La pratica catechistica nel corso dei secoli ha subito numerose trasformazioni e si presentata sotto diverse forme e modalità; ciò in conseguenza del mutamento di scenario storico, culturale, sociale e religioso, che ha condotto la comunità cristiano-cattolica a rivedere le modalità di educare religiosamente gli adulti e le nuove generazioni. Nell’antichità e nel medioevo, ad esempio, la responsabilità dell’annuncio cristiano è stata affidata ai genitori, mentre con l’avvento della riforma tridentina il luogo dell’annuncio cristiano è divenuto la chiesa, che si è avvalsa di figure religiose. Sarà poi l’intervento del Concilio Vaticano II che rivaluterà il ruolo della famiglia nella promozione dei fanciulli alla vita della comunità cristiana e nella trasmissione dell’insegnamento religioso. Ma su cosa si fondava la pratica catechistica in passato e in cosa consiste oggi? Quali sono gli interrogativi e il significato che i catechisti oggi attribuiscono alla pratica catechistica? Un tentativo di risposta a tali interrogativi si ritrova nel presente lavoro, teso a comprendere in cosa consista la catechesi oggi e cosa la differenzi dalle pratiche catechistiche del passato; il lavoro è diretto ad indagare, inoltre, quale sia il significato che, nel contesto sociale attuale, i catechisti attribuiscono alla loro pratica catechistica. Una domanda che sembra accomunare coloro che si dedicano al servizio di catechesi alle nuove generazioni è perchè la socializzazione religiosa dei minori, molto estesa nell’infanzia e nella preadolescenza, subisca un crollo nell’adolescenza ed un abbandono nell’età adulta. Nel tentativo di rispondere a tale questione, gli operatori di catechesi concordano nel ritenere che le cause dell’abbandono nel tempo della pratica religiosa da parte dei giovani risiedano sia nelle modalità con cui viene effettuata la catechesi nell’infanzia e preadolescenza, sia nel poco interesse dimostrato dalle famiglie nei confronti dell’esperienza religiosa. Questa preoccupazione, unita alla speranza di riuscire a risolvere questo periodo di “crisi” della catechesi italiana, ha avviato un processo, tuttora in atto, di revisione della pratica catechistica, non solamente a livello metodologico e didattico, ma anche a livello istituzionale: accanto all’orientamento tradizionale presente da anni nelle parrocchie italiane, la conferenza episcopale italiana ha proposto da alcuni anni l’introduzione di forme di rinnovamento della pratica catechistica alle nuove generazioni, tese a coinvolgere maggiormente famiglia, comunità e ragazzi. In questi ultimi anni, ancora, i catechisti sembrano chiedersi quale sia il significato della loro pratica in un mondo di adulti ormai secolarizzato, il cui atteggiamento religioso consiste nel ricorso alla ritualità straordinaria in occasione di momenti particolarmente rilevanti nel corso della vita o di festività di speciale valore, oppure consiste in forme private di appartenenza religiosa che contemplano forme non troppo impegnative di vivere l’esperienza religiosa. I catechisti, infine, ritengono che i genitori tendano ad allontanarsi dall’impegno dell’educazione religiosa dei propri figli e che i figli, di conseguenza, godano di poca educazione familiare alla fede, che viene trasmessa prevalentemente dalla catechesi in parrocchia. Tutti questi fenomeni condizionano il lavoro degli operatori di catechesi, i quali si interrogano sul significato della loro identità e del loro intervento, che talvolta a loro sembra destinato ed essere inefficace. Secondo una ricerca nazionale effettuata dal catecheta G. Morante e dal sociologo V. Orlando, i catechisti del terzo millennio lamentano che il contesto sociale in cui le parrocchie catechizzano non conduce le persone alla fede, né le sostiene lungo questo cammino; inoltre dichiarano la mancanza di cammini di formazione spirituale, chiedono maggiori momenti di convivialità parrocchiale per condividere l’esperienza della fraternità e della comunità, lamentano l’incapacità di mettere in sintonia teoria e prassi. Con il presente lavoro ci si propone, nella prima parte, di dare alcune indicazioni sulle trasformazioni avvenute nella pratica catechistica dalle origini fino ad oggi, ripercorrendone la storia e soffermandosi sulla dimensione della pratica catechistica nel contesto contemporaneo; nella seconda parte si presenta la descrizione di una ricerca empirica che è stata finalizzata ad esplorare le concezioni di fondo di educazione implicite in alcune pratiche catechistiche nella diocesi veronese. La ricerca ha preso avvio dallo studio e dall’analisi teorica del cambiamento della pratica catechistica, al fine di comprendere maggiormente e in modo più concreto in cosa consista la pratica catechistica oggi e quale significato i catechisti stessi attribuiscano alla loro pratica. E’ stata perciò svolta un’indagine empirica di tipo qualitativo con interviste in profondità su un numero ristretto di catechisti appartenenti alla realtà della città e della provincia di Verona, a seguito della quale è stato possibile ricavare alcune indicazioni utili per comprendere come la pratica catechistica odierna, seppure con numerosi limiti, possa essere considerata una pratica educativa umanizzante. Sia la prima parte, quella teorica, sia la seconda parte, di ricerca empirica, sono state suddivise in tre capitoli. Il primo capitolo della prima parte, dal titolo Le pratiche catechistiche nella storia del Cristianesimo, ripercorre la storia e l’evoluzione delle pratiche catechistiche nei secoli, a partire dal “primo annuncio” del messaggio cristiano, sino a giungere ad esaminare la pratica catechistica nel contesto contemporaneo. Il secondo capitolo, La pratica catechistica nel contesto contemporaneo, analizza la difficoltà della comunicazione religiosa e della pratica catechistica nella società contemporanea, in un contesto sociale caratterizzato da fenomeni quali la secolarizzazione, il pluralismo ideologico, culturale e religioso, che fa sì che la trasmissione della fede non sia più un fatto quasi “ereditario”, trasmesso dal gruppo sociale o da un’istituzione come patrimonio comune da affidare alle nuove generazioni (come avveiva in tempo di cristianità), ma divenga una scelta libera dell’individuo.

not available

La "voce" dei catechisti. Concezioni di educazione implicite in alcune pratiche catechistiche nella Diocesi di Verona

BURRO, MARTINA
2008-01-01

Abstract

not available
2008
catechismo; educazione; Verona
La pratica catechistica nel corso dei secoli ha subito numerose trasformazioni e si presentata sotto diverse forme e modalità; ciò in conseguenza del mutamento di scenario storico, culturale, sociale e religioso, che ha condotto la comunità cristiano-cattolica a rivedere le modalità di educare religiosamente gli adulti e le nuove generazioni. Nell’antichità e nel medioevo, ad esempio, la responsabilità dell’annuncio cristiano è stata affidata ai genitori, mentre con l’avvento della riforma tridentina il luogo dell’annuncio cristiano è divenuto la chiesa, che si è avvalsa di figure religiose. Sarà poi l’intervento del Concilio Vaticano II che rivaluterà il ruolo della famiglia nella promozione dei fanciulli alla vita della comunità cristiana e nella trasmissione dell’insegnamento religioso. Ma su cosa si fondava la pratica catechistica in passato e in cosa consiste oggi? Quali sono gli interrogativi e il significato che i catechisti oggi attribuiscono alla pratica catechistica? Un tentativo di risposta a tali interrogativi si ritrova nel presente lavoro, teso a comprendere in cosa consista la catechesi oggi e cosa la differenzi dalle pratiche catechistiche del passato; il lavoro è diretto ad indagare, inoltre, quale sia il significato che, nel contesto sociale attuale, i catechisti attribuiscono alla loro pratica catechistica. Una domanda che sembra accomunare coloro che si dedicano al servizio di catechesi alle nuove generazioni è perchè la socializzazione religiosa dei minori, molto estesa nell’infanzia e nella preadolescenza, subisca un crollo nell’adolescenza ed un abbandono nell’età adulta. Nel tentativo di rispondere a tale questione, gli operatori di catechesi concordano nel ritenere che le cause dell’abbandono nel tempo della pratica religiosa da parte dei giovani risiedano sia nelle modalità con cui viene effettuata la catechesi nell’infanzia e preadolescenza, sia nel poco interesse dimostrato dalle famiglie nei confronti dell’esperienza religiosa. Questa preoccupazione, unita alla speranza di riuscire a risolvere questo periodo di “crisi” della catechesi italiana, ha avviato un processo, tuttora in atto, di revisione della pratica catechistica, non solamente a livello metodologico e didattico, ma anche a livello istituzionale: accanto all’orientamento tradizionale presente da anni nelle parrocchie italiane, la conferenza episcopale italiana ha proposto da alcuni anni l’introduzione di forme di rinnovamento della pratica catechistica alle nuove generazioni, tese a coinvolgere maggiormente famiglia, comunità e ragazzi. In questi ultimi anni, ancora, i catechisti sembrano chiedersi quale sia il significato della loro pratica in un mondo di adulti ormai secolarizzato, il cui atteggiamento religioso consiste nel ricorso alla ritualità straordinaria in occasione di momenti particolarmente rilevanti nel corso della vita o di festività di speciale valore, oppure consiste in forme private di appartenenza religiosa che contemplano forme non troppo impegnative di vivere l’esperienza religiosa. I catechisti, infine, ritengono che i genitori tendano ad allontanarsi dall’impegno dell’educazione religiosa dei propri figli e che i figli, di conseguenza, godano di poca educazione familiare alla fede, che viene trasmessa prevalentemente dalla catechesi in parrocchia. Tutti questi fenomeni condizionano il lavoro degli operatori di catechesi, i quali si interrogano sul significato della loro identità e del loro intervento, che talvolta a loro sembra destinato ed essere inefficace. Secondo una ricerca nazionale effettuata dal catecheta G. Morante e dal sociologo V. Orlando, i catechisti del terzo millennio lamentano che il contesto sociale in cui le parrocchie catechizzano non conduce le persone alla fede, né le sostiene lungo questo cammino; inoltre dichiarano la mancanza di cammini di formazione spirituale, chiedono maggiori momenti di convivialità parrocchiale per condividere l’esperienza della fraternità e della comunità, lamentano l’incapacità di mettere in sintonia teoria e prassi. Con il presente lavoro ci si propone, nella prima parte, di dare alcune indicazioni sulle trasformazioni avvenute nella pratica catechistica dalle origini fino ad oggi, ripercorrendone la storia e soffermandosi sulla dimensione della pratica catechistica nel contesto contemporaneo; nella seconda parte si presenta la descrizione di una ricerca empirica che è stata finalizzata ad esplorare le concezioni di fondo di educazione implicite in alcune pratiche catechistiche nella diocesi veronese. La ricerca ha preso avvio dallo studio e dall’analisi teorica del cambiamento della pratica catechistica, al fine di comprendere maggiormente e in modo più concreto in cosa consista la pratica catechistica oggi e quale significato i catechisti stessi attribuiscano alla loro pratica. E’ stata perciò svolta un’indagine empirica di tipo qualitativo con interviste in profondità su un numero ristretto di catechisti appartenenti alla realtà della città e della provincia di Verona, a seguito della quale è stato possibile ricavare alcune indicazioni utili per comprendere come la pratica catechistica odierna, seppure con numerosi limiti, possa essere considerata una pratica educativa umanizzante. Sia la prima parte, quella teorica, sia la seconda parte, di ricerca empirica, sono state suddivise in tre capitoli. Il primo capitolo della prima parte, dal titolo Le pratiche catechistiche nella storia del Cristianesimo, ripercorre la storia e l’evoluzione delle pratiche catechistiche nei secoli, a partire dal “primo annuncio” del messaggio cristiano, sino a giungere ad esaminare la pratica catechistica nel contesto contemporaneo. Il secondo capitolo, La pratica catechistica nel contesto contemporaneo, analizza la difficoltà della comunicazione religiosa e della pratica catechistica nella società contemporanea, in un contesto sociale caratterizzato da fenomeni quali la secolarizzazione, il pluralismo ideologico, culturale e religioso, che fa sì che la trasmissione della fede non sia più un fatto quasi “ereditario”, trasmesso dal gruppo sociale o da un’istituzione come patrimonio comune da affidare alle nuove generazioni (come avveiva in tempo di cristianità), ma divenga una scelta libera dell’individuo.
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