La letteratura sviluppatasi in tema di Responsabilità sociale d’impresa (d’ora in poi CSR dall’acronimo inglese) si colloca sistematicamente all’interno di riviste specializzate in business ethics, scienze del management e sociologia. Il tema, infatti, nasce storicamente all’interno di queste discipline, con lo scopo di fornire nuovi strumenti concettuali e operativi per comprendere e gestire le risorse d’impresa nonché l’interazione e comunicazione della stessa con la società. Nell’approccio analitico e sistemico, pertanto, i giuristi si presentano inevitabilmente come “dei padri di seconda generazione” 1 , resi particolarmente prudenti da quel “dubbio su un potenziale eccessivo di ambiguità” insito nel tema, determinato da elevati “margini di indeterminatezza” e “pericoli di opportunismo”2. Il loro compito si rivela ciò nondimeno necessario, laddove cerca di tradurre, secondo i codici concettuali del diritto, i costanti riferimenti a-tecnici operati dal ragionamento dottrinale sulla Csr alla dimensione giuridica, ora per distinguere le responsabilità legali e contrattuali dell’impresa da quelle etiche e filantropiche ora per definire la soglia dell’obbligo oltre la quale proiettare la dimensione della volontarietà. E’ l’analisi di quest’ultima, in particolare, a presentare gli stimoli più interessanti per il dibattito giuridico, specialmente se ricostruita come riflessione sulla crisi dei modelli e delle tecniche di regolazione e come promozione dei processi di autonormazione sociale nel contesto multi-livellare delle fonti. Come vedremo, l’ambito disciplinare attraverso cui verrà argomentata tale analisi sarà quello giuslavoristico e sindacale, che non solo incontra trasversalmente molti ambiti di intervento della Csr, ma fornisce soprattutto i paradigmi concettuali per la ricostruzione della stessa nel contesto del diritto riflessivo (cd. reflexive law).

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Tecniche e modelli di regolazione nel diritto del lavoro. Una rilettura della responsabilità sociale d'impresa in prospettiva giuridica

PERUZZI, Marco
2007-01-01

Abstract

Non disponibile
2007
modelli di regolazione; diritto del lavoro; responsabilità sociale d'impresa
La letteratura sviluppatasi in tema di Responsabilità sociale d’impresa (d’ora in poi CSR dall’acronimo inglese) si colloca sistematicamente all’interno di riviste specializzate in business ethics, scienze del management e sociologia. Il tema, infatti, nasce storicamente all’interno di queste discipline, con lo scopo di fornire nuovi strumenti concettuali e operativi per comprendere e gestire le risorse d’impresa nonché l’interazione e comunicazione della stessa con la società. Nell’approccio analitico e sistemico, pertanto, i giuristi si presentano inevitabilmente come “dei padri di seconda generazione” 1 , resi particolarmente prudenti da quel “dubbio su un potenziale eccessivo di ambiguità” insito nel tema, determinato da elevati “margini di indeterminatezza” e “pericoli di opportunismo”2. Il loro compito si rivela ciò nondimeno necessario, laddove cerca di tradurre, secondo i codici concettuali del diritto, i costanti riferimenti a-tecnici operati dal ragionamento dottrinale sulla Csr alla dimensione giuridica, ora per distinguere le responsabilità legali e contrattuali dell’impresa da quelle etiche e filantropiche ora per definire la soglia dell’obbligo oltre la quale proiettare la dimensione della volontarietà. E’ l’analisi di quest’ultima, in particolare, a presentare gli stimoli più interessanti per il dibattito giuridico, specialmente se ricostruita come riflessione sulla crisi dei modelli e delle tecniche di regolazione e come promozione dei processi di autonormazione sociale nel contesto multi-livellare delle fonti. Come vedremo, l’ambito disciplinare attraverso cui verrà argomentata tale analisi sarà quello giuslavoristico e sindacale, che non solo incontra trasversalmente molti ambiti di intervento della Csr, ma fornisce soprattutto i paradigmi concettuali per la ricostruzione della stessa nel contesto del diritto riflessivo (cd. reflexive law).
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