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CATALOGO DEI PRODOTTI DELLA RICERCA
I Romani conoscevano molto poco l’epoca arcaica della loro storia. Buona parte dei
documenti precedenti il 390 a.C. furono perduti nel momento in cui Roma fu
saccheggiata e incendiata dai Galli di Brenno. Il vacuum documentario era stato
riempito dagli storici per scopi diversi e in modi e periodi molto differenti. Come ha
evidenziato il Gabba, gran parte delle integrazioni relative all’epoca monarchica era
stata effettuata dalla storiografia greca di IV sec. a.C., la quale si era interessata
maggiormente alla questione delle origini di Roma: sarebbe questo il motivo per cui
possediamo più informazioni sull’età dei re che non sull’alta repubblica. Gli autori di
questa operazione furono soprattutto gli storici delle città magnogreche e siciliane,
quali Timeo da Tauromenio, Diocle di Pepareto e altri cronografi cumani: questi
avevano ricostruito la storia monarchica di Roma sulla base della storia e della
cronologia greca e locale. I loro racconti avevano, stando sempre al Gabba, influito
anche sulla compilazione degli Annales Maximi e sulle opere dei primi annalisti romani,
Fabio Pittore e Cincio Alimento. Pare che la tarda annalistica romana non avesse
utilizzato direttamente gli autori greci: a rivelarcelo è Dionigi di Alicarnasso, in un
brano delle Antichità romane, a proposito di Licinio Macro. La tradizione greca era
giunta agli annalisti tardi per il tramite della prima annalistica. Il vuoto doumentario e
storiografico relativo all’alta repubblica fu colmato dai vari Valerio Anziate, Licinio
Macro e Elio Tuberone, sulla base di fatti e ideologie a loro contemporanei: è questo il
motivo per il quale nelle vicende di V e IV sec. a.C. possiamo individurare
l’anticipazione di fatti di II-I sec.a.C. Se questa ipotesi è molto verosimile, dobbiamo,
d’altro canto, osservare che l’influenza degli eventi tardorepubblicani è leggibile anche
nella tradizione sulla monarchia. Sono, in particolare, alcuni re ad aver destato
l’interesse dell’annalistica di I sec.a.C. ed essi furono Romolo, Numa Pompilio e Servio
Tullio.
In questo lavoro concentrerò l’attenzione su uno di questi re, e cioè Servio Tullio, il
quale, secondo i Romani, aveva inventato la costituzione repubblicana; l’importanza di
questa figura nel pensiero politico romano è direttamente proporzionale all’imponente
lavoro di rielaborazione al quale fu sottoposta la tradizione ad esso relativa. Ciò fa sì
che il recupero della realtà storica nella tradizione su Servio Tullio sia un’operazione
quasi disperata. La messe delle interpretazioni storiografiche sulla figura del sesto re è
vastissima: ciò che noi leggiamo nelle pagine di Livio e Dionigi di Alicarnasso è il
risultato del processo di rielaborazione, in primis, come già si diceva, del pensiero
storico greco e poi romano medio-repubblicano; ancora, è possibile individuarvi il
Servio Tullio quale era concepito in età graccana; oppure, il Servio Tullio immaginato
dagli imperatores tardorepubblicani o, ancora, dagli storici di età augustea e giulio
claudia. Il mio lavoro si propone, in particolare, di estrapolare dalla tradizione sul sesto
re gli elementi che sono relazionabili all’ideologia senatoria tardorepubblicana. In
particolare, il primo nobilis a sfruttare propagandisticamente la figura di Servio Tullio
fu Silla: è plausibile, pertanto, che gran parte della rielaborazione di stampo
filonobiliare della figura del sesto re, risalisse ad una precisa operazione
dell’estabilishment del dittatore. Cercheremo, pertanto, di mettere a confronto i
capisaldi della politica e della propaganda sillana con ciò che la storiografia tramandava
a proposito del re legislatore.
C’è, tuttavia, da dire che non sarebbe metodologicamente corretto rapportare la
tradizione su Servio Tullio alla sola ideologia sillana. Sarà mia cura, pertanto, pur
mantenendo come obiettivo primario lo studio dei rapporti tra le vicende dei due
personaggi storici, quella di cercare di riconoscere i diversi apporti che portarono a
comporre la figura del sesto re, come se si trattasse di riconoscere una sequenza di
strati archeologici. Già da ora premetto che non sarà possibile riconoscere tutte le
influenze con sicurezza e che il margine di dubbio rimarrà alto. Tuttavia, il solo fatto
di riconoscerne almeno alcune e di descriverle quanto più correttamente possibile,
potrebbe essere un risultato che giustificherebbe il lavoro.
I Romani conoscevano molto poco l’epoca arcaica della loro storia. Buona parte dei
documenti precedenti il 390 a.C. furono perduti nel momento in cui Roma fu
saccheggiata e incendiata dai Galli di Brenno. Il vacuum documentario era stato
riempito dagli storici per scopi diversi e in modi e periodi molto differenti. Come ha
evidenziato il Gabba, gran parte delle integrazioni relative all’epoca monarchica era
stata effettuata dalla storiografia greca di IV sec. a.C., la quale si era interessata
maggiormente alla questione delle origini di Roma: sarebbe questo il motivo per cui
possediamo più informazioni sull’età dei re che non sull’alta repubblica. Gli autori di
questa operazione furono soprattutto gli storici delle città magnogreche e siciliane,
quali Timeo da Tauromenio, Diocle di Pepareto e altri cronografi cumani: questi
avevano ricostruito la storia monarchica di Roma sulla base della storia e della
cronologia greca e locale. I loro racconti avevano, stando sempre al Gabba, influito
anche sulla compilazione degli Annales Maximi e sulle opere dei primi annalisti romani,
Fabio Pittore e Cincio Alimento. Pare che la tarda annalistica romana non avesse
utilizzato direttamente gli autori greci: a rivelarcelo è Dionigi di Alicarnasso, in un
brano delle Antichità romane, a proposito di Licinio Macro. La tradizione greca era
giunta agli annalisti tardi per il tramite della prima annalistica. Il vuoto doumentario e
storiografico relativo all’alta repubblica fu colmato dai vari Valerio Anziate, Licinio
Macro e Elio Tuberone, sulla base di fatti e ideologie a loro contemporanei: è questo il
motivo per il quale nelle vicende di V e IV sec. a.C. possiamo individurare
l’anticipazione di fatti di II-I sec.a.C. Se questa ipotesi è molto verosimile, dobbiamo,
d’altro canto, osservare che l’influenza degli eventi tardorepubblicani è leggibile anche
nella tradizione sulla monarchia. Sono, in particolare, alcuni re ad aver destato
l’interesse dell’annalistica di I sec.a.C. ed essi furono Romolo, Numa Pompilio e Servio
Tullio.
In questo lavoro concentrerò l’attenzione su uno di questi re, e cioè Servio Tullio, il
quale, secondo i Romani, aveva inventato la costituzione repubblicana; l’importanza di
questa figura nel pensiero politico romano è direttamente proporzionale all’imponente
lavoro di rielaborazione al quale fu sottoposta la tradizione ad esso relativa. Ciò fa sì
che il recupero della realtà storica nella tradizione su Servio Tullio sia un’operazione
quasi disperata. La messe delle interpretazioni storiografiche sulla figura del sesto re è
vastissima: ciò che noi leggiamo nelle pagine di Livio e Dionigi di Alicarnasso è il
risultato del processo di rielaborazione, in primis, come già si diceva, del pensiero
storico greco e poi romano medio-repubblicano; ancora, è possibile individuarvi il
Servio Tullio quale era concepito in età graccana; oppure, il Servio Tullio immaginato
dagli imperatores tardorepubblicani o, ancora, dagli storici di età augustea e giulio
claudia. Il mio lavoro si propone, in particolare, di estrapolare dalla tradizione sul sesto
re gli elementi che sono relazionabili all’ideologia senatoria tardorepubblicana. In
particolare, il primo nobilis a sfruttare propagandisticamente la figura di Servio Tullio
fu Silla: è plausibile, pertanto, che gran parte della rielaborazione di stampo
filonobiliare della figura del sesto re, risalisse ad una precisa operazione
dell’estabilishment del dittatore. Cercheremo, pertanto, di mettere a confronto i
capisaldi della politica e della propaganda sillana con ciò che la storiografia tramandava
a proposito del re legislatore.
C’è, tuttavia, da dire che non sarebbe metodologicamente corretto rapportare la
tradizione su Servio Tullio alla sola ideologia sillana. Sarà mia cura, pertanto, pur
mantenendo come obiettivo primario lo studio dei rapporti tra le vicende dei due
personaggi storici, quella di cercare di riconoscere i diversi apporti che portarono a
comporre la figura del sesto re, come se si trattasse di riconoscere una sequenza di
strati archeologici. Già da ora premetto che non sarà possibile riconoscere tutte le
influenze con sicurezza e che il margine di dubbio rimarrà alto. Tuttavia, il solo fatto
di riconoscerne almeno alcune e di descriverle quanto più correttamente possibile,
potrebbe essere un risultato che giustificherebbe il lavoro.
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simulazione ASN
Il report seguente simula gli indicatori relativi alla propria produzione scientifica in relazione alle soglie ASN 2023-2025 del proprio SC/SSD. Si ricorda che il superamento dei valori soglia (almeno 2 su 3) è requisito necessario ma non sufficiente al conseguimento dell'abilitazione. La simulazione si basa sui dati IRIS e sugli indicatori bibliometrici alla data indicata e non tiene conto di eventuali periodi di congedo obbligatorio, che in sede di domanda ASN danno diritto a incrementi percentuali dei valori. La simulazione può differire dall'esito di un’eventuale domanda ASN sia per errori di catalogazione e/o dati mancanti in IRIS, sia per la variabilità dei dati bibliometrici nel tempo. Si consideri che Anvur calcola i valori degli indicatori all'ultima data utile per la presentazione delle domande.
La presente simulazione è stata realizzata sulla base delle specifiche raccolte sul tavolo ER del Focus Group IRIS coordinato dall’Università di Modena e Reggio Emilia e delle regole riportate nel DM 589/2018 e allegata Tabella A. Cineca, l’Università di Modena e Reggio Emilia e il Focus Group IRIS non si assumono alcuna responsabilità in merito all’uso che il diretto interessato o terzi faranno della simulazione. Si specifica inoltre che la simulazione contiene calcoli effettuati con dati e algoritmi di pubblico dominio e deve quindi essere considerata come un mero ausilio al calcolo svolgibile manualmente o con strumenti equivalenti.