Il presente lavoro si inserisce nel filone di studi inerenti l’italiano parlato ed ha come oggetto di studio l’italiano burocratico analizzato negli usi orali della pubblica amministrazione. Nella tradizione degli studi italiani, l’attenzione al linguaggio burocratico si è manifestata in prevalenza nell’esame di testi scritti, anche diacronicamente lontani, ed ha privilegiato il livello d’analisi lessicale e di formazione delle parole, oppure il livello d’analisi sintattico. La nostra ricerca guarda alla letteratura esistente in chiave contrastiva e seleziona, in un corpus di parlato spontaneo, alcuni fenomeni non ancora esplorati dell’italiano burocratico orale, al fine di verificare se vi è un rapporto di continuità o di discontinuità con i tratti del linguaggio burocratico e giuridico di forma scritta. I dati conversazionali oggetto d’indagine, audioregistrati presso alcuni locali della Prefettura di Bergamo, coinvolgono solo parlanti nativi italiani. La raccolta del materiale conversazionale, resa difficoltosa dalle restrizioni imposte dal sistema legislativo italiano (solo un permesso del Ministero degli Interni ha reso possibile le registrazioni confluite nel corpus) e dalla generale diffidenza dei parlanti, ha comunque consentito di ricavare un significativo numero di ore di conversazione tra i rappresentanti dell’istituzione (una sportellista in piedi allo sportello ed un difensore civico seduto alla scrivania del proprio ufficio) e l’utenza, suddivisa in categorie diverse (avvocati e cittadini comuni), sulla base della familiarità con le tematiche amministrativo-legali oggetto di discussione nelle interazioni. Coerentemente con gli scopi della ricerca, l’analisi del corpus di dati è stata condotta ricercando nelle conversazioni i fenomeni linguistici più rappresentativi dell’identità del linguaggio burocratico. Individuati tali tratti nella nominalizzazione, nella forme di riferimento alla persona (autoreferenziali ed eteroreferenziali) e nella ripetizione linguistica, abbiamo costruito per ciascuno di essi una sequenza metodologica d’analisi. Le modalità d’analisi proposte, pur nella loro diversità, presentano uno schema di fondo comune, che prevede innanzitutto l’esposizione dei più importanti studi dedicati al fenomeno indagato e la discussione dei modelli teorici assunti come punto di riferimento per l’analisi. Segue poi la presentazione di analisi di tipo qualitativo e quantitativo, costantemente accompagnate da rappresentazioni grafiche tese ad evidenziare gli orientamenti dei comportamenti linguistici adottati dai diversi parlanti (i rappresentanti della pubblica amministrazione e gli utenti) nei diversi contesti interazionali (allo sportello o nella conversazione più estesa all’interno dell’ufficio). Trasversale ai diversi modelli d’analisi è, infine, l’adozione di un approccio pragmatico-funzionale volto a descrivere le funzioni associate alle forme utilizzate dai parlanti, e a formulare ipotesi sui motivi che inducono gli interagenti a preferire alcune forme linguistiche a discapito di altre. A fungere da collante e da sintesi alle analisi dei singoli fenomeni vi è poi una sequenza metodologica d’analisi in grado di mostrare, anche attraverso alcuni grafici, come la presenza (o l’assenza) combinata della nominalizzazione, delle forme di riferimento alla persona (autoreferenziali ed eteroreferenziali) e della ripetizione, possa influenzare l’andamento del livello di burocraticità nelle interazioni analizzate...

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Burocraticità e fenomeni connessi nel parlato della pubblica amministrazione italiana

PEZZOTTI, Margherita
2008-01-01

Abstract

Non disponibile
2008
burocraticità; pubblica amministrazione
Il presente lavoro si inserisce nel filone di studi inerenti l’italiano parlato ed ha come oggetto di studio l’italiano burocratico analizzato negli usi orali della pubblica amministrazione. Nella tradizione degli studi italiani, l’attenzione al linguaggio burocratico si è manifestata in prevalenza nell’esame di testi scritti, anche diacronicamente lontani, ed ha privilegiato il livello d’analisi lessicale e di formazione delle parole, oppure il livello d’analisi sintattico. La nostra ricerca guarda alla letteratura esistente in chiave contrastiva e seleziona, in un corpus di parlato spontaneo, alcuni fenomeni non ancora esplorati dell’italiano burocratico orale, al fine di verificare se vi è un rapporto di continuità o di discontinuità con i tratti del linguaggio burocratico e giuridico di forma scritta. I dati conversazionali oggetto d’indagine, audioregistrati presso alcuni locali della Prefettura di Bergamo, coinvolgono solo parlanti nativi italiani. La raccolta del materiale conversazionale, resa difficoltosa dalle restrizioni imposte dal sistema legislativo italiano (solo un permesso del Ministero degli Interni ha reso possibile le registrazioni confluite nel corpus) e dalla generale diffidenza dei parlanti, ha comunque consentito di ricavare un significativo numero di ore di conversazione tra i rappresentanti dell’istituzione (una sportellista in piedi allo sportello ed un difensore civico seduto alla scrivania del proprio ufficio) e l’utenza, suddivisa in categorie diverse (avvocati e cittadini comuni), sulla base della familiarità con le tematiche amministrativo-legali oggetto di discussione nelle interazioni. Coerentemente con gli scopi della ricerca, l’analisi del corpus di dati è stata condotta ricercando nelle conversazioni i fenomeni linguistici più rappresentativi dell’identità del linguaggio burocratico. Individuati tali tratti nella nominalizzazione, nella forme di riferimento alla persona (autoreferenziali ed eteroreferenziali) e nella ripetizione linguistica, abbiamo costruito per ciascuno di essi una sequenza metodologica d’analisi. Le modalità d’analisi proposte, pur nella loro diversità, presentano uno schema di fondo comune, che prevede innanzitutto l’esposizione dei più importanti studi dedicati al fenomeno indagato e la discussione dei modelli teorici assunti come punto di riferimento per l’analisi. Segue poi la presentazione di analisi di tipo qualitativo e quantitativo, costantemente accompagnate da rappresentazioni grafiche tese ad evidenziare gli orientamenti dei comportamenti linguistici adottati dai diversi parlanti (i rappresentanti della pubblica amministrazione e gli utenti) nei diversi contesti interazionali (allo sportello o nella conversazione più estesa all’interno dell’ufficio). Trasversale ai diversi modelli d’analisi è, infine, l’adozione di un approccio pragmatico-funzionale volto a descrivere le funzioni associate alle forme utilizzate dai parlanti, e a formulare ipotesi sui motivi che inducono gli interagenti a preferire alcune forme linguistiche a discapito di altre. A fungere da collante e da sintesi alle analisi dei singoli fenomeni vi è poi una sequenza metodologica d’analisi in grado di mostrare, anche attraverso alcuni grafici, come la presenza (o l’assenza) combinata della nominalizzazione, delle forme di riferimento alla persona (autoreferenziali ed eteroreferenziali) e della ripetizione, possa influenzare l’andamento del livello di burocraticità nelle interazioni analizzate...
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