Nel volume, ad una riflessione di carattere generale e introduttiva, tesa a ricostruire il complesso ed articolato mosaico delle relazioni che regolano i rapporti tra i sessi e le generazioni, in uno scenario sociale sempre meno puntellato di punti fermi e certezze, seguono approfondimenti volti a mettere in evidenza luci ed ombre dei percorsi della costruzione del sé di uomini e donne, delle relazioni di coppia, dei nessi intergenerazionali, delle nuove forme familiari e della sempre più “insostenibile pesantezza” del lavoro di cura, che pure costituisce il tratto distintivo di una “economia degli affetti”, che produce utilità sociale, ma non profitto, benessere individuale e sociale, ma non ricchezza materiale. E come tale è una economia sempre più marginalizzata e che sempre più marginalizza chi agisce ed opera nella sua sfera. Nel volume si mettono in evidenza i costi sociali di questa marginalizzazione, non solo sotto forma di crisi demografica e di aumento del rischio povertà tra le famiglie con figli piccoli (vale a dire le famiglie maggiormente esposte sul versante dell’economia degli affetti), ma anche e soprattutto come crescente difficoltà e incapacità a compiere la trasmissione intergenerazionale e culturale, per arginare i quali si è aperta anche in Italia la stagione delle politiche sociali per la famiglia, che troppo spesso, tuttavia, si ferma al livello dei “buoni propositi”. Il volume sottolinea come ad un impegno indubbiamente concreto e fattivo di molte regioni e municipalità teso a sostenere ed accompagnare le famiglie nel difficile e faticoso lavoro di cura, corrisponde un intervento dello Stato timido, episodico e per molti aspetti strumentale (si pensi ai trasferimenti una tantum per la nascita di un figlio), che ci restituisce l’immagine di una nazione frammentata e differenziata anche sul versante della geografia delle famiglie. Sul tema delle politiche sociali per la famiglia, il dibattito politico e culturale è ancora troppo ideologizzato, fermo a chiedersi quale sia o debba essere la forma familiare da sostenere, promuovere o imporre, con l’esito di non cogliere quanto oggi sia cambiato il senso intenzionato che uomini e donne, adulti e giovani annettono al loro essere e fare famiglia, di non vedere che la “famiglia” è qualcosa di più e di diverso della semplice unità di coabitazione.
Famiglia: sostantivo plurale. Amarsi, crescere e vivere nelle famiglie del terzo millennio
DI NICOLA, Paola
2008-01-01
Abstract
Nel volume, ad una riflessione di carattere generale e introduttiva, tesa a ricostruire il complesso ed articolato mosaico delle relazioni che regolano i rapporti tra i sessi e le generazioni, in uno scenario sociale sempre meno puntellato di punti fermi e certezze, seguono approfondimenti volti a mettere in evidenza luci ed ombre dei percorsi della costruzione del sé di uomini e donne, delle relazioni di coppia, dei nessi intergenerazionali, delle nuove forme familiari e della sempre più “insostenibile pesantezza” del lavoro di cura, che pure costituisce il tratto distintivo di una “economia degli affetti”, che produce utilità sociale, ma non profitto, benessere individuale e sociale, ma non ricchezza materiale. E come tale è una economia sempre più marginalizzata e che sempre più marginalizza chi agisce ed opera nella sua sfera. Nel volume si mettono in evidenza i costi sociali di questa marginalizzazione, non solo sotto forma di crisi demografica e di aumento del rischio povertà tra le famiglie con figli piccoli (vale a dire le famiglie maggiormente esposte sul versante dell’economia degli affetti), ma anche e soprattutto come crescente difficoltà e incapacità a compiere la trasmissione intergenerazionale e culturale, per arginare i quali si è aperta anche in Italia la stagione delle politiche sociali per la famiglia, che troppo spesso, tuttavia, si ferma al livello dei “buoni propositi”. Il volume sottolinea come ad un impegno indubbiamente concreto e fattivo di molte regioni e municipalità teso a sostenere ed accompagnare le famiglie nel difficile e faticoso lavoro di cura, corrisponde un intervento dello Stato timido, episodico e per molti aspetti strumentale (si pensi ai trasferimenti una tantum per la nascita di un figlio), che ci restituisce l’immagine di una nazione frammentata e differenziata anche sul versante della geografia delle famiglie. Sul tema delle politiche sociali per la famiglia, il dibattito politico e culturale è ancora troppo ideologizzato, fermo a chiedersi quale sia o debba essere la forma familiare da sostenere, promuovere o imporre, con l’esito di non cogliere quanto oggi sia cambiato il senso intenzionato che uomini e donne, adulti e giovani annettono al loro essere e fare famiglia, di non vedere che la “famiglia” è qualcosa di più e di diverso della semplice unità di coabitazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.