L'articolo analizza il significato della nozione di dono nel pensiero di Georges Bataille. Per B., il dono va ricondotto al sacrificio. Esso è spreco (dépense) insensato di energie accumulate, scempio di beni, ricchezze e financo vite umane, e presenta due forme, una più tarda ed una più originaria, nota come potlac. Nella sua forma più tarda e più ‘classica’, quale noi la conosciamo, il sacrificio serve a propiziare; è, in qualche modo, una struttura ‘economica’, dove avviene uno scambio più che un vero dono. È un dispendio non inutile in se stesso, dove tracce di inutilità resistono a ricordare il legame con la forma originaria del sacrificio. Nella sua forma originaria, il sacrificio è invece dono, inteso come la sfida che un individuo o un gruppo sociale compiono nei confronti di un altro individuo o gruppo sociale, il quale deve rispondere con un dono più grande, allo scopo di imprigionare il donatario. Egli ha ricevuto in dono lo spreco gratuito e pazzesco delle risorse, e si trova perciò ostaggio della magnanimità del donatore. Se vuole liberarsi, deve rispondere con un potlac, un dispendio ancora più grande : solo così si libererà della rete che il donatore ha steso sopra di lui, capovolgendo le sorti della lotta. L'articolo mostra l'autocontradditorietà della nozione di libertà, sulla quale B. costruisce il suo edificio filosofico.
Libertà e giustizia nel pensiero di George Bataille
CHIURCO, CARLO
2002-01-01
Abstract
L'articolo analizza il significato della nozione di dono nel pensiero di Georges Bataille. Per B., il dono va ricondotto al sacrificio. Esso è spreco (dépense) insensato di energie accumulate, scempio di beni, ricchezze e financo vite umane, e presenta due forme, una più tarda ed una più originaria, nota come potlac. Nella sua forma più tarda e più ‘classica’, quale noi la conosciamo, il sacrificio serve a propiziare; è, in qualche modo, una struttura ‘economica’, dove avviene uno scambio più che un vero dono. È un dispendio non inutile in se stesso, dove tracce di inutilità resistono a ricordare il legame con la forma originaria del sacrificio. Nella sua forma originaria, il sacrificio è invece dono, inteso come la sfida che un individuo o un gruppo sociale compiono nei confronti di un altro individuo o gruppo sociale, il quale deve rispondere con un dono più grande, allo scopo di imprigionare il donatario. Egli ha ricevuto in dono lo spreco gratuito e pazzesco delle risorse, e si trova perciò ostaggio della magnanimità del donatore. Se vuole liberarsi, deve rispondere con un potlac, un dispendio ancora più grande : solo così si libererà della rete che il donatore ha steso sopra di lui, capovolgendo le sorti della lotta. L'articolo mostra l'autocontradditorietà della nozione di libertà, sulla quale B. costruisce il suo edificio filosofico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.