Negli ultimi quindici anni i sistemi bancari dei principali Paesi europei, sulla scia dell’esperienza statunitense, sono stati interessati da incessanti processi di mergers and acquisitions (M&A) che ne hanno modificato in profondità gli elementi morfologici, gli assetti istituzionali e le configurazioni organizzative. L’ampio ricorso delle imprese bancarie ad operazioni di fusione e/o acquisizione si è diffuso in Europa in concomitanza con l’affermarsi di un mercato bancario sempre più competitivo il quale ha trovato a sua volta fondamento in fattori causali che hanno costituito per lo più un comune denominatore dell’evoluzione dell’industria bancaria anche a livello internazionale. Ci si riferisce, in particolare, all’interazione dei cosiddetti fattori ambientali esogeni, quali la deregolamentazione, l’innovazione tecnologica, la globalizzazione dei mercati e l’introduzione dell’euro, che tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta ha affievolito le barriere all’entrata nelle industrie bancarie dei principali Paesi europei, ponendo le condizioni per l’ingresso di banche estere e di imprese provenienti dagli altri comparti dell’intermediazione finanziaria. La progressiva intensificazione delle pressioni competitive, sia geografiche che settoriali, ed i conseguenti pericoli di erosione nelle quote di mercato possedute hanno imposto, perciò, alle banche un intenso processo di ristrutturazione finalizzato al recupero di efficienza e di redditività. In considerazione di tali premesse, l’obiettivo del presente lavoro consiste nel tentare di descrivere l’evoluzione registrata, fino ad ora, dal processo di concentrazione bancario italiano e dei principali Paesi europei, sia a livello domestico che internazionale, al fine di individuare dapprima i fattori causali dell’innalzamento del livello di contendibilità dei mercati e le principali determinanti che nel corso degli anni hanno spinto le nostre banche e quelle europee a ricorrere a strategie di crescita esterna, e successivamente, gli effetti macro e microeconomici più significativi che sono stati prodotti dalle aggregazioni stesse. A tal proposito si è deciso di strutturare il lavoro in quattro capitoli. Nel primo capitolo, dopo aver analizzato i fattori ambientali esogeni o di contesto ritenuti “responsabili” del cambiamento dello scenario competitivo, riconducibili prevalentemente alla deregulation, alla diffusione del progresso tecnologico, alla graduale realizzazione della globalizzazione dei mercati e alla creazione dell’Unione Monetaria Europea, si è cercato di individuare le possibili determinanti, economiche ed extraeconomiche, che secondo la letteratura tenderebbero a spiegare il crescente ricorso ad operazioni di fusione e/o acquisizione da parte delle imprese bancarie. Nell’ultima parte del capitolo si è passati a prendere in considerazione i molteplici effetti che possono essere prodotti da una generica operazione di concentrazione bancaria. In particolare, si è stabilito di analizzarli sia a livello macro, ovvero andando ad evidenziare come si è modificata, negli ultimi decenni, la struttura dei sistemi creditizi europei interessati da tali processi di consolidamento bancari sia a livello micro, soffermandosi cioè sulle conseguenze che, secondo differenti indagini empiriche di numerosi studiosi di banche, tenderebbero a generarsi sui singoli soggetti interessati attivamente (le banche protagoniste dell’operazione) e passivamente (le imprese che richiedono prestiti e i singoli consumatori di servizi bancari) dalle aggregazioni stesse.

Non disponibile

Le concentrazioni bancarie in Europa e i processi di integrazione cross-border. Il caso Unicredit-HVB

CHIARAMONTE, Laura
2007-01-01

Abstract

Non disponibile
2007
concentrazioni bancarie; processi di integrazione cross-border; unicredit-hvb
Negli ultimi quindici anni i sistemi bancari dei principali Paesi europei, sulla scia dell’esperienza statunitense, sono stati interessati da incessanti processi di mergers and acquisitions (M&A) che ne hanno modificato in profondità gli elementi morfologici, gli assetti istituzionali e le configurazioni organizzative. L’ampio ricorso delle imprese bancarie ad operazioni di fusione e/o acquisizione si è diffuso in Europa in concomitanza con l’affermarsi di un mercato bancario sempre più competitivo il quale ha trovato a sua volta fondamento in fattori causali che hanno costituito per lo più un comune denominatore dell’evoluzione dell’industria bancaria anche a livello internazionale. Ci si riferisce, in particolare, all’interazione dei cosiddetti fattori ambientali esogeni, quali la deregolamentazione, l’innovazione tecnologica, la globalizzazione dei mercati e l’introduzione dell’euro, che tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta ha affievolito le barriere all’entrata nelle industrie bancarie dei principali Paesi europei, ponendo le condizioni per l’ingresso di banche estere e di imprese provenienti dagli altri comparti dell’intermediazione finanziaria. La progressiva intensificazione delle pressioni competitive, sia geografiche che settoriali, ed i conseguenti pericoli di erosione nelle quote di mercato possedute hanno imposto, perciò, alle banche un intenso processo di ristrutturazione finalizzato al recupero di efficienza e di redditività. In considerazione di tali premesse, l’obiettivo del presente lavoro consiste nel tentare di descrivere l’evoluzione registrata, fino ad ora, dal processo di concentrazione bancario italiano e dei principali Paesi europei, sia a livello domestico che internazionale, al fine di individuare dapprima i fattori causali dell’innalzamento del livello di contendibilità dei mercati e le principali determinanti che nel corso degli anni hanno spinto le nostre banche e quelle europee a ricorrere a strategie di crescita esterna, e successivamente, gli effetti macro e microeconomici più significativi che sono stati prodotti dalle aggregazioni stesse. A tal proposito si è deciso di strutturare il lavoro in quattro capitoli. Nel primo capitolo, dopo aver analizzato i fattori ambientali esogeni o di contesto ritenuti “responsabili” del cambiamento dello scenario competitivo, riconducibili prevalentemente alla deregulation, alla diffusione del progresso tecnologico, alla graduale realizzazione della globalizzazione dei mercati e alla creazione dell’Unione Monetaria Europea, si è cercato di individuare le possibili determinanti, economiche ed extraeconomiche, che secondo la letteratura tenderebbero a spiegare il crescente ricorso ad operazioni di fusione e/o acquisizione da parte delle imprese bancarie. Nell’ultima parte del capitolo si è passati a prendere in considerazione i molteplici effetti che possono essere prodotti da una generica operazione di concentrazione bancaria. In particolare, si è stabilito di analizzarli sia a livello macro, ovvero andando ad evidenziare come si è modificata, negli ultimi decenni, la struttura dei sistemi creditizi europei interessati da tali processi di consolidamento bancari sia a livello micro, soffermandosi cioè sulle conseguenze che, secondo differenti indagini empiriche di numerosi studiosi di banche, tenderebbero a generarsi sui singoli soggetti interessati attivamente (le banche protagoniste dell’operazione) e passivamente (le imprese che richiedono prestiti e i singoli consumatori di servizi bancari) dalle aggregazioni stesse.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/337850
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