L'opera lessicografica più ponderosa della storia della lessicografia francese viene concepita nel novembre 1957 in occasione del "Colloque de Strasbourg", intrapreso su iniziativa di Paul Imbs. Debitore della tradizione inaugurata nel secolo precedente da Émile Littré, il Trésor de la Langue Française richiede un lavoro di redazione che si estende su poco più di un trentennio: il primo volume viene pubblicato nel 1971, mentre il sedicesimo ed ultimo volume nel 1994; dal 2000, l'intera opera è consultabile in rete ad accesso libero. Con il presente lavoro intendiamo condurre uno studio tipologico e metalinguistico delle definizioni che compaiono nella microstruttura del T.L.F. Dato che i sedici volumi che compongono il Trésor sono il risultato di momenti di riflessione che si succedono nel tempo ci preoccuperemo, in un primo momento, di collocare tale monumento lessicografico all'interno della tradizione lessicografica e lessicologica nonché, più ampiamente, della tradizione linguistica francese, ripercorrendo le diverse tappe storico-politiche che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, avendo cura di soffermarci, di volta in volta, sui momenti salienti che hanno avuto ripercussioni sul lavoro di compilazione. Un dizionario deve essere in grado di confrontarsi con la tradizione e, soprattutto se elaborato in un arco di tempo molto ampio, saper mettere in discussione, con regolare periodicità, le modalità di redazione, cercando di circoscrivere, anche a livello teorico, il proprio campo di indagine rispetto alle discipline affini e con riferimento alla linguistica. Per compilare gli articoli di dizionario che venivano loro assegnati, i redattori facevano riferimento al "Centre de documentation" che, fra le altre cose, si occupava di costituire i "dossiers de mots". Tali fascicoli, classificati in ordine alfabetico e divisi per famiglie morfologiche di parole, contenevano, per ciascun lemma, diversi tipi di informazioni: oltre ad una copia di tutti gli articoli compilati, per lo stesso lemma, dai principali dizionari della tradizione lessicografica francese, essi riportavano dati riassuntivi desunti dallo spoglio informatico e statistico del corpus. Ci siamo occupati di sottoporre a spoglio dettagliato l'insieme dei "dossiers de mots", attualmente conservato negli archivi dell'A.T.I.L.F. La presentazione dei risultati di tale spoglio, che individuano fasi diverse nella redazione dei "dossiers de mots" e di cui la metalessicografia non si è mai occupata, sino ad oggi, in maniera analitica, costituisce un primo momento di riflessione rispetto agli elementi paratestuali che hanno influito sulle modalità di redazione. Lo spoglio è seguito dalla presentazione di un insieme di documenti interni inediti risalenti agli anni '70, destinati ai redattori: "Normes de rédaction", "Pour un nouveau cahier de normes" e "Cahier de normes". Tali documenti costituiscono un insieme di norme cui i redattori dovevano attenersi ai fini di rendere la compilazione del dizionario quanto più omogenea e coesa. L'interesse di tali documenti, che come i "dossiers de mots" sono stati dimenticati dalla metalessicografia, è duplice: essi sono un'importante testimonianza dei principi che presiedono alla stesura della definizione e rappresentano, attraverso le diverse fasi di riflessione individuabili, uno dei rari momenti in cui la lessicografia affronta la questione della definizione dal punto di vista teorico, confrontandosi apertamente con la linguistica, nei riguardi della quale viene presa una posizione precisa. Le diverse fasi individuabili da tali elementi paratestuali emergono in maniera più sintetica all'interno delle prefazioni che accompagnano i volumi del T.L.F.: prendendo le mosse da quanto dichiarato, stabiliremo una corrispondenza fra le fasi individuabili dalla lettura delle prefazioni e i momenti in cui si articola la riflessione all'interno dei documenti inediti.
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La definizione nel Trésor de la Langue Française: studio tipologico e metalinguistico
FRASSI, Paolo
2007-01-01
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