Associazioni recentemente individuate che correlano salute orale e malattie sistemiche hanno portato ad un rinnovato interesse per le malattie del cavo orale. E’ dimostrato che esiste un legame tra l’alimentazione e le malattie sistemiche ma il legame tra nutrizione e salute del cavo orale non è stato ancora chiaramente dimostrato. Studi recenti hanno dimostrato che in alimenti / bevande quali caffè, caffè d’orzo, te, vino rosso, succo di mirtillo, sono contenute sostanze, appartenenti alla famiglia dei polifenoli, che possiedono attività inibente il processo di adesività batterica alla superficie dentale. Scopo di questo lavoro è stato in una prima fase quello valutare la composizione microbica della saliva e della placca dentale di soggetti con differenti abitudini alimentari, comparati con parametri di salute orale partendo dal presupposto che l’elevata carica microbica della saliva sia originata principalmente dal distaccamento dei batteri dalle superfici orali colonizzate e che quindi un conteggio microbico della sua carica batterica rispecchi anche lo stato di salute del cavo orale. In particolare un conteggio elevato di streptococchi orali e lattobacilli nella saliva può essere considerato indicativo per i soggetti a rischio di carie (81). La scelta delle bevande da utilizzare per questo studio si basa sulla loro grande diffusione e consumo e sul loro contenuto di polifenoli. Sono state scelte quindi come bevande campione il te, il vino rosso, il caffè ed il caffè d’orzo. I risultati ottenuti in questo studio indicano una generale diminuzione della carica microbica totale e di specifici odontopatogeni, come Streptococcus mutans e lattobacilli, nei soggetti che abitualmente ingeriscono le bevande sopracitate. Tale effetto benefico viene confermato anche dall’indice di salute dei cavo orale QHI. Nella seconda fase di questo lavoro sono state valutate le possibili differenze nella composizione della microflora orale in campioni di placca sovra e sottogengivale e successivamente correlate questi dati con le abitudini alimentari. La grande variabilità e complessità della microflora orale e la presenza di batteri anaerobi riduce l’efficacia dell’uso delle tecniche microbiologiche colturali classiche. Tecniche molecolari basate sulla PCR combinate con metodi separativi, nel caso di questo lavoro la PCR-DGGE, offrono la possibilità di analizzare popolazioni complesse in breve tempo e in modo affidabile. La PCR-DGGE consiste nell’amplificazione di una specifica regione del DNA e successiva separazione in un gel di acrilammide in presenza di un gradiente di denaturante (DGGE) che permette di separare i frammenti in base alle loro proprietà di dissociazione. In questo studio è stata amplificata la regione V2 e V3 del 16S rDNA dei batteri presenti in campioni di placca sopra e sotto gengivale e successivamente i frammenti sono separati mediante la DGGE con l’obiettivo di identificare i batteri che la compongono e differenze quali/quantitative nelle due zone di prelievo. Mediante questa tecnica sono state identificate 34 specie batteriche. I risultati ottenuti dimostrano la grande sensibilità del metodo molecolare. Tale tecnica ha consentito di individuare significative differenze qualitative e quantitative nella composizione della placca sopra e sotto gengivale tra i soggetti controllo, consumatori abituali di caffè e vino rosso. Inoltre emerge anche una certa correlazione tra abitudini alimentari e qualità della placca gengivale.

not available

Tecniche colturali e molecolari applicate allo studio della microflora orale di soggetti con diverse abitudini alimentari

BIANCHI, Franco
2008-01-01

Abstract

not available
2008
microflora orale; alimentazione
Associazioni recentemente individuate che correlano salute orale e malattie sistemiche hanno portato ad un rinnovato interesse per le malattie del cavo orale. E’ dimostrato che esiste un legame tra l’alimentazione e le malattie sistemiche ma il legame tra nutrizione e salute del cavo orale non è stato ancora chiaramente dimostrato. Studi recenti hanno dimostrato che in alimenti / bevande quali caffè, caffè d’orzo, te, vino rosso, succo di mirtillo, sono contenute sostanze, appartenenti alla famiglia dei polifenoli, che possiedono attività inibente il processo di adesività batterica alla superficie dentale. Scopo di questo lavoro è stato in una prima fase quello valutare la composizione microbica della saliva e della placca dentale di soggetti con differenti abitudini alimentari, comparati con parametri di salute orale partendo dal presupposto che l’elevata carica microbica della saliva sia originata principalmente dal distaccamento dei batteri dalle superfici orali colonizzate e che quindi un conteggio microbico della sua carica batterica rispecchi anche lo stato di salute del cavo orale. In particolare un conteggio elevato di streptococchi orali e lattobacilli nella saliva può essere considerato indicativo per i soggetti a rischio di carie (81). La scelta delle bevande da utilizzare per questo studio si basa sulla loro grande diffusione e consumo e sul loro contenuto di polifenoli. Sono state scelte quindi come bevande campione il te, il vino rosso, il caffè ed il caffè d’orzo. I risultati ottenuti in questo studio indicano una generale diminuzione della carica microbica totale e di specifici odontopatogeni, come Streptococcus mutans e lattobacilli, nei soggetti che abitualmente ingeriscono le bevande sopracitate. Tale effetto benefico viene confermato anche dall’indice di salute dei cavo orale QHI. Nella seconda fase di questo lavoro sono state valutate le possibili differenze nella composizione della microflora orale in campioni di placca sovra e sottogengivale e successivamente correlate questi dati con le abitudini alimentari. La grande variabilità e complessità della microflora orale e la presenza di batteri anaerobi riduce l’efficacia dell’uso delle tecniche microbiologiche colturali classiche. Tecniche molecolari basate sulla PCR combinate con metodi separativi, nel caso di questo lavoro la PCR-DGGE, offrono la possibilità di analizzare popolazioni complesse in breve tempo e in modo affidabile. La PCR-DGGE consiste nell’amplificazione di una specifica regione del DNA e successiva separazione in un gel di acrilammide in presenza di un gradiente di denaturante (DGGE) che permette di separare i frammenti in base alle loro proprietà di dissociazione. In questo studio è stata amplificata la regione V2 e V3 del 16S rDNA dei batteri presenti in campioni di placca sopra e sotto gengivale e successivamente i frammenti sono separati mediante la DGGE con l’obiettivo di identificare i batteri che la compongono e differenze quali/quantitative nelle due zone di prelievo. Mediante questa tecnica sono state identificate 34 specie batteriche. I risultati ottenuti dimostrano la grande sensibilità del metodo molecolare. Tale tecnica ha consentito di individuare significative differenze qualitative e quantitative nella composizione della placca sopra e sotto gengivale tra i soggetti controllo, consumatori abituali di caffè e vino rosso. Inoltre emerge anche una certa correlazione tra abitudini alimentari e qualità della placca gengivale.
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