Gli arti superiori e le mani in particolare rappresentano organi principe di interazione tattile con il mondo esterno, permettendo all’uomo di svolgere una miriade di attività che lo caratterizzano e lo distinguono dal regno animale. Una lesione a carico di una o di entrambe le mani comporta importanti sequele di ordine anatomico-funzionale che si ripercuotono sulla vita del soggetto e che assumono notevole rilevanza non solo sul piano clinico, ma anche, e, per quanto riguarda la Nostra disciplina, soprattutto, in ambito giuridico. Infatti l’esito di un evento traumatico o uno stato di malattia generale possono modificare, parzialmente o totalmente, le caratteristiche della mano con conseguente perdita delle sue funzioni o parte di esse. Assume quindi rilevanza la possibilità di emendare una lesione attraverso l’intervento chirurgico in modo da restituire, per quanto possibile, l’armonia estetica e funzionale del segmento traumatizzato. Particolarmente importante a tal fine risulta il trattamento chirurgico delle lesioni amputanti una o più dita delle mani. La Comunità scientifica internazionale (Hattori Y et al 2007, Chung KC 2006, Hattori Y et al 2006, Freidrich, Jeffrey B et al 2005) ha tuttavia osservato, fin dalle prime esperienze sul campo, che non tutte le lesioni amputanti hanno tratto un beneficio da questa procedura, in quanto sussistono variabili non solo di ordine clinico, ma anche culturale, come esamineremo nei prossimi capitoli. Al fine di supportare al meglio una organizzazione assistenziale che consenta nel maggior numero di casi possibile tale pratica chirurgica, si è cercato di quantificare il guadagno in termini di funzionalità che deriva dal reimpianto di segmenti corporei amputati, utilizzando parametri che possano permettere un reale confronto tra i differenti casi. A questo scopo, nel presente lavoro si è cercato di quantificare l’efficacia della chirurgia microvascolare, in situazioni nelle quali la storia naturale della malattia avrebbe comportato la perdita del segmento anatomico interessato dal trauma, non tanto e non solo rispetto al recupero funzionale, ma anche al cosiddetto “ risparmio di costo sociale”, per tale intendendo il valore economico del recupero funzionale che si ottiene attraverso il reimpianto. A tale fine abbiamo fruito della prassi liquidatoria nell’ambito della responsabilità civile e della infortunistica sul lavoro (Legge n. 57 del 5/3/2001; DM 3/7/2003; Decreto Legislativo n. 209 del 7/9/2005; Tabelle per la liquidazione del danno alla persona adottate dal Tribunale di Milano e aggiornate al 1° gennaio 2006; Luvoni R et al 2002; Cimaglia G et al 2006). Alla luce dei risultati delle ricerca espletata si è poi proceduto ad esaminare ulteriori aspetti medico legali, con particolare riferimento alla valutazioni di profili di responsabilità professionale a carico del chirurgo in caso di ritardo o di omissione di intervento di reimpianto, discutendo le implicazioni sul piano penale e civile.
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La valutazione medico legale nei reimpianti digitali degli arti superiori
ORRICO, Marco
2008-01-01
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