Il capitolo considera le principali fonti di stress per gli insegnanti, anche nell’ottica dei profondi cambiamenti verificatisi nella società odierna e, conseguentemente, nel mondo della scuola. L’insegnamento è un lavoro coinvolgente, capace di suscitare forti motivazioni, ma in grado anche di procurare grandi tensioni e disagio. I cambiamenti che si sono verificati in questi anni hanno reso ancora più gravoso il compito dell’insegnante che si è visto via via sempre più gravato di nuove responsabilità. Dopo decenni d’immobilismo, le riforme della scuola si sono susseguite con ritmi incalzanti, praticamente ad ogni cambio di governo. La popolazione scolastica si è fatta più eterogenea e complessa con l’arrivo di immigrati di diversa provenienza. Fattori come l’emancipazione femminile, l’aumento dei divorzi, la disgregazione della famiglia tradizionalmente intesa a favore delle cosiddette famiglie allargate hanno fatto sì che l’insegnante si sia visto spesso costretto a sopperire a molti vuoti, affrontando compiti e ruoli sempre più complessi, spinosi, non effettivamente attinenti al lavoro in sè, anzi spesso confinanti con il ruolo dello psicologo o dell’assistente sociale. Da alcuni contributi recenti sulla scuola e sugli insegnanti si nota, inoltre, come, da un passato di grande prestigio, la scuola, nel tempo, abbia visto ridimensionata la sua immagine con una crescente perdita di autorevolezza e, in cambio, con una delega costante ad assolvere quasi esclusivamente a compiti di custodia e di istruzione. Bottani [1994], addirittura, paragona l’insegnamento a lavori come quello dell’infermiere e del tecnico e asserisce che sono ormai gli insegnanti stessi a sottostimare la loro professione quando la confrontano con altre. Blandino e Granieri [2002], invece, pongono l’attenzione su altri aspetti, valorizzando le implicazioni psicologiche delle relazioni e i risvolti emozionali e affettivi che coinvolgono i docenti. La complessità relazionale e psicologica del ruolo, la molteplicità e la pesantezza delle richieste e la gestione delle ansie istituzionali espongono i lavoratori della scuola alla sperimentazione di sensazioni di inadeguatezza difficilmente tollerabili, che sono causa di assenteismo, di conflitti, di perdita della motivazione. In continuazione, inoltre, ai docenti vengono offerti corsi di aggiornamento focalizzati sulle conoscenze e sulle competenze disciplinari, mentre necessiterebbero, invece, di percorsi esperenziali finalizzati all’acquisizione di una maggiore sicurezza e consapevolezza nelle doti relazionali. Il problema delle relazioni interpersonali al lavoro, dei rapporti con i superiori, nonché il clima organizzativo appaiono essere fattori particolarmente rilevanti nella letteratura straniera [Travers e Cooper, 1998; Kasl, 1998; Williams e Cooper, 1998]. La scuola odierna espone gli insegnanti a rischi maggiori che nel passato. C’è un minore rispetto nei confronti dell’istituzione scolastica e di coloro che all’interno vi operano, si moltiplicano gli episodi di indisciplina, di aggressività, di bullismo [Olweus, 1993], che mettono in difficoltà il docente nella gestione della classe, privandolo della sua credibilità e autorevolezza, alterando il clima generale e costringendolo a utilizzare gran parte delle sue energie per far fronte e tentare di ristabilire ordine e disciplina. E tutto ciò, spesso, senza alcun supporto collaborativo da parte delle famiglie. Così, quando i docenti si trovano esposti a questi comportamenti ostili o aggressivi da parte degli studenti [Elvira, Cabrera, 2004], vedono messa a dura prova la loro sicurezza interiore, diventano più vulnerabili e il loro benessere psico-fisico viene minato. Anche il ruolo può costituire un importante fattore di disagio per gli insegnanti. Tra i fattori causali di stress e/o di burnout le richieste legate al ruolo nell’organizzazione, all’ambiguità di ruolo, al conflitto di ruolo e al livello di responsabilità si configurano come particolarmente rilevanti [Pandey, Triphaty, 2001; Sauter e Murphy, 1995], dal momento che la concezione tradizionale del ruolo stesso appare ormai superata, le aspettative e le richieste della società nei confronti della scuola e degli insegnanti sono diventate sempre più consistenti e numerose rispetto al passato, c’è, infatti, una tendenza sempre più spiccata a delegare alla scuola molti compiti e obiettivi impropri. Le divergenze tra vecchio e nuovo, il doversi destreggiare per trovare un equilibrio tra ruolo istituzionale e ruolo calato concretamente nella realtà e la mancanza di chiarezza su quanto viene richiesto di essere o di fare in relazione al ruolo rendono l’attività docente tra le più impegnative. A ciò si aggiungano gli scopi e le responsabilità sul lavoro, nonchè la molteplicità spesso eccessiva dei rinnovati obiettivi che la scuola si pone e le nuove incombenze che ricadono sui docenti e che comportano l’assunzione di ulteriori responsabilità. Spesso, per di più, mancano le informazioni necessarie per un buon assolvimento della funzione o, più in generale, su ciò che accade nell’organizzazione.

Lo stress degli insegnanti

RAPPAGLIOSI, Cristina Maria;FAVRETTO, Giuseppe
2009-01-01

Abstract

Il capitolo considera le principali fonti di stress per gli insegnanti, anche nell’ottica dei profondi cambiamenti verificatisi nella società odierna e, conseguentemente, nel mondo della scuola. L’insegnamento è un lavoro coinvolgente, capace di suscitare forti motivazioni, ma in grado anche di procurare grandi tensioni e disagio. I cambiamenti che si sono verificati in questi anni hanno reso ancora più gravoso il compito dell’insegnante che si è visto via via sempre più gravato di nuove responsabilità. Dopo decenni d’immobilismo, le riforme della scuola si sono susseguite con ritmi incalzanti, praticamente ad ogni cambio di governo. La popolazione scolastica si è fatta più eterogenea e complessa con l’arrivo di immigrati di diversa provenienza. Fattori come l’emancipazione femminile, l’aumento dei divorzi, la disgregazione della famiglia tradizionalmente intesa a favore delle cosiddette famiglie allargate hanno fatto sì che l’insegnante si sia visto spesso costretto a sopperire a molti vuoti, affrontando compiti e ruoli sempre più complessi, spinosi, non effettivamente attinenti al lavoro in sè, anzi spesso confinanti con il ruolo dello psicologo o dell’assistente sociale. Da alcuni contributi recenti sulla scuola e sugli insegnanti si nota, inoltre, come, da un passato di grande prestigio, la scuola, nel tempo, abbia visto ridimensionata la sua immagine con una crescente perdita di autorevolezza e, in cambio, con una delega costante ad assolvere quasi esclusivamente a compiti di custodia e di istruzione. Bottani [1994], addirittura, paragona l’insegnamento a lavori come quello dell’infermiere e del tecnico e asserisce che sono ormai gli insegnanti stessi a sottostimare la loro professione quando la confrontano con altre. Blandino e Granieri [2002], invece, pongono l’attenzione su altri aspetti, valorizzando le implicazioni psicologiche delle relazioni e i risvolti emozionali e affettivi che coinvolgono i docenti. La complessità relazionale e psicologica del ruolo, la molteplicità e la pesantezza delle richieste e la gestione delle ansie istituzionali espongono i lavoratori della scuola alla sperimentazione di sensazioni di inadeguatezza difficilmente tollerabili, che sono causa di assenteismo, di conflitti, di perdita della motivazione. In continuazione, inoltre, ai docenti vengono offerti corsi di aggiornamento focalizzati sulle conoscenze e sulle competenze disciplinari, mentre necessiterebbero, invece, di percorsi esperenziali finalizzati all’acquisizione di una maggiore sicurezza e consapevolezza nelle doti relazionali. Il problema delle relazioni interpersonali al lavoro, dei rapporti con i superiori, nonché il clima organizzativo appaiono essere fattori particolarmente rilevanti nella letteratura straniera [Travers e Cooper, 1998; Kasl, 1998; Williams e Cooper, 1998]. La scuola odierna espone gli insegnanti a rischi maggiori che nel passato. C’è un minore rispetto nei confronti dell’istituzione scolastica e di coloro che all’interno vi operano, si moltiplicano gli episodi di indisciplina, di aggressività, di bullismo [Olweus, 1993], che mettono in difficoltà il docente nella gestione della classe, privandolo della sua credibilità e autorevolezza, alterando il clima generale e costringendolo a utilizzare gran parte delle sue energie per far fronte e tentare di ristabilire ordine e disciplina. E tutto ciò, spesso, senza alcun supporto collaborativo da parte delle famiglie. Così, quando i docenti si trovano esposti a questi comportamenti ostili o aggressivi da parte degli studenti [Elvira, Cabrera, 2004], vedono messa a dura prova la loro sicurezza interiore, diventano più vulnerabili e il loro benessere psico-fisico viene minato. Anche il ruolo può costituire un importante fattore di disagio per gli insegnanti. Tra i fattori causali di stress e/o di burnout le richieste legate al ruolo nell’organizzazione, all’ambiguità di ruolo, al conflitto di ruolo e al livello di responsabilità si configurano come particolarmente rilevanti [Pandey, Triphaty, 2001; Sauter e Murphy, 1995], dal momento che la concezione tradizionale del ruolo stesso appare ormai superata, le aspettative e le richieste della società nei confronti della scuola e degli insegnanti sono diventate sempre più consistenti e numerose rispetto al passato, c’è, infatti, una tendenza sempre più spiccata a delegare alla scuola molti compiti e obiettivi impropri. Le divergenze tra vecchio e nuovo, il doversi destreggiare per trovare un equilibrio tra ruolo istituzionale e ruolo calato concretamente nella realtà e la mancanza di chiarezza su quanto viene richiesto di essere o di fare in relazione al ruolo rendono l’attività docente tra le più impegnative. A ciò si aggiungano gli scopi e le responsabilità sul lavoro, nonchè la molteplicità spesso eccessiva dei rinnovati obiettivi che la scuola si pone e le nuove incombenze che ricadono sui docenti e che comportano l’assunzione di ulteriori responsabilità. Spesso, per di più, mancano le informazioni necessarie per un buon assolvimento della funzione o, più in generale, su ciò che accade nell’organizzazione.
2009
stress; insegnanti
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/326031
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