La fitta trama di rimandi letterari e culturali di cui è intessuta l’opera di Colette, il suo valore estetico, la sua pregnanza poetica sono ormai patrimonio acquisito degli studi filologico-letterari internazionali. Un tratto caratteristico della sua personalità creativa, però, che va ancora sottolineato, è la singolare curiosità nei confronti della realtà e delle esperienze che la vita le offriva: oltre che scrittrice, Colette fu giornalista, critica musicale e teatrale, drammaturga, attrice e mima, in un intreccio modernissimo, tra pratiche ‘alte’ e ‘basse’, che non fa che accentuarne la cifra di artista-intellettuale la quale, interpretando il suo presente, riesce ad anticipare diverse peculiarità della comunicazione estetica contemporanea. Esaminando la sua presenza nell’ambito della storia del cinema, notiamo come Colette abbia firmato il soggetto originale per un film, sia stata dialoghista, abbia redatto una sceneggiatura, dei sottotitoli. Scrisse articoli di cronaca e critica, in cui seppe presentare e valorizzare, tra i primi della sua generazione, un nuovo mezzo espressivo in tutte le sue potenzialità, ivi compresa quella del cinema documentario, di cui esaltò il valore artistico oltre che informativo e didattico. Inoltre, le sue opere narrative ispirarono, fin dagli anni Dieci, numerosi adattamenti filmici, in taluni casi diretti da cineasti di primo piano. Di tutto questo si è cercato di evidenziare la ricchezza e l’interesse, andando ad analizzare le pellicole, gli articoli, i testi e i documenti che testimoniano come, benché in maniera più occasionale, l’interesse di Colette per la settima arte sia stato una costante della sua vita creativa, accanto a quella per il teatro e per la musica. Per ciò che attiene alla sua produzione letteraria, non solo il cinematografo diventa a volte un elemento dell’ambientazione dei romanzi ma, specie negli articoli di critica (da noi tradotti per la prima volta in italiano), ritroviamo la varietà e la complessità linguistico-stilistica dei suoi racconti, così come l’intelligenza, l’ironia e le doti d’osservazione che le erano proprie, tese a descrivere, in questo caso, l’universo dei film. E con esso il suo pubblico, le sue umili comparse, i faticosi retroscena, oltre che il divismo e il talento dei grandi autori e innovatori del tempo. Il lavoro rende conto di una serie di articoli che accompagnarono l’uscita delle pellicole ricollegabili al nome di Colette, al fine di restituire al lettore e allo spettatore di oggi, la tipologia e la precipua qualità della loro ricezione, soprattutto in relazione al loro legame con la letteratura, con la fama della scrittrice, con il suo talento di dialoghista, sceneggiatrice, soggettista o semplicemente autrice dei romanzi oggetto di adattamento per lo schermo. Negli ultimi anni della vita di Colette, in particolar modo, si registra un rinnovato successo, in termini di popolarità, grazie ai film adattati da suoi romanzi, e nel contempo per gli stessi preesistenti testi letterari. Ad esempio, tanto la versione filmica de Le Blé en herbe di Autant-Lara, che quella – pluripremiata e distribuita in quasi tutto il mondo – di Gigi, diretto da Vincente Minnelli, daranno al già grande prestigio della scrittrice una nuova risonanza. Questo nostro studio vuole rendere omaggio a colei che, oltre a essere stata una scrittrice di grande sensibilità e talento, ebbe l’intelligenza e l’ardire di comprendere e difendere il valore di un’arte nuova, e di intuire la possibilità e la necessità della sua inscrizione in un canone culturale globale.

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La scrittura e lo sguardo: l'opera letteraria di Colette e il cinema

PALMA, Paola
2008-01-01

Abstract

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2008
Colette; cinema
La fitta trama di rimandi letterari e culturali di cui è intessuta l’opera di Colette, il suo valore estetico, la sua pregnanza poetica sono ormai patrimonio acquisito degli studi filologico-letterari internazionali. Un tratto caratteristico della sua personalità creativa, però, che va ancora sottolineato, è la singolare curiosità nei confronti della realtà e delle esperienze che la vita le offriva: oltre che scrittrice, Colette fu giornalista, critica musicale e teatrale, drammaturga, attrice e mima, in un intreccio modernissimo, tra pratiche ‘alte’ e ‘basse’, che non fa che accentuarne la cifra di artista-intellettuale la quale, interpretando il suo presente, riesce ad anticipare diverse peculiarità della comunicazione estetica contemporanea. Esaminando la sua presenza nell’ambito della storia del cinema, notiamo come Colette abbia firmato il soggetto originale per un film, sia stata dialoghista, abbia redatto una sceneggiatura, dei sottotitoli. Scrisse articoli di cronaca e critica, in cui seppe presentare e valorizzare, tra i primi della sua generazione, un nuovo mezzo espressivo in tutte le sue potenzialità, ivi compresa quella del cinema documentario, di cui esaltò il valore artistico oltre che informativo e didattico. Inoltre, le sue opere narrative ispirarono, fin dagli anni Dieci, numerosi adattamenti filmici, in taluni casi diretti da cineasti di primo piano. Di tutto questo si è cercato di evidenziare la ricchezza e l’interesse, andando ad analizzare le pellicole, gli articoli, i testi e i documenti che testimoniano come, benché in maniera più occasionale, l’interesse di Colette per la settima arte sia stato una costante della sua vita creativa, accanto a quella per il teatro e per la musica. Per ciò che attiene alla sua produzione letteraria, non solo il cinematografo diventa a volte un elemento dell’ambientazione dei romanzi ma, specie negli articoli di critica (da noi tradotti per la prima volta in italiano), ritroviamo la varietà e la complessità linguistico-stilistica dei suoi racconti, così come l’intelligenza, l’ironia e le doti d’osservazione che le erano proprie, tese a descrivere, in questo caso, l’universo dei film. E con esso il suo pubblico, le sue umili comparse, i faticosi retroscena, oltre che il divismo e il talento dei grandi autori e innovatori del tempo. Il lavoro rende conto di una serie di articoli che accompagnarono l’uscita delle pellicole ricollegabili al nome di Colette, al fine di restituire al lettore e allo spettatore di oggi, la tipologia e la precipua qualità della loro ricezione, soprattutto in relazione al loro legame con la letteratura, con la fama della scrittrice, con il suo talento di dialoghista, sceneggiatrice, soggettista o semplicemente autrice dei romanzi oggetto di adattamento per lo schermo. Negli ultimi anni della vita di Colette, in particolar modo, si registra un rinnovato successo, in termini di popolarità, grazie ai film adattati da suoi romanzi, e nel contempo per gli stessi preesistenti testi letterari. Ad esempio, tanto la versione filmica de Le Blé en herbe di Autant-Lara, che quella – pluripremiata e distribuita in quasi tutto il mondo – di Gigi, diretto da Vincente Minnelli, daranno al già grande prestigio della scrittrice una nuova risonanza. Questo nostro studio vuole rendere omaggio a colei che, oltre a essere stata una scrittrice di grande sensibilità e talento, ebbe l’intelligenza e l’ardire di comprendere e difendere il valore di un’arte nuova, e di intuire la possibilità e la necessità della sua inscrizione in un canone culturale globale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/337716
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