Un elemento tornato di recente all'attenzione degli storici riguarda lo studio del rapporto dialettico tra la città e il suo "suburbio". Il saggio si propone in tale ottica di analizzare l'evoluzione della realtà urbana di tre capoluoghi veneti di grande importanza in una prospettiva dichiaratamente comparativa. Malgrado una certa difficoltà di reperire le fonti, è stato seguito con particolare interesse ed attenzione l'andamento demografico delle città e del loro circondario per identificarne le caratteristiche e le peculiarità. Una specifica attenzione è stata rivolta a quei fenomeni meno diretti quali le ripartizioni amministrative, le normative fiscali con particolare riguardo alle cinte daziarie, in grado di esercitare significativi stimoli all'espulsione di alcune attività produttive e di favorire la nascita di nuove industrie fuori dal perimetro urbano. Non meno determinante risulta la volontà del ceto dirigente veneto di salvaguardare l'integrità dei centri storici, di non turbare i tradizionali equilibri sociali ma anche di incentivare uno sviluppo manifatturiero urbano. Soprattutto nell'ultimo ventennio del secolo divengono più numerose le aziende che scelgono la collocazione periurbana, facilitate dal poter reperire manodopera abbondante, con salari più contenuti e oneri fiscali sulle materie prime meno gravosi, che in città. L'assoluta convenienza della collocazione periferica dell'attività industriale si coniuga con il processo di razionalizzazione delle aree urbane che implica la specializzazione degli spazi e il superamento del vecchio policentrismo.

Verona, Vicenza e Padova tra Sette e Ottocento: l’espansione della città e i suoi limiti

FERRARI, Maria Luisa
2006-01-01

Abstract

Un elemento tornato di recente all'attenzione degli storici riguarda lo studio del rapporto dialettico tra la città e il suo "suburbio". Il saggio si propone in tale ottica di analizzare l'evoluzione della realtà urbana di tre capoluoghi veneti di grande importanza in una prospettiva dichiaratamente comparativa. Malgrado una certa difficoltà di reperire le fonti, è stato seguito con particolare interesse ed attenzione l'andamento demografico delle città e del loro circondario per identificarne le caratteristiche e le peculiarità. Una specifica attenzione è stata rivolta a quei fenomeni meno diretti quali le ripartizioni amministrative, le normative fiscali con particolare riguardo alle cinte daziarie, in grado di esercitare significativi stimoli all'espulsione di alcune attività produttive e di favorire la nascita di nuove industrie fuori dal perimetro urbano. Non meno determinante risulta la volontà del ceto dirigente veneto di salvaguardare l'integrità dei centri storici, di non turbare i tradizionali equilibri sociali ma anche di incentivare uno sviluppo manifatturiero urbano. Soprattutto nell'ultimo ventennio del secolo divengono più numerose le aziende che scelgono la collocazione periurbana, facilitate dal poter reperire manodopera abbondante, con salari più contenuti e oneri fiscali sulle materie prime meno gravosi, che in città. L'assoluta convenienza della collocazione periferica dell'attività industriale si coniuga con il processo di razionalizzazione delle aree urbane che implica la specializzazione degli spazi e il superamento del vecchio policentrismo.
2006
9788888143705
Storia città; secolo XIX; Veneto
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