Nello straordinario ventaglio di tipologie erotiche dispiegate dalla lirica di John Donne, dalla dichiaratamente sensuale alla spirituale e neoplatonica, dal desiderio tutto carnale e mondano, alla tensione mistica per il divino, se ne delinea una decisamente originale, concentrata sul paradosso di un eros esclusivamente immaginario, perfetto nella sua irreale ‘nullità’. La critica vi ha rintracciato possibili debiti nei confronti di alcune delle più significative teorie rinascimentali sull’amore, da Marsilio Ficino a Leone Ebreo, ma la fenomenologia donniana si rivela decisamente inedita nel culminare in una autotelica sublimazione dell’eros in una tensione priva di oggetto ‘reale’, e quindi paradossalmente ‘ignorante’. Qualcosa dunque di diverso dalla tradizione, di origine platonica, del desiderio amoroso come desiderio di qualcosa che non è perché non lo si possiede, e quindi manca. Quel non è, infatti, che appartiene pur sempre alla categoria dell’essere, ed è conosciuto dall’amante, è reinterpretato da Donne nella chiave di una assenza, o negazione, di entità, se non squisitamente immaginaria, inconoscibile nella realtà, ancorché soggettivamente pensabile. Il gruppo di liriche in esame, tratte sia dai Songs and Sonets che dalle Elegie, dispiega questa dinamica del desiderio amoroso in una sofisticata dialettica tra piano fattuale e ideale, culminando in una esaltazione onirico-immaginaria che allontana Donne sia da Leone Ebreo, che riconduce ogni disquisizione su amore e desiderio alla preliminare conoscenza del suo oggetto, sia dalla elaborazione ficiniana di un non so che comunque di origine divina. In Negative Love, in particolare, un componimento dei Songs and Sonets dal tono solo apparentemente scanzonato, Donne elabora una acrobatica disquisizione di questo ‘desiderio del nulla’ configurandolo, attraverso dotte allusioni alla via negativa di tomistica memoria, come un impulso erotico perfetto: esito indicibile e incomprensibile di una nuova pienezza ‘in negativo’ che coincide con il desiderio del desiderio in sé.

L'amore negativo: John Donne e il desiderio del nulla.

BIGLIAZZI, Silvia
2009-01-01

Abstract

Nello straordinario ventaglio di tipologie erotiche dispiegate dalla lirica di John Donne, dalla dichiaratamente sensuale alla spirituale e neoplatonica, dal desiderio tutto carnale e mondano, alla tensione mistica per il divino, se ne delinea una decisamente originale, concentrata sul paradosso di un eros esclusivamente immaginario, perfetto nella sua irreale ‘nullità’. La critica vi ha rintracciato possibili debiti nei confronti di alcune delle più significative teorie rinascimentali sull’amore, da Marsilio Ficino a Leone Ebreo, ma la fenomenologia donniana si rivela decisamente inedita nel culminare in una autotelica sublimazione dell’eros in una tensione priva di oggetto ‘reale’, e quindi paradossalmente ‘ignorante’. Qualcosa dunque di diverso dalla tradizione, di origine platonica, del desiderio amoroso come desiderio di qualcosa che non è perché non lo si possiede, e quindi manca. Quel non è, infatti, che appartiene pur sempre alla categoria dell’essere, ed è conosciuto dall’amante, è reinterpretato da Donne nella chiave di una assenza, o negazione, di entità, se non squisitamente immaginaria, inconoscibile nella realtà, ancorché soggettivamente pensabile. Il gruppo di liriche in esame, tratte sia dai Songs and Sonets che dalle Elegie, dispiega questa dinamica del desiderio amoroso in una sofisticata dialettica tra piano fattuale e ideale, culminando in una esaltazione onirico-immaginaria che allontana Donne sia da Leone Ebreo, che riconduce ogni disquisizione su amore e desiderio alla preliminare conoscenza del suo oggetto, sia dalla elaborazione ficiniana di un non so che comunque di origine divina. In Negative Love, in particolare, un componimento dei Songs and Sonets dal tono solo apparentemente scanzonato, Donne elabora una acrobatica disquisizione di questo ‘desiderio del nulla’ configurandolo, attraverso dotte allusioni alla via negativa di tomistica memoria, come un impulso erotico perfetto: esito indicibile e incomprensibile di una nuova pienezza ‘in negativo’ che coincide con il desiderio del desiderio in sé.
2009
9788843049820
John Donne; poesia metafisica; letteratura inglese
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