Nella tragedia greca di V secolo si intende per dialogo lirico-epirrematico un tipo particolare di interlocuzione che prevede che alle battute in metri non lirici di una parte – eseguite in recitato o recitativo – rispondano le battute in metri lirici dell’altra – eseguite cantando. Il presente lavoro prende in esame un certo numero di dialoghi lirico epirrematici euripidei (26 su 33) nell’intento di cogliere i principi generali che sovrintendono alla loro composizione, guardando in particolar modo alla loro struttura, ai contesti e alle finalità di impiego. La maggior parte dei dialoghi lirico-epirrematici euripidei (appunto 26 su 33) può essere significativamente ricondotta a quattro particolari contesti o tipologie sceniche: 1) casi di interazione tra spazio scenico e retro scenico, soprattutto in occasione della morte di un personaggio sulla scena; 2) casi di lamentazione funebre; 3) scene di riconoscimento; 4) dialoghi con una marcata funzione informativa. La finalità con cui in queste situazioni sceniche si ricorre al dialogo lirico-epirrematico può generalmente essere ricondotta alla volontà di conferire ad esse un alto grado di impatto patetico sul pubblico e di distinguerle, nell’economia del dramma, rispetto ad altre scene analoghe nei contenuti, ma diverse nella forma. La loro struttura, in controtendenza rispetto all’usus sofocleo, è frequentemente astrofica e asimmetrica. Tale libertà compositiva, spesso negata dai critici del testo e quindi, in più casi, normalizzata, va invece più criticamente indagata in direzione della volontà da parte del tragediografo o di pervenire ad una maggiore caratterizzazione psicologica dei personaggi o di dialogare a distanza, allusivamente, con altri modelli letterari o compositivi.

Lyric-epirrhematic dialogues in the Greek tragedy of 5th century b.C. are a special kind of interlocution in which a speaker uses lyric metres and sings, while the other uses non-lyric metres and plays his part with the simple use of words, in certain cases probably with the accompaniment of a musical instrument. This research work takes into consideration some euripidean lyric-epirrhematic dialogues (26 out of 33) to determine general principles by which they are built, especially with regard to their structure on the one hand, and to the contexts and purpose of their employment on the other. Most of euripidean lyric-epirrhematic dialogues significatively belong to four typical scenes: 1) interaction between stage and back-stage, especially on the occasion of the death of a character during the performance; 2) funeral laments; 3) recognition scenes; 4) dialogues with the main function of giving news to someone of something ruinous. This particular lyric-epirrhematic structure is generally employed to lend pathos to these scenes and to mark them out – in the play’s structure – from other scenes similar in contents, but different in form. Unlike with sophoclean usus, these dialogues are frequently astrophic and asymmetric. This freedom in composition, often rejected and erroneously normalized by philologists, should be more critically inquired and can be grounded on the dramatist’s will to investigate the psychological profile of his characters, or to refer to other literary patterns.

I dialoghi lirico-epirrematici nei drammi di Euripide

CHIECCHI, Francesca
2009-01-01

Abstract

Lyric-epirrhematic dialogues in the Greek tragedy of 5th century b.C. are a special kind of interlocution in which a speaker uses lyric metres and sings, while the other uses non-lyric metres and plays his part with the simple use of words, in certain cases probably with the accompaniment of a musical instrument. This research work takes into consideration some euripidean lyric-epirrhematic dialogues (26 out of 33) to determine general principles by which they are built, especially with regard to their structure on the one hand, and to the contexts and purpose of their employment on the other. Most of euripidean lyric-epirrhematic dialogues significatively belong to four typical scenes: 1) interaction between stage and back-stage, especially on the occasion of the death of a character during the performance; 2) funeral laments; 3) recognition scenes; 4) dialogues with the main function of giving news to someone of something ruinous. This particular lyric-epirrhematic structure is generally employed to lend pathos to these scenes and to mark them out – in the play’s structure – from other scenes similar in contents, but different in form. Unlike with sophoclean usus, these dialogues are frequently astrophic and asymmetric. This freedom in composition, often rejected and erroneously normalized by philologists, should be more critically inquired and can be grounded on the dramatist’s will to investigate the psychological profile of his characters, or to refer to other literary patterns.
2009
dialoghi lirico-epirrematici; Euripide
Nella tragedia greca di V secolo si intende per dialogo lirico-epirrematico un tipo particolare di interlocuzione che prevede che alle battute in metri non lirici di una parte – eseguite in recitato o recitativo – rispondano le battute in metri lirici dell’altra – eseguite cantando. Il presente lavoro prende in esame un certo numero di dialoghi lirico epirrematici euripidei (26 su 33) nell’intento di cogliere i principi generali che sovrintendono alla loro composizione, guardando in particolar modo alla loro struttura, ai contesti e alle finalità di impiego. La maggior parte dei dialoghi lirico-epirrematici euripidei (appunto 26 su 33) può essere significativamente ricondotta a quattro particolari contesti o tipologie sceniche: 1) casi di interazione tra spazio scenico e retro scenico, soprattutto in occasione della morte di un personaggio sulla scena; 2) casi di lamentazione funebre; 3) scene di riconoscimento; 4) dialoghi con una marcata funzione informativa. La finalità con cui in queste situazioni sceniche si ricorre al dialogo lirico-epirrematico può generalmente essere ricondotta alla volontà di conferire ad esse un alto grado di impatto patetico sul pubblico e di distinguerle, nell’economia del dramma, rispetto ad altre scene analoghe nei contenuti, ma diverse nella forma. La loro struttura, in controtendenza rispetto all’usus sofocleo, è frequentemente astrofica e asimmetrica. Tale libertà compositiva, spesso negata dai critici del testo e quindi, in più casi, normalizzata, va invece più criticamente indagata in direzione della volontà da parte del tragediografo o di pervenire ad una maggiore caratterizzazione psicologica dei personaggi o di dialogare a distanza, allusivamente, con altri modelli letterari o compositivi.
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