L’obiettivo della cartografia linguistica è la visualizzazione della distribuzione geografica di fenomeni linguistici o fenomeni relativi a fatti linguistici. Carte di fenomeni linguistici rappresentano la distribuzione geografica di varianti (esponenti formali) di una variabile linguistica. La precondizione necessaria per disegnare carte linguistiche nella maniera tradizionale è l’estensione spaziale dei fenomeni in termini di località ben distinguibili. Isole linguistiche come il cimbro sono un campo atipico della cartografia linguistica perché l’estensione spaziale dei fenomeni è messa in discussione proprio dalla nozione di ‘isola linguistica’. È vero che alcune cosiddette ‘isole linguistiche’ occupano zone molto vaste: per il tedesco si possono citare gli esempi del Rio Grande do Sul in Brasile o della storica Repubblica tedesca del Volga nell’Unione Sovietica in cui le parlate tedesche sono diffuse in territori grandi quanto interi stati europei. Comunque, le varietà tedesche anche in queste zone grandi si distinguono dalle varietà nel territorio unito di lingua tedesca rispetto a due proprietà importanti: (a) spesso le località tedesche non sono connesse ma si alternano con località di lingue diverse; (b) anche nelle località tedesche i dialetti tedeschi sono lingua minoritaria e in competizione con una lingua maggioritaria non-tedesca (diglossia, triglossia; bilinguismo). Il cimbro si caratterizza pienamente per le due proprietà (a) e (b) sopraccitate. L’area del cimbro è composta da tre ‘zone’ isolate tra di loro dalla topografia del versante meridionale delle Alpi. Storicamente, e senza tener conto di rappresentazioni che vedono il cimbro anche altrove, si trattava di tre altipiani con più villaggi connessi su ognuno di essi: l’altopiano di Folgaria-Lavarone-Luserna (provincia di Trento), l’altopiano dei Tredici Comuni (provincia di Verona) e l’altopiano dei Sette Comuni (provincia di Vicenza). Una quarta zona è la Val dei Mòcheni (provincia di Trento) che di solito è compresa nelle carte storiche del cimbro anche se i dialetti tedeschi della Val dei Mòcheni non sono più considerati cimbro dalla ricerca attuale ma ‘mòcheno’, cioè un dialetto a parte. Oggi il cimbro non ha più l’estensione areale appena descritta. Si è conservato in solo due, al massimo tre villaggi: a Luserna (TN) e nella Val dei Mòcheni ci sono ancora comunità linguistiche mentre a Giazza (VR) si trovano soltanto alcuni parlanti anziani. Gli ultimi parlanti del cimbro dei Sette Comuni si registravano a Roana (VI), dove il cimbro si è conservato sotto forma di ‘lingua della memoria’, coltivato dalle associazioni per la sua tutela e usato in occasioni particolari. Quindi, il cimbro oggi si articola in poche località senza contatto diretto tra di loro ma con molto contatto linguistico con i dialetti veneti limitrofi. Da queste riflessioni preliminari risultano tre ipotesi di carte:- carte che focalizzano le località cimbre di una o di tutte le zone, senza tenere conto del fatto che le varietà cimbre non sono connesse fra di loro e che si trovano in adiacenza con varietà non-germaniche;- carte che inquadrano le varietà cimbre nel prospetto dei dialetti tedeschi, cioè come estensione del bavarese meridionale;- carte che rappresentano le varietà cimbre nel contesto delle varietà venete e trentine che le circondano.

Cartografia linguistica del cimbro

RABANUS, Stefan
2010-01-01

Abstract

L’obiettivo della cartografia linguistica è la visualizzazione della distribuzione geografica di fenomeni linguistici o fenomeni relativi a fatti linguistici. Carte di fenomeni linguistici rappresentano la distribuzione geografica di varianti (esponenti formali) di una variabile linguistica. La precondizione necessaria per disegnare carte linguistiche nella maniera tradizionale è l’estensione spaziale dei fenomeni in termini di località ben distinguibili. Isole linguistiche come il cimbro sono un campo atipico della cartografia linguistica perché l’estensione spaziale dei fenomeni è messa in discussione proprio dalla nozione di ‘isola linguistica’. È vero che alcune cosiddette ‘isole linguistiche’ occupano zone molto vaste: per il tedesco si possono citare gli esempi del Rio Grande do Sul in Brasile o della storica Repubblica tedesca del Volga nell’Unione Sovietica in cui le parlate tedesche sono diffuse in territori grandi quanto interi stati europei. Comunque, le varietà tedesche anche in queste zone grandi si distinguono dalle varietà nel territorio unito di lingua tedesca rispetto a due proprietà importanti: (a) spesso le località tedesche non sono connesse ma si alternano con località di lingue diverse; (b) anche nelle località tedesche i dialetti tedeschi sono lingua minoritaria e in competizione con una lingua maggioritaria non-tedesca (diglossia, triglossia; bilinguismo). Il cimbro si caratterizza pienamente per le due proprietà (a) e (b) sopraccitate. L’area del cimbro è composta da tre ‘zone’ isolate tra di loro dalla topografia del versante meridionale delle Alpi. Storicamente, e senza tener conto di rappresentazioni che vedono il cimbro anche altrove, si trattava di tre altipiani con più villaggi connessi su ognuno di essi: l’altopiano di Folgaria-Lavarone-Luserna (provincia di Trento), l’altopiano dei Tredici Comuni (provincia di Verona) e l’altopiano dei Sette Comuni (provincia di Vicenza). Una quarta zona è la Val dei Mòcheni (provincia di Trento) che di solito è compresa nelle carte storiche del cimbro anche se i dialetti tedeschi della Val dei Mòcheni non sono più considerati cimbro dalla ricerca attuale ma ‘mòcheno’, cioè un dialetto a parte. Oggi il cimbro non ha più l’estensione areale appena descritta. Si è conservato in solo due, al massimo tre villaggi: a Luserna (TN) e nella Val dei Mòcheni ci sono ancora comunità linguistiche mentre a Giazza (VR) si trovano soltanto alcuni parlanti anziani. Gli ultimi parlanti del cimbro dei Sette Comuni si registravano a Roana (VI), dove il cimbro si è conservato sotto forma di ‘lingua della memoria’, coltivato dalle associazioni per la sua tutela e usato in occasioni particolari. Quindi, il cimbro oggi si articola in poche località senza contatto diretto tra di loro ma con molto contatto linguistico con i dialetti veneti limitrofi. Da queste riflessioni preliminari risultano tre ipotesi di carte:- carte che focalizzano le località cimbre di una o di tutte le zone, senza tenere conto del fatto che le varietà cimbre non sono connesse fra di loro e che si trovano in adiacenza con varietà non-germaniche;- carte che inquadrano le varietà cimbre nel prospetto dei dialetti tedeschi, cioè come estensione del bavarese meridionale;- carte che rappresentano le varietà cimbre nel contesto delle varietà venete e trentine che le circondano.
2010
9788880982852
Cimbro; cartografia linguistica; dialettologia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/341854
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