Da un tempo relativamente recente, è iniziato il grande allargamento dell’Unione europea a Est del continente. Una così rilevante estensione dei confini comunitari, in un tempo alquanto ridotto, ha provocato un impatto molto forte: tutti gli Stati membri, sia vecchi, che nuovi o prossimi all’adesione, avvertono sempre più l’esigenza di conoscere i rispettivi modelli giuridici. La presente ricerca si ripropone di prendere in esame due giovani Stati indipendenti, sorti dalla dissoluzione della Jugoslavia, quali la Croazia e la Slovenia, proprio perché sono due ordinamenti poco studiati, i quali, per converso, conoscono molto bene i modelli giuridici dei Paesi occidentali, specialmente di quelli di matrice germanica. L’indagine inizia da una necessaria ricostruzione del complesso contesto storico, nel quale si è evoluto il diritto privato di questi popoli. Affrontando questo profilo, l’autore ha rilevato una significativa somiglianza di questi modelli giuridici, non tanto con i vari modelli occidentali, quanto proprio con l’attuale diritto privato europeo. Nel tentativo di individuare l’origine di questa matrice europea, anteriore alla maggior parte della normativa comunitaria, la ricerca prosegue attraverso l’analisi delle scelte operate da questi legislatori su taluni aspetti della vendita e delle garanzie dei beni di consumo, in occasione del recepimento della Direttiva 1999/44/CE. Peraltro, lo studio della vendita dei beni di consumo non poteva prescindere da quello delle norme generali sulla vendita. Il metodo usato dall’autore per affrontare questa ricerca non si è limitato ad un mero raffronto tra le soluzioni adottate dai singoli legislatori; si è cercato anche di capire, sulla base delle scelte operate in occasione del recepimento di questa direttiva comunitaria, se dal diritto della vendita di questi nuovi paesi europei possano giungere suggerimenti e proposte, che siano d’aiuto a quegli Stati, che hanno, invece, mostrato difficoltà ad attuare la disciplina comunitaria in tema di vendita dei beni di consumo, avendo queste regole di derivazione comunitaria condotto ad una disarmonia nel diritto interno delle obbligazioni. A tale riguardo, nel corso dell’indagine è emerso che lo sforzo compiuto dai legislatori croato e sloveno, per dare attuazione alla direttiva, è stato piuttosto contenuto, peraltro senza sminuire la bontà del risultato. Infatti, il successo dell’attuazione della direttiva comunitaria è dovuto soprattutto all’esistenza ed alla validità delle regole generali, delle quali entrambi gli ordinamenti dispongono nei rispettivi codici delle obbligazioni: tali disposizioni devono la loro modernità alla forte influenza che le fonti convenzionali internazionali, in primis la Convenzione di Vienna sulla vendita internazionale dei beni mobili, hanno esercitato sulla precedente legislazione. Il risultato forse più importante di quest’indagine è stato scoprire che nel centro dell’Europa da tempo esiste un diritto della vendita a molti sconosciuto, ma sorprendentemente moderno.

In a relatively recent history, the EU has started to experience a significant enlargement toward eastern borders of the Old Continent. Such an enormous extension of Community borders over a short period of time created a strong impact: all the Member States, both old and new ones, as well as the candidate states, developed the need to understand legal system of the others. The present study examines two young independent states that have arisen from dissolution of the Yugoslav state, namely, Croatia and Slovenia. They were chosen exactly because they are understudied legal orders which, on the other hand, are very well acquainted with Western legal orders, especially those derived from German model. The study commences with a necessary reconstruction of the complex historical context in which private law of these people had evolved. In doing so, the author discovered a significant similarity of these legal models not so much with different Western models, but rather with the actual European private law. In an attempt to identify the origin of such a European legal matrix, that precedes most of the Community regulations, the study continues with the analysis of choices made by legislators of these states in relation to certain aspects of the sale of consumer goods and associated guarantees at the moment of reception of the 1999/44/EC Directive. Certainly, the study of sale of consumer goods cannot leave out the study of general norms on sale. The method used in this study is not limited to a pure comparison of solutions adopted. Rather, on the basis of choices made in these two new European countries in occasion of reception of the mentioned directive, the author attempted to discover whether it is possible to derive from the law on sale of these countries suggestions and proposals, that might be of use to Member States that have demonstrated difficulties in implementing Community law related to sale of consumer good, since rules deriving from European level have brought disharmony in the internal law on obligations. It has been shown that both Croatian and Slovenian legislators have been successful in implementing the Directive achieving a quality result. In fact, this success is primarily a result of existence and validity of general legal norms included in both countries in respective codes on obligations that owe their modernity to strong influence of the international conventions, especially to the Vienna Convention on International Sale of Goods. Perhaps the most important result of this study is the discovery that in the centre of Europe there has already existed a law on sale unknown to many, but surprisingly modern.

La vendita tra regole europee e nazionali: i modelli dei diritti croato e sloveno

WINKLER, Sandra
2009-01-01

Abstract

In a relatively recent history, the EU has started to experience a significant enlargement toward eastern borders of the Old Continent. Such an enormous extension of Community borders over a short period of time created a strong impact: all the Member States, both old and new ones, as well as the candidate states, developed the need to understand legal system of the others. The present study examines two young independent states that have arisen from dissolution of the Yugoslav state, namely, Croatia and Slovenia. They were chosen exactly because they are understudied legal orders which, on the other hand, are very well acquainted with Western legal orders, especially those derived from German model. The study commences with a necessary reconstruction of the complex historical context in which private law of these people had evolved. In doing so, the author discovered a significant similarity of these legal models not so much with different Western models, but rather with the actual European private law. In an attempt to identify the origin of such a European legal matrix, that precedes most of the Community regulations, the study continues with the analysis of choices made by legislators of these states in relation to certain aspects of the sale of consumer goods and associated guarantees at the moment of reception of the 1999/44/EC Directive. Certainly, the study of sale of consumer goods cannot leave out the study of general norms on sale. The method used in this study is not limited to a pure comparison of solutions adopted. Rather, on the basis of choices made in these two new European countries in occasion of reception of the mentioned directive, the author attempted to discover whether it is possible to derive from the law on sale of these countries suggestions and proposals, that might be of use to Member States that have demonstrated difficulties in implementing Community law related to sale of consumer good, since rules deriving from European level have brought disharmony in the internal law on obligations. It has been shown that both Croatian and Slovenian legislators have been successful in implementing the Directive achieving a quality result. In fact, this success is primarily a result of existence and validity of general legal norms included in both countries in respective codes on obligations that owe their modernity to strong influence of the international conventions, especially to the Vienna Convention on International Sale of Goods. Perhaps the most important result of this study is the discovery that in the centre of Europe there has already existed a law on sale unknown to many, but surprisingly modern.
2009
Diritto croato e sloveno
Da un tempo relativamente recente, è iniziato il grande allargamento dell’Unione europea a Est del continente. Una così rilevante estensione dei confini comunitari, in un tempo alquanto ridotto, ha provocato un impatto molto forte: tutti gli Stati membri, sia vecchi, che nuovi o prossimi all’adesione, avvertono sempre più l’esigenza di conoscere i rispettivi modelli giuridici. La presente ricerca si ripropone di prendere in esame due giovani Stati indipendenti, sorti dalla dissoluzione della Jugoslavia, quali la Croazia e la Slovenia, proprio perché sono due ordinamenti poco studiati, i quali, per converso, conoscono molto bene i modelli giuridici dei Paesi occidentali, specialmente di quelli di matrice germanica. L’indagine inizia da una necessaria ricostruzione del complesso contesto storico, nel quale si è evoluto il diritto privato di questi popoli. Affrontando questo profilo, l’autore ha rilevato una significativa somiglianza di questi modelli giuridici, non tanto con i vari modelli occidentali, quanto proprio con l’attuale diritto privato europeo. Nel tentativo di individuare l’origine di questa matrice europea, anteriore alla maggior parte della normativa comunitaria, la ricerca prosegue attraverso l’analisi delle scelte operate da questi legislatori su taluni aspetti della vendita e delle garanzie dei beni di consumo, in occasione del recepimento della Direttiva 1999/44/CE. Peraltro, lo studio della vendita dei beni di consumo non poteva prescindere da quello delle norme generali sulla vendita. Il metodo usato dall’autore per affrontare questa ricerca non si è limitato ad un mero raffronto tra le soluzioni adottate dai singoli legislatori; si è cercato anche di capire, sulla base delle scelte operate in occasione del recepimento di questa direttiva comunitaria, se dal diritto della vendita di questi nuovi paesi europei possano giungere suggerimenti e proposte, che siano d’aiuto a quegli Stati, che hanno, invece, mostrato difficoltà ad attuare la disciplina comunitaria in tema di vendita dei beni di consumo, avendo queste regole di derivazione comunitaria condotto ad una disarmonia nel diritto interno delle obbligazioni. A tale riguardo, nel corso dell’indagine è emerso che lo sforzo compiuto dai legislatori croato e sloveno, per dare attuazione alla direttiva, è stato piuttosto contenuto, peraltro senza sminuire la bontà del risultato. Infatti, il successo dell’attuazione della direttiva comunitaria è dovuto soprattutto all’esistenza ed alla validità delle regole generali, delle quali entrambi gli ordinamenti dispongono nei rispettivi codici delle obbligazioni: tali disposizioni devono la loro modernità alla forte influenza che le fonti convenzionali internazionali, in primis la Convenzione di Vienna sulla vendita internazionale dei beni mobili, hanno esercitato sulla precedente legislazione. Il risultato forse più importante di quest’indagine è stato scoprire che nel centro dell’Europa da tempo esiste un diritto della vendita a molti sconosciuto, ma sorprendentemente moderno.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/337442
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