Lo scritto studia l’influenza che la Convenzione di Vienna del 1980 sulla vendita internazionale di beni mobili ha esercitato negli anni sulla legislazione comunitaria in materia di diritto dei contratti e dei consumatori. Il tema trattato pone in evidenza uno degli aspetti più significativi – non sempre tuttavia adeguatamente approfondito - del processo di armonizzazione del diritto europeo dei contratti, ovvero la stretta interrelazione che esiste tra questo processo e il più ampio movimento verso la uniformazione del diritto dei contratti commerciali internazionali, già da tempo in atto. In particolare, la Convenzione di Vienna – sia perché è in vigore nella grande maggioranza degli Stati Membri della UE sia, ed anzi soprattutto, per le sue doti intrinseche che ne fanno un felice esempio di convergenza tra i sistemi giuridici di Civil Law e quelli di Common Law - ha rappresentato il modello di molte direttive comunitarie in materia di diritto dei contratti, specialmente della direttiva 99/44CE sulla vendita di beni di consumo, al punto da poter essere considerata di fatto come una sorta di atto normativo comunitario, ancorché si tratti formalmente di uno strumento normativo delle Nazioni Unite. In linea con questa premessa, il contributo si divide in due parti. Nella prima si esaminano i provvedimenti comunitari più direttamente modellati sull’esempio della Convenzione di Vienna. Nella seconda, di taglio propositivo, ci si interroga sull’influenza che la Convenzione potrà esercitare sul futuro del processo di armonizzazione del diritto comunitario, con particolare attenzione alla adozione del “Quadro Comune di Riferimento”, ossia di quell’insieme di principi e regole del diritto privato europeo che la Commissione Europea, nella secdonda metà del decennio 2000-2010, ha inteso predisporre al fine di adottare un modello di riferimento per tutti i giuristi europei nell’interpretazione, applicazione e nell’armonizzazione del diritto europeo dei contratti nonché come strumento per il perfezionamento del diritto comunitario vigente in quyesta materia (l’Acquis Communautaire). La Bozza Accademica di Quadro Comune di Riferimento (Draft Common frame of Reference), presentata nel dicembre 2008 alla Commissione Europea ed elaborata da un gruppo di accademici provenienti da tutta l’Europa,. rappresenta il primo grande tentativo in questa direzione ed è stata, per alcuni anni, il principale candidato a divenire l’ufficiale Common Frame of Reference. Tale prospettiva, a partire dall'ottobre 2011, sembra invece essere ridimensionata dall'approvazione della più agile Proposta di Regolamento per un Diritto Comune Europeo della Vendita (CESL). Il contributo esamina gli aspetti più importanti del DCFR, nella versioen del 2008, e, soprattutto, quelli più intimamente correlati al diritto della vendita, evidenziandone punto per punto i profili comuni e quelli differenziali rispetto alla disciplina contenuta nella Convenzione di Vienna. Emerge un quadro di profonda consonanza, che rafforza l’idea della Convenzione di Vienna come pilastro del processo dio armonizzazione del diritto europeo dei contratt
The CISG’s Impact on EU Legislation
TROIANO, Stefano
2008-01-01
Abstract
Lo scritto studia l’influenza che la Convenzione di Vienna del 1980 sulla vendita internazionale di beni mobili ha esercitato negli anni sulla legislazione comunitaria in materia di diritto dei contratti e dei consumatori. Il tema trattato pone in evidenza uno degli aspetti più significativi – non sempre tuttavia adeguatamente approfondito - del processo di armonizzazione del diritto europeo dei contratti, ovvero la stretta interrelazione che esiste tra questo processo e il più ampio movimento verso la uniformazione del diritto dei contratti commerciali internazionali, già da tempo in atto. In particolare, la Convenzione di Vienna – sia perché è in vigore nella grande maggioranza degli Stati Membri della UE sia, ed anzi soprattutto, per le sue doti intrinseche che ne fanno un felice esempio di convergenza tra i sistemi giuridici di Civil Law e quelli di Common Law - ha rappresentato il modello di molte direttive comunitarie in materia di diritto dei contratti, specialmente della direttiva 99/44CE sulla vendita di beni di consumo, al punto da poter essere considerata di fatto come una sorta di atto normativo comunitario, ancorché si tratti formalmente di uno strumento normativo delle Nazioni Unite. In linea con questa premessa, il contributo si divide in due parti. Nella prima si esaminano i provvedimenti comunitari più direttamente modellati sull’esempio della Convenzione di Vienna. Nella seconda, di taglio propositivo, ci si interroga sull’influenza che la Convenzione potrà esercitare sul futuro del processo di armonizzazione del diritto comunitario, con particolare attenzione alla adozione del “Quadro Comune di Riferimento”, ossia di quell’insieme di principi e regole del diritto privato europeo che la Commissione Europea, nella secdonda metà del decennio 2000-2010, ha inteso predisporre al fine di adottare un modello di riferimento per tutti i giuristi europei nell’interpretazione, applicazione e nell’armonizzazione del diritto europeo dei contratti nonché come strumento per il perfezionamento del diritto comunitario vigente in quyesta materia (l’Acquis Communautaire). La Bozza Accademica di Quadro Comune di Riferimento (Draft Common frame of Reference), presentata nel dicembre 2008 alla Commissione Europea ed elaborata da un gruppo di accademici provenienti da tutta l’Europa,. rappresenta il primo grande tentativo in questa direzione ed è stata, per alcuni anni, il principale candidato a divenire l’ufficiale Common Frame of Reference. Tale prospettiva, a partire dall'ottobre 2011, sembra invece essere ridimensionata dall'approvazione della più agile Proposta di Regolamento per un Diritto Comune Europeo della Vendita (CESL). Il contributo esamina gli aspetti più importanti del DCFR, nella versioen del 2008, e, soprattutto, quelli più intimamente correlati al diritto della vendita, evidenziandone punto per punto i profili comuni e quelli differenziali rispetto alla disciplina contenuta nella Convenzione di Vienna. Emerge un quadro di profonda consonanza, che rafforza l’idea della Convenzione di Vienna come pilastro del processo dio armonizzazione del diritto europeo dei contrattI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.