideologia comunista. A queste si devono aggiungere i termini appartenenti al sistema retorico ‘tradizionale’ del linguaggio politico (termini bellici e religiosi) e, infine, le categorie di parole che riguardano l’uso della forza, le antinomie nuovo/vecchio, chiaro/nascosto, unito/diviso. Lo studio delle parole, attraverso l’analisi di tutte le occorrenze, della connotazione dei termini e del loro valore politico, vorrebbe illustrare come è descritto e presentato nel mezzo propagandistico il rapporto tra identità e politica (Capitolo I), tra politica ed esercizio del potere (Capitolo II), per guidare alla comprensione del ruolo del lessico nell’interpretazione dei fatti storici e nella loro divulgazione. E, perché no, scoprire quanto autenticamente la politica possa essere ritenuta «uno strumento di una trasformazione dell’intero ordine sociale, e, ancora più profondamente, degli stessi rapporti tra le persone».
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/343914
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