Premessa l'ipotesi di una evoluzione nel trattamento del tema del sublime da parte di Foscolo da un sublime retorico-psicologico di marca settecentesca, 'preromantico' o 'burkiano', a un sublime eminentemente longiniano, il saggio inizia retrodatando l'interesse del poeta greco-veneto per Longino alla versione della seconda ode di Saffo nella giovanile Raccolta Naranzi (1794), poi ripresa nei Vestigi della storia del sonetto italiano (1816) e ancora in appendice all'edizione definitiva degli Essays on Petrarch (1823): un interesse ininterrotto, di cui sono tappe significative i Discorsi sulla Chioma di Berenice (1803) e la Lettera polemica al Guillon sui Sepolcri. Grazie anche a una lettura del carme in questa chiave interpretativa, ne risulta che proprio il sublime, inteso come tensione alla concentrazione espressiva (e perciò antitetico all'analiticità diffusa del 'patetico'), costituisce la ragion formale della lirica foscoliana, la sua esibita cifra stilistica, la sua consapevole maniera espressiva, l'opzione poetico-stilistica che l'autore ritiene più funzionale al canto (e alla parenesi) delle 'egregie cose'
I ‘Sepolcri’ e il sublime
VIOLA, Corrado
2008-01-01
Abstract
Premessa l'ipotesi di una evoluzione nel trattamento del tema del sublime da parte di Foscolo da un sublime retorico-psicologico di marca settecentesca, 'preromantico' o 'burkiano', a un sublime eminentemente longiniano, il saggio inizia retrodatando l'interesse del poeta greco-veneto per Longino alla versione della seconda ode di Saffo nella giovanile Raccolta Naranzi (1794), poi ripresa nei Vestigi della storia del sonetto italiano (1816) e ancora in appendice all'edizione definitiva degli Essays on Petrarch (1823): un interesse ininterrotto, di cui sono tappe significative i Discorsi sulla Chioma di Berenice (1803) e la Lettera polemica al Guillon sui Sepolcri. Grazie anche a una lettura del carme in questa chiave interpretativa, ne risulta che proprio il sublime, inteso come tensione alla concentrazione espressiva (e perciò antitetico all'analiticità diffusa del 'patetico'), costituisce la ragion formale della lirica foscoliana, la sua esibita cifra stilistica, la sua consapevole maniera espressiva, l'opzione poetico-stilistica che l'autore ritiene più funzionale al canto (e alla parenesi) delle 'egregie cose'File | Dimensione | Formato | |
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