L’innovazione è attualmente riconosciuta per essere di vitale importanza per la crescita economica e l’efficacia organizzativa nei rapidi cambiamenti dei nostri giorni (Mahomood e Rufin, 2005; West e Anderson, 1996). E’ diventata la parola d’ordine del ventesimo secolo. Se il mondo dell’economia la vede come chiave per l’incremento dei profitti e la condivisione dei mercati, la Comunità Europea ed i singoli governi automaticamente si rifanno ad essa quando fissano i parametri dello sviluppo economico e sociale dei paesi. Molti governi hanno dei programmi per incrementare l’innovatività dei paesi, ad esempio il Canada (www.innovation.gc.ca), l’Inghilterra (www.innovation.gov.uk), l’Olanda (www.innovatieplatform.nl) e l’Italia (http://www.dps.mef.gov.it/qsn/qsn.asp). L’Unione Europea ha anche un set di obiettivi per rendere l’Europa la “più competitiva e dinamica economia al mondo basata sulla conoscenza ” e vede l’innovazione come “essenziale per le imprese europee, per essere competitive” (Commissione della Comunità Europea, 2000, p.4). Ma seppure da un punto di vista economico e finanziario le regole dell’innovazione appaiono ben definite, i fallimenti che si riscontrano quotidianamente nelle nostre realtà portano ad una considerazione più complessa del fenomeno innovativo, in cui si deve esulare dalla definizione di innovazione in termini di profitto o in termini meramente tecnologici, ma appare più opportuno considerarla in tutti i suoi aspetti psicosociali. Allargare il focus dell’innovazione, comprendendo tutti i suoi connaturati aspetti psicosociali, rappresenta un primo passo avanti nella comprensione del fenomeno, evitando in primis la frammentazione della sua complessità ed adottando una definizione che abbraccia l’innovazione dall’individuo all’organizzazione ed all’intera società includendola in tutti i tipi di organizzazioni lavorative. Anche nel panorama italiano aziende ed amministrazioni pubbliche e private sembrano muoversi in questo senso, tentando di implementare nuovi sistemi di management, puntando sulla costruzione dei team work e team project, sulla formazione, la valutazione ed il monitoraggio delle prestazioni. L’assunzione di nuove pratiche di gestione del lavoro, basate ad esempio sui work-team o sulla gestione della qualità totale, vengono identificate come innovazioni all’interno delle quali è possibile fare una distinzione, come sottolineato da West (2002), tra prodotti innovativi e processi di innovazione nella produzione, nell’organizzazione del lavoro e nelle pratiche di gestione delle risorse umane. Nel loro recente studio multilivello Bear e Frese (2003) concordano nel vedere strategie di management come la business process reengineering, la total quality management, la lean production o la just in time production in termini di innovazioni, risultanti dalle conseguenti vicende associate alla loro adozione ed implementazione. Vi sono molti modi tramite i quali le organizzazioni moderne fanno fronte ai cambiamenti del contesto socio-economico, un modo ad esempio è rappresentato dalle fusioni versus decentralizzazioni dei processi produttivi, (acquisizioni di aziende più piccole, costituzioni di spin off) un altro modo si concretizza spesso nell’adozione e implementazione di nuove tecnologie che permettono il potenziamento qualitativo e quantitativo del proprio processo produttivo, infine, un ulteriore modo tramite cui le organizzazioni cambiano è rappresentato dalla pura innovazione interna dei loro processi, prodotti, strategie di gestione delle persone, servizi o altre variabili specifiche per l’organizzazione stessa...

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L'innovazione nelle organizzazioni: la ricerca di un modello psicosociale

PICCI, patrizia
2007-01-01

Abstract

Non disponibile
2007
innovazione; modello psicosociale
L’innovazione è attualmente riconosciuta per essere di vitale importanza per la crescita economica e l’efficacia organizzativa nei rapidi cambiamenti dei nostri giorni (Mahomood e Rufin, 2005; West e Anderson, 1996). E’ diventata la parola d’ordine del ventesimo secolo. Se il mondo dell’economia la vede come chiave per l’incremento dei profitti e la condivisione dei mercati, la Comunità Europea ed i singoli governi automaticamente si rifanno ad essa quando fissano i parametri dello sviluppo economico e sociale dei paesi. Molti governi hanno dei programmi per incrementare l’innovatività dei paesi, ad esempio il Canada (www.innovation.gc.ca), l’Inghilterra (www.innovation.gov.uk), l’Olanda (www.innovatieplatform.nl) e l’Italia (http://www.dps.mef.gov.it/qsn/qsn.asp). L’Unione Europea ha anche un set di obiettivi per rendere l’Europa la “più competitiva e dinamica economia al mondo basata sulla conoscenza ” e vede l’innovazione come “essenziale per le imprese europee, per essere competitive” (Commissione della Comunità Europea, 2000, p.4). Ma seppure da un punto di vista economico e finanziario le regole dell’innovazione appaiono ben definite, i fallimenti che si riscontrano quotidianamente nelle nostre realtà portano ad una considerazione più complessa del fenomeno innovativo, in cui si deve esulare dalla definizione di innovazione in termini di profitto o in termini meramente tecnologici, ma appare più opportuno considerarla in tutti i suoi aspetti psicosociali. Allargare il focus dell’innovazione, comprendendo tutti i suoi connaturati aspetti psicosociali, rappresenta un primo passo avanti nella comprensione del fenomeno, evitando in primis la frammentazione della sua complessità ed adottando una definizione che abbraccia l’innovazione dall’individuo all’organizzazione ed all’intera società includendola in tutti i tipi di organizzazioni lavorative. Anche nel panorama italiano aziende ed amministrazioni pubbliche e private sembrano muoversi in questo senso, tentando di implementare nuovi sistemi di management, puntando sulla costruzione dei team work e team project, sulla formazione, la valutazione ed il monitoraggio delle prestazioni. L’assunzione di nuove pratiche di gestione del lavoro, basate ad esempio sui work-team o sulla gestione della qualità totale, vengono identificate come innovazioni all’interno delle quali è possibile fare una distinzione, come sottolineato da West (2002), tra prodotti innovativi e processi di innovazione nella produzione, nell’organizzazione del lavoro e nelle pratiche di gestione delle risorse umane. Nel loro recente studio multilivello Bear e Frese (2003) concordano nel vedere strategie di management come la business process reengineering, la total quality management, la lean production o la just in time production in termini di innovazioni, risultanti dalle conseguenti vicende associate alla loro adozione ed implementazione. Vi sono molti modi tramite i quali le organizzazioni moderne fanno fronte ai cambiamenti del contesto socio-economico, un modo ad esempio è rappresentato dalle fusioni versus decentralizzazioni dei processi produttivi, (acquisizioni di aziende più piccole, costituzioni di spin off) un altro modo si concretizza spesso nell’adozione e implementazione di nuove tecnologie che permettono il potenziamento qualitativo e quantitativo del proprio processo produttivo, infine, un ulteriore modo tramite cui le organizzazioni cambiano è rappresentato dalla pura innovazione interna dei loro processi, prodotti, strategie di gestione delle persone, servizi o altre variabili specifiche per l’organizzazione stessa...
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