Il rione Parione per i Costa, le chiese di Sant’Andrea della Valle e di Santa Maria della Pace per i Gavotti, le ville sulle pendici di Monte Mario per i Siri furono punti di riferimento nella mappa delle relazioni intrecciate a Roma dai Liguri Costa, Gavotti e Siri con gli spagnoli Herrera, con i banchieri fiorentini Sacchetti e Altoviti, con i Barberini. Le tre famiglie, sulla scorta di questi contatti e dei legami con singole personalità, in primis i cardinali Alessandro Peretti Montalto e Giulio Mazarino, poi con intellettuali come Giovanni Briccio e Giovanni Vittorio de’ Rossi, avviarono sperimentazioni piuttosto avanzate sia nella loro terra d’origine, sia in quella di adozione. Dalla ricca documentazione d’archivio, che consente molteplici spunti di approfondimento – quali, ad esempio, il confronto con la letteratura sui ‘maestri di casa’, con le riflessioni di Vincenzo Giustiniani e di Giulio Mancini in merito all’allestimento della dimora e delle quadrerie -, emerge puntuale l’entità dei loro patrimoni spesso associati ai più importanti nomi di artisti e architetti del Seicento europeo. I feudi, i palazzi, le ville e le quadrerie sono la vetrina della gloria acquisita, il simbolo ‘pietrificato’ di un rango conquistato, espressione di un gusto che doveva dimostrare la piena adesione di questi ‘genovesi fuori di Genova’ alla rutilante esperienza di vita cui si accostarono con grande slancio
Titolo: | Feudi, ville, palazzi e quadrerie. Committenze Costa, Gavotti e Siri tra Liguria e Roma nel '500 e '600 |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2008 |
Abstract: | Il rione Parione per i Costa, le chiese di Sant’Andrea della Valle e di Santa Maria della Pace per i Gavotti, le ville sulle pendici di Monte Mario per i Siri furono punti di riferimento nella mappa delle relazioni intrecciate a Roma dai Liguri Costa, Gavotti e Siri con gli spagnoli Herrera, con i banchieri fiorentini Sacchetti e Altoviti, con i Barberini. Le tre famiglie, sulla scorta di questi contatti e dei legami con singole personalità, in primis i cardinali Alessandro Peretti Montalto e Giulio Mazarino, poi con intellettuali come Giovanni Briccio e Giovanni Vittorio de’ Rossi, avviarono sperimentazioni piuttosto avanzate sia nella loro terra d’origine, sia in quella di adozione. Dalla ricca documentazione d’archivio, che consente molteplici spunti di approfondimento – quali, ad esempio, il confronto con la letteratura sui ‘maestri di casa’, con le riflessioni di Vincenzo Giustiniani e di Giulio Mancini in merito all’allestimento della dimora e delle quadrerie -, emerge puntuale l’entità dei loro patrimoni spesso associati ai più importanti nomi di artisti e architetti del Seicento europeo. I feudi, i palazzi, le ville e le quadrerie sono la vetrina della gloria acquisita, il simbolo ‘pietrificato’ di un rango conquistato, espressione di un gusto che doveva dimostrare la piena adesione di questi ‘genovesi fuori di Genova’ alla rutilante esperienza di vita cui si accostarono con grande slancio |
Handle: | http://hdl.handle.net/11562/321156 |
ISBN: | 9788876790812 |
Appare nelle tipologie: | 03.01 Monografia o trattato scientifico |