La tradizione filosofica occidentale si è costantemente interrogata sul significato che possono assumere, per l'uomo, i concetti di "felicità" e di "male". Nel contesto del pensiero medievale, essi acquistano un valore centrale. Tuttavia, non sono puri concetti morali, ma hanno anche un significato che si riferisce alla realtà nella sua totalità. Richiamano l'ordine di questa realtà, in cui l'agire dell'uomo prende spicco per la sua capacità di pensare il Bene con la ragione, di volerlo mediante Ia libertà e di valutarlo con la coscienza. Tra i moltissimi autori che hanno riflettuto sul significato e sul valore di questi termini, Agostino mantiene sempre una posizione di primo piano: sia per le domande che pone, sia per le risposte. Al suo pensiero, quindi, questo libro dedica la maggiore attenzione; in particolare, alla sua definizione del male come "privazione del bene", da cui risulta una immagine dell'uomo fortemente dinamica e conflittuale, centrata sull'enigma della volontà. Per questo, in prospettiva attuale, un confronto con Nietzsche può risultare denso di significati. I temi della felicità e del male, comunque, sono trattati dai medievali anche in termini strettamente morali; in particolare, per chiarire il senso del desiderio che muove la volontà. Per questo aspetto, le loro analisi possono comportare una sorprendente attualità.
La felicità e il male. Studi di etica medievale
SCIUTO, Italo
1995-01-01
Abstract
La tradizione filosofica occidentale si è costantemente interrogata sul significato che possono assumere, per l'uomo, i concetti di "felicità" e di "male". Nel contesto del pensiero medievale, essi acquistano un valore centrale. Tuttavia, non sono puri concetti morali, ma hanno anche un significato che si riferisce alla realtà nella sua totalità. Richiamano l'ordine di questa realtà, in cui l'agire dell'uomo prende spicco per la sua capacità di pensare il Bene con la ragione, di volerlo mediante Ia libertà e di valutarlo con la coscienza. Tra i moltissimi autori che hanno riflettuto sul significato e sul valore di questi termini, Agostino mantiene sempre una posizione di primo piano: sia per le domande che pone, sia per le risposte. Al suo pensiero, quindi, questo libro dedica la maggiore attenzione; in particolare, alla sua definizione del male come "privazione del bene", da cui risulta una immagine dell'uomo fortemente dinamica e conflittuale, centrata sull'enigma della volontà. Per questo, in prospettiva attuale, un confronto con Nietzsche può risultare denso di significati. I temi della felicità e del male, comunque, sono trattati dai medievali anche in termini strettamente morali; in particolare, per chiarire il senso del desiderio che muove la volontà. Per questo aspetto, le loro analisi possono comportare una sorprendente attualità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.