“Digitare password”, “chiudi sessione”: indicazioni un po’ perentorie e generiche simili a queste appaiono sullo schermo aprendo e terminando il contatto che ogni utente informatico, in pratica l’uomo medio della modernità, intrattiene con il suggestivo mondo dei bit. Posizionandosi a soli pochi centimetri dal monitor di un computer è possibile assistere al dischiudersi di un mondo potenzialmente infinito fatto di informazione, comunicazione e servizi. La cornice che delimita lo schermo, come quella che nel quadro divide la storia dipinta dall’osservatore e dagli oggetti circostanti, funziona da elemento di separazione che segnala il distacco e la lontananza anche simbolica del complicato mondo elettronico dalla concretezza altrettanto problematica della realtà intorno. Lo schermo, dunque, come sofisticata porta tecnologica rappresenta la via di accesso praticabile con relativa facilità verso una dimensione intangibile e virtualmente globale della realtà che si può accendere e spegnere in qualsiasi momento alla velocità di un clic. Guardare “dentro” lo schermo, scrutare il mondo attraverso la sua superficie, diventare navigatori dello spazio virtuale e cercare di relazionarsi a distanza con gli altri rappresentano azioni non neutre, atti non privi di implicazioni per l’individuo. Tutto ciò che riguarda l’essere nel digitale, infatti, appare ricco di problematicità; una problematicità testimoniata dalla diversità stessa dei punti di vista, dalla divisione in opposti schieramenti tra coloro che sostengono posizioni di entusiastica accettazione nei confronti dei media elettronici e chi, al contrario, li considera con scetticismo. Nel contesto specifico del contatto o, per meglio dire, della connessione del fruitore informatico con il computer, lo schermo svolge la funzione di intermediario tra l’utente ed una dimensione puramente ottica della realtà costituita da testi ed immagini evanescenti, figure smaterializzate che non occupano una posizione, se non virtuale, nello spazio. In effetti, la localizzazione delle informazioni nel mondo digitale, l’individuazione della sorgente stessa da cui proviene ciò che appare sullo schermo rappresentano questioni particolarmente interessanti poiché la peculiarità dei dati elettronici è di essere del tutto svincolati dal supporto materiale che li ospita, la loro presenza dunque è mobile ed indipendente dallo specifico mezzo tecnico che consente la visualizzazione, quindi ciò che è possibile scrutare su un video è osservabile anche su un altro, in tempi e luoghi diversi.
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Schermi dell'Io: narcisismo e identità narrativa dallo specchio al monitor di internet
LOATELLI, ELENA
2007-01-01
Abstract
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Tesi di dottorato
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