In sostanza la situazione si può riassumere come segue. Dopo la stampa della prima lettera di Alberto Pio a Erasmo (Parigi 1529) e la polemica risposta di quest’ultimo (Basilea, 1529) si aprì tra i due un diverbio rivelatosi insanabile. La necessità da entrambe le parti di screditare la posizione dell’avversario, affermando nel contempo la correttezza della propria, ha portato a ricostruire profili biografici o autobiografici molto precisi relativi agli anni della polemica, profili che tuttavia, particolarmente per quanto riguarda Alberto Pio, finiscono per assumere un carattere più generale, divenendo delle vere e proprie descrizioni della personalità, ma limitate e, soprattutto, unilaterali, che, per l’uso in seguito fattone, hanno prodotto come risultato, anche da un punto di vista storiografico, lo schiacciamento della figura di diplomatico e uomo politico su quella di dotto. Eppure Erasmo temeva Alberto non perché fosse un uomo dotto – i dotti, teologi o meno, che scrivevano contro di lui non li contava nemmeno più – ma perché era un principe vicino al pontefice e ai potenti dell’epoca. Da qui nasce la necessità di utilizzare nuovi documenti, per esempio l’epistolario del Canossa, per poter disegnare un’immagine più fedele di Alberto e continuare così sulla strada intrapresa da Tiraboschi e Semper per primi. Dallo studio completo dell’epistolario emergerà, credo, una figura molto complessa dove la parola dotto sarà verosimilmente utilizzata più come aggettivo di principe e diplomatico che come sostantivo.

Erasmo e Alberto Pio. Biografia e autobiografia nello specchio deformante della polemica

FORNER, Fabio
2009-01-01

Abstract

In sostanza la situazione si può riassumere come segue. Dopo la stampa della prima lettera di Alberto Pio a Erasmo (Parigi 1529) e la polemica risposta di quest’ultimo (Basilea, 1529) si aprì tra i due un diverbio rivelatosi insanabile. La necessità da entrambe le parti di screditare la posizione dell’avversario, affermando nel contempo la correttezza della propria, ha portato a ricostruire profili biografici o autobiografici molto precisi relativi agli anni della polemica, profili che tuttavia, particolarmente per quanto riguarda Alberto Pio, finiscono per assumere un carattere più generale, divenendo delle vere e proprie descrizioni della personalità, ma limitate e, soprattutto, unilaterali, che, per l’uso in seguito fattone, hanno prodotto come risultato, anche da un punto di vista storiografico, lo schiacciamento della figura di diplomatico e uomo politico su quella di dotto. Eppure Erasmo temeva Alberto non perché fosse un uomo dotto – i dotti, teologi o meno, che scrivevano contro di lui non li contava nemmeno più – ma perché era un principe vicino al pontefice e ai potenti dell’epoca. Da qui nasce la necessità di utilizzare nuovi documenti, per esempio l’epistolario del Canossa, per poter disegnare un’immagine più fedele di Alberto e continuare così sulla strada intrapresa da Tiraboschi e Semper per primi. Dallo studio completo dell’epistolario emergerà, credo, una figura molto complessa dove la parola dotto sarà verosimilmente utilizzata più come aggettivo di principe e diplomatico che come sostantivo.
2009
9782503528397
Erasmo da Rotterdam; Alberto Pio; polemica; Carpi
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