Di “cultura europea” si parla da molto tempo e in molti modi; ciò nondimeno ancora si sente la necessità in dottrina di fare, per così dire, il punto della situazione e di tracciare coordinate nuove che consentano di tenere conto sia dell’evoluzione continua dello spazio giuridico (come contesto di produzione, fruizione, significazione del diritto) europeo, sia della fluidità del concetto di cultura. Punto di partenza dell’analisi è la definizione di un metodo che tenga conto, da un lato, della fine del monopolio statuale del costituzionalismo e dell’affermazione di fenomeni costituzionali post-statuali di importanza crescente, d’altro lato, della concezione dell’esperienza costituzionale (in primis comunitaria ma non solo) come processo costituzionale intrinsecamente mobile ed evolutivo. Rifacendosi alla recente dottrina del costituzionalismo integrato, nel solco della teorica smendiana dell’Integrazione, si cercherà di individuare (ed evidenziare), attraverso l’analisi del trattamento normativo della cultura, un “processo circolare” di integrazione costituzionale sia interno agli Stati, sia (soprattutto) tra Stati e Unione. Nella costruzione concettuale di Smend il fine dello stato è l’integrazione di tutte le individualità sociali che vivono in esso e la costituzione è il posterius giuridico rispetto all’integrazione, che ne è il prius materiale. Rievocando tali paradigmi dell’integrazione funzionale e materiale, la cultura diventa in tale sede, da un punto di vista “statico”, esemplificazione di quel processo di continua rinnovazione e trasformazione dello spazio giuridico europeo. Nondimeno, dinamicamente, essa stessa, per le sue molteplici sfaccettature, per la sua “trasversalità”, sembra costituire una realtà integrativa (integratrice). Se l’Integrationslehre, secondo Smend, aveva il compito di cogliere nel loro reciproco intreccio i vari elementi integrativi e costitutivi dell’unità dello Stato, in questa sede si intende invece valorizzare la continuità dialettica che accomuna e lega fra loro i momenti costituzionali (nazionale e sovranazionale) vivificata dalla permeabilità di essi rispetto alle norme internazionali, le quali possono concepirsi come ulteriori spinte integratrici. Il contesto dell’analisi giuridica che qui si intraprende è, dunque, lo spazio giuridico europeo nei suoi momenti costituzionali nazionale e sovranazionale, rispettivamente integrati (ed integrabili), nonché permeabili rispetto a norme internazionali...

Non Disponibile

La costituzione culturale dello spazio giuridico europeo

FERRI, Delia
2007-01-01

Abstract

Non Disponibile
2007
costituzione culturale; spazio giuridico europeo
Di “cultura europea” si parla da molto tempo e in molti modi; ciò nondimeno ancora si sente la necessità in dottrina di fare, per così dire, il punto della situazione e di tracciare coordinate nuove che consentano di tenere conto sia dell’evoluzione continua dello spazio giuridico (come contesto di produzione, fruizione, significazione del diritto) europeo, sia della fluidità del concetto di cultura. Punto di partenza dell’analisi è la definizione di un metodo che tenga conto, da un lato, della fine del monopolio statuale del costituzionalismo e dell’affermazione di fenomeni costituzionali post-statuali di importanza crescente, d’altro lato, della concezione dell’esperienza costituzionale (in primis comunitaria ma non solo) come processo costituzionale intrinsecamente mobile ed evolutivo. Rifacendosi alla recente dottrina del costituzionalismo integrato, nel solco della teorica smendiana dell’Integrazione, si cercherà di individuare (ed evidenziare), attraverso l’analisi del trattamento normativo della cultura, un “processo circolare” di integrazione costituzionale sia interno agli Stati, sia (soprattutto) tra Stati e Unione. Nella costruzione concettuale di Smend il fine dello stato è l’integrazione di tutte le individualità sociali che vivono in esso e la costituzione è il posterius giuridico rispetto all’integrazione, che ne è il prius materiale. Rievocando tali paradigmi dell’integrazione funzionale e materiale, la cultura diventa in tale sede, da un punto di vista “statico”, esemplificazione di quel processo di continua rinnovazione e trasformazione dello spazio giuridico europeo. Nondimeno, dinamicamente, essa stessa, per le sue molteplici sfaccettature, per la sua “trasversalità”, sembra costituire una realtà integrativa (integratrice). Se l’Integrationslehre, secondo Smend, aveva il compito di cogliere nel loro reciproco intreccio i vari elementi integrativi e costitutivi dell’unità dello Stato, in questa sede si intende invece valorizzare la continuità dialettica che accomuna e lega fra loro i momenti costituzionali (nazionale e sovranazionale) vivificata dalla permeabilità di essi rispetto alle norme internazionali, le quali possono concepirsi come ulteriori spinte integratrici. Il contesto dell’analisi giuridica che qui si intraprende è, dunque, lo spazio giuridico europeo nei suoi momenti costituzionali nazionale e sovranazionale, rispettivamente integrati (ed integrabili), nonché permeabili rispetto a norme internazionali...
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/337848
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