Questo lavoro ha per oggetto la rivista “seleARTE” (1952-1966), fondata e diretta dal critico lucchese Carlo Ludovico Ragghianti con la collaborazione della moglie Licia Collobi, edita dalla azienda Olivetti di Ivrea, stampata dalla casa editrice Vallecchi. La rivista, che in quasi quattordici anni di vita raggiunse decine di migliaia di lettori in Italia e nel mondo, rappresenta un tentativo audace, ma premiato da autentico successo, di sottrarre i problemi dell’arte all’intendimento esclusivo degli specialisti e di soddisfare gli interessi e le richieste di un pubblico più largo e differenziato, senza cedere alle lusinghe di una divulgazione superficiale. Se si considera, inoltre, che a Ragghianti spetta la regia e la supervisione delle attività redazionali e che alla mano del critico si deve più della metà dei contributi pubblicati su “seleARTE”, appare chiaro che la storia del periodico si offre come punto di osservazione privilegiato sulla vicenda professionale e umana dello studioso. La genesi di “seleARTE”, i tempi e i modi della collaborazione tra Ragghianti, Olivetti e Vallecchi, le modalità di funzionamento della “macchina” della rivista e, soprattutto, i presupposti metodologici, i contenuti e le modalità comunicative su cui fa leva il progetto di “informazione” e “formazione” artistica portato avanti dal critico toscano: sono questi i problemi su cui il presente studio intende gettare luce. Si chiarisce, così, come la pedagogia dell’arte promossa dallo studioso si fondi su una capillare e sistematica educazione estetica e storico-critica dei lettori. La divulgazione del verbo crociano e formalista, di cui Ragghianti fu uno dei più convinti assertori a partire dagli anni Trenta del Novecento e per gli anni a venire, è in effetti il punto di partenza e di arrivo di ogni “lezione” svolta sulle pagine del periodico. Si palesa, altresì, come l’intento di fornire al pubblico una documentazione vasta e selezionata sui problemi dell’arte in tutte le sue molteplici manifestazioni trovi realizzazione grazie ad approfondimenti dedicati alla storia della pittura, della scultura, dell’architettura, del disegno, del cinema, della fotografia, del teatro, delle arti applicate e del design industriale. Storico e critico d’arte “universale”, poi, Ragghianti non esita a confrontarsi con fenomeni prodottisi in contesti temporali e geografici i più disparati, dalla preistoria alla contemporaneità, dall’Europa, all’Asia, all’Africa, all’Oceania. Emerge, infine, che lo scopo tenacemente perseguito dallo studioso lucchese è quello di promuovere una coscienza moderna dell’arte, tale da potersi risolvere in un possesso più saldo e distinto di tutte le facoltà spirituali e in un guadagno per il singolo e per la stessa società. Democratizzazione della cultura – nella fattispecie della cultura artistica – e progresso civile: questi, in ultima analisi, gli ambiziosi obiettivi della didattica ragghiantiana dell’arte messa a punto su “seleARTE”.

This essay presents the “seleARTE” magazine, founded and run by the critic Carlo Ludovico Ragghianti from Lucca, who worked on this project together with his wife Licia Collobi. This magazine was published by the Olivetti company from Ivrea and printed by Vallecchi publishing house. During almost 14 years, the magazine had thousands of readers in Italy as well as in the rest of the world. It was a daring attempt (which obtained anyway a huge and true success) of taking away the subject of art from the specialists and of fulfilling the interests and the expectations of a larger and vary audience, without the risk of superficial publications. Considering that Ragghianti was the director, the supervisor of the editorials and that he wrote by himself more than a half of the published articles on “seleARTE”, it is obvious that the magazine itself gives the chance to observe and analyze the work’s and everyday’s life of the critic. Some are the issues I wanted to deepen on this essay, such as the birth of “seleARTE”, how and when the collaboration among Ragghianti, Olivetti and Vallecchi took place, how the magazine structure worked; but above these all the methodological requirements, the contents and communicative conditions on which the critic’s project of artistic “information” and “formation” is based. It is explained how art pedagogy promoted by the critic is based on a orderly aesthetic and history-critic training of the readers. From the 1930’s Ragghianti was one of the most convinced supporter of Croce and the formalist philosophy and this tendency is very clear since those are the starting and final point of every “lesson” he writes on the magazine. The purpose of giving to the readers a huge but selected documentation about art and its vary expressions took place thanks to articles whose subjects are painting, drawing, architecture, photography, theatre, cinema, applied arts and industrial design. Since Ragghianti is an “universal” critic, he challenges himself with the most different geographical and time phenomenon, from prehistory to contemporary years, from Europe, to Asia, to Africa, to Oceania. The aim of the critic from Lucca is to promote a modern art consciousness that is meant to be an enrichment both for the individual and the society. At the end, two were the main purposes of Ragghianti’s didactic through the magazine: a democratized culture (art culture, in this case) and civilian improvement.

"SeleArte" di Carlo Ludovico Ragghianti: lezioni di storia dell'arte su rivista

NEGRINI, Marianna
2009-01-01

Abstract

This essay presents the “seleARTE” magazine, founded and run by the critic Carlo Ludovico Ragghianti from Lucca, who worked on this project together with his wife Licia Collobi. This magazine was published by the Olivetti company from Ivrea and printed by Vallecchi publishing house. During almost 14 years, the magazine had thousands of readers in Italy as well as in the rest of the world. It was a daring attempt (which obtained anyway a huge and true success) of taking away the subject of art from the specialists and of fulfilling the interests and the expectations of a larger and vary audience, without the risk of superficial publications. Considering that Ragghianti was the director, the supervisor of the editorials and that he wrote by himself more than a half of the published articles on “seleARTE”, it is obvious that the magazine itself gives the chance to observe and analyze the work’s and everyday’s life of the critic. Some are the issues I wanted to deepen on this essay, such as the birth of “seleARTE”, how and when the collaboration among Ragghianti, Olivetti and Vallecchi took place, how the magazine structure worked; but above these all the methodological requirements, the contents and communicative conditions on which the critic’s project of artistic “information” and “formation” is based. It is explained how art pedagogy promoted by the critic is based on a orderly aesthetic and history-critic training of the readers. From the 1930’s Ragghianti was one of the most convinced supporter of Croce and the formalist philosophy and this tendency is very clear since those are the starting and final point of every “lesson” he writes on the magazine. The purpose of giving to the readers a huge but selected documentation about art and its vary expressions took place thanks to articles whose subjects are painting, drawing, architecture, photography, theatre, cinema, applied arts and industrial design. Since Ragghianti is an “universal” critic, he challenges himself with the most different geographical and time phenomenon, from prehistory to contemporary years, from Europe, to Asia, to Africa, to Oceania. The aim of the critic from Lucca is to promote a modern art consciousness that is meant to be an enrichment both for the individual and the society. At the end, two were the main purposes of Ragghianti’s didactic through the magazine: a democratized culture (art culture, in this case) and civilian improvement.
2009
selearte; carlo ludovico ragghianti
Questo lavoro ha per oggetto la rivista “seleARTE” (1952-1966), fondata e diretta dal critico lucchese Carlo Ludovico Ragghianti con la collaborazione della moglie Licia Collobi, edita dalla azienda Olivetti di Ivrea, stampata dalla casa editrice Vallecchi. La rivista, che in quasi quattordici anni di vita raggiunse decine di migliaia di lettori in Italia e nel mondo, rappresenta un tentativo audace, ma premiato da autentico successo, di sottrarre i problemi dell’arte all’intendimento esclusivo degli specialisti e di soddisfare gli interessi e le richieste di un pubblico più largo e differenziato, senza cedere alle lusinghe di una divulgazione superficiale. Se si considera, inoltre, che a Ragghianti spetta la regia e la supervisione delle attività redazionali e che alla mano del critico si deve più della metà dei contributi pubblicati su “seleARTE”, appare chiaro che la storia del periodico si offre come punto di osservazione privilegiato sulla vicenda professionale e umana dello studioso. La genesi di “seleARTE”, i tempi e i modi della collaborazione tra Ragghianti, Olivetti e Vallecchi, le modalità di funzionamento della “macchina” della rivista e, soprattutto, i presupposti metodologici, i contenuti e le modalità comunicative su cui fa leva il progetto di “informazione” e “formazione” artistica portato avanti dal critico toscano: sono questi i problemi su cui il presente studio intende gettare luce. Si chiarisce, così, come la pedagogia dell’arte promossa dallo studioso si fondi su una capillare e sistematica educazione estetica e storico-critica dei lettori. La divulgazione del verbo crociano e formalista, di cui Ragghianti fu uno dei più convinti assertori a partire dagli anni Trenta del Novecento e per gli anni a venire, è in effetti il punto di partenza e di arrivo di ogni “lezione” svolta sulle pagine del periodico. Si palesa, altresì, come l’intento di fornire al pubblico una documentazione vasta e selezionata sui problemi dell’arte in tutte le sue molteplici manifestazioni trovi realizzazione grazie ad approfondimenti dedicati alla storia della pittura, della scultura, dell’architettura, del disegno, del cinema, della fotografia, del teatro, delle arti applicate e del design industriale. Storico e critico d’arte “universale”, poi, Ragghianti non esita a confrontarsi con fenomeni prodottisi in contesti temporali e geografici i più disparati, dalla preistoria alla contemporaneità, dall’Europa, all’Asia, all’Africa, all’Oceania. Emerge, infine, che lo scopo tenacemente perseguito dallo studioso lucchese è quello di promuovere una coscienza moderna dell’arte, tale da potersi risolvere in un possesso più saldo e distinto di tutte le facoltà spirituali e in un guadagno per il singolo e per la stessa società. Democratizzazione della cultura – nella fattispecie della cultura artistica – e progresso civile: questi, in ultima analisi, gli ambiziosi obiettivi della didattica ragghiantiana dell’arte messa a punto su “seleARTE”.
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